Kasper "L'indulgenza? Va legata strettamente alla Riconciliazione. Diversamente non è comprensibile".

“L’anno paolino, che incrocia all’inizio il decennio di preparazione alla ricorrenza giubilare di Lutero del 2017, è stata un’occasione per chiarire che la pratica dell’indulgenza, il cui abuso e fraintendimento hanno originato la divisione della Chiesa occidentale, nonostante le persistenti differenze ecclesiologiche, ha di fatto molti più elementi comuni di quanto non sembri”... E’ l’opinione del card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, riportata oggi da L’Osservatore Romano. “L’indulgenza – spiega il porporato – ricorda la necessità di salvezza e che quest’ultima può realizzarsi solo attraverso Gesù Cristo. Ricorda il carattere di penitenza e di lotta spirituale della vita cristiana. Non vuole essere vincolante, ma un’offerta pastorale utile e benefica per affrontare, con la grazia di Dio e l’aiuto dell’intercessione di tutta la comunione dei santi, la lotta contro il potere e la violenza del male”. Perciò, scrive il card. Kasper, “non la si dovrebbe banalizzare facendo eccessive concessioni ad argomentazioni che hanno poco a che fare con l’istanza dell’indulgenza stessa”. Per il cardinale, “le vecchie polemiche sugli antichi abusi non hanno più motivo d’essere e gli stereotipi aggiornati non corrispondono più alla realtà di oggi”. Quella dell’indulgenza, prosegue il card. Kasper, “non è una questione marginale della fede e dell’ecumenismo. Ci pone davanti all’espiazione dell’esistenza cristiana, ossia al fatto che la vita è pentimento costante, penitenza e lotta spirituale permanenti. Una vita del genere è possibile soltanto grazie alla forza della grazia inesauribile di Gesù Cristo e al sostegno dell’intera comunità ecclesiale”. Un’idea, questa, che “riesce difficile anche a molti cristiani cattolici”, perché “contrasta con l’imborghesimento dell’essere cristiani, con una vita cristiana soft, che non prende sul serio la realtà dei peccati e delle loro conseguenze e per la quale la salvezza personale non è più un problema”. Secondo il cardinale, “la pratica delle indulgenze diviene veramente comprensibile soltanto se la si lega sacramento della penitenza. Di fatto l’indulgenza presuppone il pentimento personale e la ricezione dei sacramenti della penitenza e dell’eucaristia. Implica quindi il perdono dei peccati”. “Nessun altro ha descritto tanto efficacemente questa lotta constante come Paolo stesso”, osserva il card. Kasper: “Tuttavia non è così che otteniamo il perdono dei peccati. Questo infatti contrasterebbe essenzialmente con il messaggio paolino della giustificazione tramite la grazia. Si tratta più che altro di forme di penitenza e di lotta spirituale che fanno parte della vita di ogni cristiano”.