“Non fermiamoci solo al passato perchè voi siete una piccola chiesa benedetta da Dio. I pastori, deboli e peccatori, sono stati chiamati a ricevere l’annuncio di gioia e salvezza”. Con queste parole accorate il Vescovo Mons. Armando Trasarti ha celebrato la S. Messa con i detenuti (180 circa) e la Polizia Penitenziaria (130 agenti) della casa circondariale di Fossombrone… Un appuntamento annuale che si ripete anche la mattina di Pasqua. Erano presenti il cappellano don Guido Spadoni, il diacono Fabio Bilancioni. Nota particolare: le letture della Parola di Dio sono state proclamate da tre detenuti ed anche per il canto vi era un piccolo coro costituto per l’occasione. Il Vescovo ha ricevuto il saluto da un detenuto all’inizio della S. Messa: “Grazie padre per ciò che fa per noi, per la sua premura e attenzione per ciascuno di noi”. Il Vescovo ha avuto parole di apprezzamento per il cappellano don Guido che, a nome della diocesi, da dieci anni svolge parte del suo ministero a favore dei detenuti, essendo anche parroco di Montebello-Rupoli; parole di gratitudine anche per Sr. Camilla Vinci, il maestro Rossi che svolgono servizio di volontariato con i detenuti, specie nell’ambito del carcere. “L’incontro con voi mi commuove – ha proseguito il Vescovo – perchè vi penso mentre la vostra mente e anima corre ai vostri cari di casa; siate certi: non dubitate mai della mia venuta in mezzo a voi”. Il Vescovo cita, poi, un testo di Giovanni Paolo II in occasione della sua visita al carcere di Rebibbia nel dicembre del 1983: “Il Natale, Gesù lo ha vissuto lontano dalla sua casa, nel contesto squallido e anonimo di una grotta, in una situazione di pratica emarginazione. Ricordate la scarna ma eloquente annotazione dell’Evangelista: “Non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2, 7)? Se poi alla scena aggiungete quel che succederà ben presto, cioè la fuga precipitosa in Egitto e la prolungata permanenza in terra d’esilio (cf. Mt 2, 13 ss.), il quadro è completo. Non vi pare – prosegue Giovanni Paolo II – che vi siano elementi più che sufficienti per poter guardare al presepe con la fiducia che quel Bimbo adagiato nella mangiatoia è perfettamente in grado di capire il vostro stato d’animo? Sì, egli vi capisce e vi invita a non perdervi d’animo, ma a fare delle stesse circostanze difficili, nelle quali vi trovate, l’occasione di quella riuscita interiore, da cui dipende il vostro futuro. Non è forse questo il messaggio più vero del Natale? Da Cristo che nasce, ogni essere umano è invitato a rinascere a un senso più vivo della propria dignità e dei doveri che da tale dignità derivano. Nel neonato Salvatore, per altro, egli può trovare la luce e il sostegno necessari per individuare la strada di tale rinascita e per riuscire poi, giorno dopo giorno, a percorrerla”. Due i segni più significativi: la consegna di una sostanziale somma di denaro del Vescovo ai detenuti, tramite il cappellano, per la realizzazione di un campo sintetico all’interno del carcere, soldi derivanti dalle offerte che il Vescovo ha ricevuto e dalla sua stessa carità di cui dispone secondo le varie necessità. Successivamente è stato consegnato ad ogni detenuto l’ultimo numero della rivista “Un mondo a quadretti” diretto da Giorgio Magnanelli al quale contribuiscono gli stessi detenuti con la realizzazione di articoli, commenti, rubriche varie. Prima di concludere la celebrazione un detenuto ha voluto rivolgere gli auguri di Natale e ai detenuti citando l’ultimo libro del cardinal Carlo Maria Martini, sul tema della giustizia e del riscatto per ogni uomo. Grande entusiasmo, infine, nel voler realizzare una foto con una parte dei detenuti con il Vescovo da poter avere nella propria cella.
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