Speciale Sinodo 8. 13° giornata: FARE UN SERIO ESAME DEGLI STILI DI VITA E DEI BENI DELLA CHIESA

chiesa.jpgDi seguito riportiamo estratti degli interventi di alcuni Padri Sinodali:  CARDINALE TARCISIO BERTONE, S.D.B., SEGRETARIO DI STATO. “Si registra, cioè una sostanziale indifferenza per una fede comunicata tramite la Sacra Scrittura, rispetto invece alla testimonianza di una persona credente, indifferenza che si accompagna ad un notevole tasso di ignoranza e soprattutto alla difficoltà di avvertirne il valore vitale. (…) Tuttavia, si nota in tanti di questi ragazzi una sorprendente disponibilità verso la Bibbia quando la sintonia si raggiunge non tanto, almeno all’inizio, per l’autorevolezza di una pagina biblica detta Parola di Dio, ma per degli adulti che li accostano come educatori pazienti e testimoni credibili del personaggio più grande che è la figura di Gesù, di persone insomma che quando dicono Parola di Dio, la mostrano nella loro vita. Se l’adulto, da educatore-amico, riesce a farsi aprire la porta del cuore del giovane, allora la Scrittura si propone come un dono che porta con sé tutte le qualità della Parola di Dio”.
CARDINALE EMMANUEL III DELLY, PATRIARCA DI BABILONIA DEI CALDEI (IRAQ). “Sono un figlio della terra d’Abramo, l’Iraq. (…) Non abbiamo lasciato niente di intentato per ottenere la pace e la tranquillità per il Paese. La situazione in alcune parti dell’Iraq è disastrosa e tragica. La vita è un calvario: mancano la pace e la sicurezza, così come mancano nella vita di ogni giorno gli elementi basilari. (…) Tutti temono il rapimento, i sequestri e le intimidazioni (…) per non parlare del numero sempre crescente di morti causati dalle autobombe e dai kamikaze che indossano cinture esplosive. (…) Vivere la parola di Dio significa per noi testimoniarla anche a costo della propria vita, com’è accaduto finora ed ancora accade con il sacrificio di vescovi, sacerdoti e fedeli. (…) Per questo, vi supplico di pregare per noi e con noi il Signore Gesù, Verbo di Dio, e condividere la nostra preoccupazione, le nostre speranze e il dolore delle nostre ferite, affinché la Parola di Dio fatta carne rimanga nella sua Chiesa e insieme a noi come buon annunzio e come sostegno. Sedici dei nostri sacerdoti e due vescovi sono stati rapiti e rilasciati dopo un riscatto molto elevato. Alcuni di loro appartengono alla schiera dei nuovi martiri che oggi pregano per noi dal Cielo: l’Arcivescovo di Mosul, Faraj Rahho, Padre Raghid Ganni, altri due sacerdoti e altri sei giovani”.

VESCOVO JAVIER ECHEVARRĺA RODRĺGUEZ, PRELATO DELL’OPUS DEI. “Nella via dei santi l’incontro con la Parola di Dio attraverso la lettura della Sacra Scrittura ha prodotto un cambiamento radicale nell’esistenza. Dobbiamo cercare di avere tutti, noi, i nostri sacerdoti e i laici, una profonda sete di Gesù Cristo, vivendo ogni scena del Vangelo come un personaggio tra gli altri. (…) È opportuno che noi pastori, nel sacramento della Confessione, raccomandiamo spesso ai fedeli la lettura del Vangelo, insegnando a partecipare in quanto lì ci viene narrato e invitando i penitenti ad offrire anch’essi questo stesso consiglio ai colleghi, ai famigliari, agli amici. (…) È necessario far sì che tutti noi cristiani, come i santi, cerchiamo di portare questi testi alla nostra vita personale di ogni giorno, per trasformarla. (…) Sarebbe conveniente promuovere iniziative volte a diffondere tra i fedeli questo atteggiamento di preghiera e di raccoglimento interiore di fronte al Vangelo, per far sì che incida realmente nella nostra vita quotidiana. Ritengo inoltre che sia molto opportuno curare la lettura ben fatta, cioè davvero vissuta, dei testi della Messa, non come una declamazione, ma con la certezza che Dio stia parlando a loro e alla comunità”.
VESCOVO JOSEPH NGUYEN CHI LINH, DI THANH HOA (VIÊT NAM). “Il Vangelo è stato proclamato per la prima volta nella nostra terra agli inizi del XVI secolo nel doloroso contesto di una guerra intestina tra due regni di fratelli nemici. (…) Immersi in una storia intessuta di odio, di guerre ideologiche e di limitazioni discriminatorie, i nostri cristiani sono sempre più convinti che solo la Parola di Dio li possa conservare nell’amore, nella gioia, nella pace, nella comunione e nella tolleranza. (…) Un episodio merita di essere citato, per dimostrare che la Parola di Dio continua a sostenere la Chiesa in Viêt Nam. Si tratta delle conversione in massa di migliaia di persone appartenenti a minoranze etniche, poco dopo la canonizzazione dei 117 Martiri del Viêt Nam nel 1988. La cosa curiosa è che molti hanno ammesso di aver ascoltato la Radio protestante a Manila, nelle Filippine, ma si sono convertiti al cattolicesimo in Viêt Nam. Così, i protestanti seminano e i cattolici mietono. La Parola di Dio, risuonando da molto lontano e raggiungendo le loro orecchie, è diventata fonte di speranza per queste persone disperse fra le montagne, prive di tutto e senza futuro. In conclusione, vorrei ribadire, in quanto cristiano vietnamita, la convinzione che nelle persecuzioni la nostra grazia più grande è la fedeltà alla Parola di Dio”.
PROFESSOR ANDREA RICCARDI, FONDATORE DELLA COMUNTIÀ DI SANT’EGIDIO (ITALIA). “Gregorio Magno insegna: la Parola cresce con chi la legge. Illumina i poveri, guidandoci a capire che stare vicino a loro è esserlo a Cristo stesso. Fa emergere la dimensione strutturante del cristiano: il discepolo. (…) In un tempo di turbinio di parole, la Parola è incatenata da progetti, protagonismo, letture ideologiche. (…) ‘Evangelizzare non è tecnica, ma traboccare della Parola. Il Sinodo può essere il momento opportuno per far maturare nel popolo di Dio una stagione di amore per la Scrittura. Forti di un secolo di cultura biblica, non è tempo per sviluppare la devozione alla Sacra Pagina tra il popolo di Dio? L’uomo e la donna cristiani diverranno allora – dice Crisostomo – ‘semplici con intelligenza’ in un mondo complesso”.
LUIS FERNANDO FIGARI, SUPERIORE GENERALE DELLA SOCIETÀ DI VITA CRISTIANA (PERÙ) “Papa Paolo VI pose in evidenza la dimensione comunicativa della rivelazione divina nella “Ecclesiam suam”. (…) La Parola eterna incarnata parla un linguaggio umano e manifesta il mistero di Dio e del suo progetto, come pure il mistero dell’essere umano, la grandezza della vocazione e dell’orizzonte della realizzazione personale (…). In tale percorso è fondamentale la padronanza di un silenzio attivo che implica non solo il debito ascolto, ma l’ascolto “in Ecclesia”, aprendo il cuore all’interiorizzazione ed adesione alla Parola di Dio. La Parola ascoltata e accolta, alimenta in noi la fede nella mente, trasformando i nostri criteri fino ad arrivare ad avere ‘la mente di Cristo’ (…); che ci invita alla fede nell’azione, consapevoli che sono ben accolti coloro che “udendo la parola la pongono in pratica”.