La CEI presenta l'Anno Paolino 2008-2009

spaolo.jpgRiscoprire la figura e gli scritti di San Paolo, meditando sulla sua profonda spiritualità e rivitalizzando, così, la fede dei cristiani: è questo l’obiettivo dell’Anno Paolino, indetto da Benedetto XVI per celebrare i due millenni dalla nascita dell’Apostolo delle genti. In occasione di questo grande evento, che prenderà il via il prossimo 28 giugno, il Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI… ha organizzato numerose iniziative, che sono state presentate nella Sala Marconi alla Radio Vaticana

Un’opera poetica e musicale, intitolata “Il fuoco della carità di Paolo”, una settimana biblica interdisciplinare, un concerto spirituale, un sito Internet interamente dedicato agli scritti dell’Apostolo delle genti, e poi incontri, dibattiti e tavole rotonde. Sono solo alcuni degli eventi organizzati dal Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI – Conferenza episcopale italiana – in occasione dell’Anno Paolino. In tutti gli appuntamenti, San Paolo viene presentato come uomo di conversione, uomo di confine, che riesce a parlare al mondo di oggi e in cui gli uomini del Terzo millennio si riconoscono. Don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI:

“Credo che in Paolo colgano, anzitutto, l’autenticità della sua esperienza umana. Basterebbe leggere le lettere di Paolo per accorgersi che si ha a che fare con un uomo vero, con un uomo che non ha paura di manifestare i suoi sentimenti, i suoi contraccolpi emotivi e perciò non si nasconde dietro a un ruolo, ma in qualche modo si espone a mani nude rispetto a quella che è la vicenda che gli tocca di vivere. E’ anche un uomo votato alla ricerca religiosa fondamentale, che lo porterà a superare la semplice comprensione della Torah per arrivare nell’incontro personale con Gesù di Nazareth ad individuare quel punto di svolta che consente a lui di cogliere una fede tutta singolare, che è la fede nel Dio rivelato in Gesù Cristo”.

Il progetto culturale della CEI punta, inoltre, ad evidenziare anche il ruolo di grande comunicatore avuto da Paolo nella diffusione del cristianesimo. Un aspetto su cui si rifletterà nel febbraio 2009, durante un incontro dal titolo significativo: ancora don Domenico Pompili:

“Lo abbiamo intitolato ‘Soprattutto niente giornalisti’, perchè ci sembra che Paolo sarebbe stato oggi un bravo giornalista: a lui si deve sicuramente il merito di aver sdoganato il cristianesimo dalle strette realtà della cultura ebraica per ampliarlo a dismisura a quello che era allora il mondo greco-romano. Ritegno che in fondo oggi i comunicatori abbiano una specifica missione, quella cioè di essere dei mediatori culturali, capaci di saper aiutare la gente di oggi a leggere con profondità la realtà e non a subirla semplicemente, offrendo di volta in volta chiavi di lettura interessanti, ma sempre e comunque partendo dalla realtà. Direi che il realismo di Paolo e la sua straordinaria ispirazione dovrebbero essere due elementi che in qualche modo fanno parte della cassetta degli attrezzi dei giornalisti di oggi”.

Altro evento, la mostra fotografica itinerante intitolata “Sulla via di Damasco. L’inizio di una nuova vita”. Pensata per essere ospitata in parrocchie, enti pubblici e scuole di tutta Italia, l’esposizione è suddivisa in due sezioni: una dedicata ai luoghi della vita e della predicazione di San Paolo e l’altra riguardante l’uomo nuovo nato dalla conversione. Il curatore, Eugenio Dal Pane:

“Si tratta di pannelli fotografici: abbiamo un ampio repertorio fotografico che ci è stato messo a disposizione dallo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme. Per le altre sezioni faremo, invece, riferimento ad opere d’arte per documentare come la tradizione artistica ha raffigurato San Paolo. Noi ci aspettiamo, quindi, che la Mostra continui l’opera missionaria di Paolo. L’abbiamo concepita come una mostra che deve sempre essere collocata nel cuore delle città, come strumento per annunciare a tutta la città che c’è un modo nuovo di vivere, che è quello che nasce da quando uno incontra Cristo”.

Dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009: tanto durerà l’Anno Paolino. Ma l’auspicio è che l’esempio di Saulo di Tarso continui a permeare la vita dei cristiani di tutto il mondo, diventando occasione di preghiera, riflessione e testimonianza evangelica. Luigi Sozzi, direttore del Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI:

“Come è avvenuto per il grande Giubileo, quando in Italia si è dimostrata una grande creatività di linguaggi, di strumenti per veicolare la grande proposta del Giubileo, io mi auguro che possa avvenire altrettanto e che quindi il lascito sia un investimento maggiore nella cultura e nella elaborazione creativa dell’annuncio del messaggio evangelico”.

Gli anelli della catena che la secolare tradizione vuole abbia tenuto prigioniero San Paolo a Roma, tra il 61 e il 63 dopo Cristo, sono ora esposti in un’artistica teca illuminata vicina al suo sepolcro, nella Basilica papale di San Paolo fuori le Mura. Si tratta della più importante reliquia dell’Apostolo delle Genti, che può essere venerata meglio che in passato, dalle migliaia di fedeli e pellegrini che ogni giorno affluiscono nel tempio presso l’altare della confessione.