Villa Prelato Alta, immersa nella natura, ha fatto da cornice, sabato 20 giugno, al Consiglio Pastorale Diocesano che si è tenuto in presenza nel rispetto di tutte le norme di sicurezza vigenti. Un momento di riflessione, ma anche di condivisione in un clima di familiarità e di fraternità. Ad aprire l’incontro il Vicario per la Pastorale don Francesco Pierpaoli e l’intervento del Vescovo Armando che ha posto l’accento su alcuni punti urgenti e quanto mai attuali fra i quali ridare libertà al Vangelo, rimodulare gli stili di vita e rianimare la comunità ecclesiale.
Il lavoro è poi proseguito divisi in gruppi coordinati da quattro vicari foranei, momento durante il quale si è riflettuto su ciò che è emerso dai tavoli sinodali organizzati, on line, durante il lockdown sollecitati sostanzialmente da tre domande: dopo quest’ultimo tratto di strada e il cammino precedente quali i punti di “non ritorno”?; quale è stato il valore aggiunto degli incontri, il valore cioè che è emerso al di là delle questioni trattate?; dopo il tempo di Quaresima (Quarantena) e il tempo di Pasqua (Fase 2) si apre il tempo durante l’anno, il tempo ordinario, il tempo della ferialità (Fase 3): da cosa e come ripartire? Si è creato, nei vari gruppi, un bel momento di dibattito che si è concluso, nel pomeriggio, con il confronto in plenaria con il nostro Vescovo.
Tra i tanti temi emersi, in particolare fra i punti di non ritorno, sicuramente la formazione dei laici quale esigenza condivisa, il cambiamento degli stili di vita, il rivedere l’iniziazione cristiana, processo già in atto ma accelerato dal Covid- 19, la ministerialità della vocazione della famiglia, i mezzi di comunicazione che sono stati necessari in questo periodo di chiusura per mantenere vive le relazioni, mezzi abitati non solo dai giovani, ma da tutti e che devono essere sempre più integrati con gli incontri in presenza. E poi ancora fra le questioni trattate la precarietà lavorativa e l’ascolto della comunità.
Ora continua il cammino della nostra diocesi verso una Chiesa sempre più sinodale, cammino che ha subito un’accelerazione durante l’ultimo periodo. Il COVID ha ribadito l’importanza delle relazioni, della prossimità e della comune responsabilità che tutti abbiamo come cristiani e come cittadini nei confronti del mondo in cui viviamo.