“La peggiore malattia dell’Occidente non è la tubercolosi o la lebbra, ma il non sentirsi amati e desiderati, il sentirsi abbandonati” diceva Madre Teresa di Calcutta.
Mercoledì 6 maggio si è svolta, in videoconferenza, l’Assemblea della Carità organizzata dalla Caritas diocesana e quest’anno intitolata “La Speranza genera comunità…anche nella distanza”. Dopo un iniziale momento di preghiera l’incontro è proseguito con la relazione di Davide Boniforti, membro dell’associazione Metodi di Milano, psicologo di comunità e formatore con esperienza decennale nell’ambito dei percorsi di sviluppo di comunità e partecipazione.
Quali forme può assumere il senso di comunità in questo periodo di lockdown e di emergenza? Questo il filo conduttore dell’intervento segnato dalla lettura di quello che sta succedendo a livello nazionale e di come le singole comunità possano reagire e affrontare il cambiamento. “Quello che sta succedendo ci mostra come esiste una pandemia, ma allo stesso tempo tante esperienze della stessa. Ci sono profonde differenze di percezioni e vissuto”.
Il fenomeno del contagio, seppur di portata mondiale, è vissuto con una percezione fortemente variegata e localizzata.
Ecco alcuni passi per affrontare il cambiamento e rafforzare le nostre comunità: scegliere quelle parole che sanno di vicinanza, metterci nei panni degli altri, mantenere aperti gli spazi di riflessione, ricomporre un racconto collettivo, mettere in moto la compassione.
Altrettanto importante è il passaggio da proposte di assistenza alla promozione delle competenze della comunità in cui viviamo: le forme di reciprocità già presenti, le passioni, la capacità di far fronte alle difficoltà.
La costruzione di racconti condivisi e alternativi offre l’opportunità di promuovere maggior consapevolezza e autoefficacia (sia a livello individuale che collettivo), oltre che rafforzare la motivazione a intraprendere azioni innovative, capaci di andare oltre l’orizzonte circoscritto delle (e dalle) narrative dominanti.
Dopo la relazione di Boniforti, è intervenuto anche il nostro Vescovo Armando, che ha ricordato come sia faticoso in questo momento parlare di speranza, ma per i cristiani si tratta di un esercizio fondamentale che accompagna il nostro cammino. Il Vescovo ha inviato tutti a fare attenzione alle disuguaglianze che questa emergenza sta generando al fine di vigilare e stare al fianco dei più vulnerabili. La speranza ci spinga a metterci al servizio dei poveri, sostenendone il cammino nel rispetto della loro dignità profonda.
Al termine dell’incontro Caritas ha voluto ringraziare e ricordare con un breve video tutti i volontari che in particolare in questi due mesi si sono messi a disposizione per restare vicino a chi si trova in difficoltà.