Eccellenza Reverendissima, sono lieto di rivolgermi anche quest’anno a Lei e ai fedeli che fanno parte di codesta porzione del Popolo di Dio per sostenere la sensibilità a favore dei fratelli cristiani di Terra Santa, i quali, insieme agli abitanti di vaste regioni del Medio Oriente, aspirano da lungo tempo alla pace e alla tranquillità ancora tanto minacciate…La Chiesa Universale segue con forte preoccupazione la situazione resa instabile da diversi gravi problemi. Il primo è l’assenza della pace. La gioia natalizia è stata, infatti, ferita dalla violenta ripresa delle ostilità nella striscia di Gaza. Tra le innumerevoli vittime si contano molti bambini del tutto innocenti. Proprio a Natale è stata offuscata la speranza recata dal Bambino di Betlemme, dopo l’incoraggiante sostegno spirituale e materiale ricevuto dalla popolazione cristiana dai pellegrini che nell’anno 2008 hanno addirittura superato quelli del Giubileo dell’anno 2000.
Nel corso dell’Assemblea Sinodale dell’ottobre scorso, i Patriarchi e gli Arcivescovi Maggiori Orientali Cattolici avevano posto nelle mani del Santo Padre un vibrante appello di pace ispirato alla Parola di Dio: l’Apostolo Paolo, infatti, ci ha consegnato la straordinaria certezza che “Cristo è la nostra pace” (Ef 2,14). Tale appello, indirizzato al mondo intero, conserva tutta la sua attualità.
Ma è, soprattutto, Papa Benedetto XVI a confortare costantemente i cristiani e tutti gli abitanti di Terra Santa con parole e gesti di straordinaria premura uniti al suo desiderio di recarsi pellegrino sulle orme storiche di Gesù. Davanti al mondo nel giorno del Natale del Signore e poi nella solennità della Santa Madre di Dio, Egli ha perorato le sorti della pace in quella Terra. La sollecitudine pontificia ha trovato una eco del tutto singolare nell’incontro con gli Ambasciatori di cento settantasette Nazioni accreditati presso la Santa Sede all’inizio del nuovo anno. Così si è espresso il Pontefice: “La nascita di Cristo nella povera grotta di Betlemme ci conduce naturalmente ad evocare la situazione nel Medio-Oriente e, in primo luogo, in Terra Santa, dove, in questi giorni, assistiamo ad una recrudescenza di violenza che provoca immensi danni e immense sofferenze alle popolazioni civili… Una volta di più, vorrei ripetere che l’opzione militare non è una soluzione e che la violenza, da qualunque parte essa provenga e qualsiasi forma assuma, va condannata fermamente” (L’Osservatore Romano, 9 gennaio 2009, p. 8).
La ferita aperta dalla violenza acuisce il problema dell’emigrazione, che inesorabilmente priva la minoranza cristiana delle migliori risorse per il futuro. La Terra che fu culla del Cristianesimo rischia di rimanere senza cristiani.
Nell’Udienza Generale di Mercoledì 1º ottobre 2008, il Santo Padre Benedetto XVI aveva già sottolineato chiaramente le origini bibliche della attenzione alla Terra Santa: “Forse non siamo più in grado di comprendere appieno il significato che Paolo e le sue comunità attribuirono alla colletta per i poveri di Gerusalemme. Si trattò di un’iniziativa del tutto nuova nel panorama delle attività religiose: non fu obbligatoria, ma libera e spontanea; vi presero parte tutte le Chiese fondate da Paolo verso l’Occidente. La colletta esprimeva il debito delle sue comunità per la Chiesa madre della Palestina, da cui avevano ricevuto il dono inenarrabile del Vangelo”. Il Papa aggiunse: “Tanto grande è il valore che Paolo attribuisce a questo gesto di condivisione che raramente egli la chiama semplicemente “colletta”: per lui essa è piuttosto “servizio”, “benedizione”, “amore”, “grazia”, anzi “liturgia” (2 Cor 9). Sorprende, in modo particolare, quest’ultimo termine, che conferisce alla raccolta in denaro un valore anche cultuale: da una parte essa è gesto liturgico o “servizio”, offerto da ogni comunità a Dio, dall’altra è azione di amore compiuta a favore del popolo” (L’Osservatore Romano, 2 ottobre 2008, p. 1).
La Congregazione per le Chiese Orientali segue a nome del Santo Padre la comunità ecclesiale di Terra Santa e si fa, perciò, interprete della Sua amorevole sollecitudine, rinnovando l’esortazione a tutti i cattolici affinché contribuiscano anche materialmente al sostegno di cui necessitano i Luoghi Santi. Ed è onorata di assicurare il vivo ringraziamento del Papa e la Sua preghiera per quanti nel prossimo Venerdì Santo prenderanno a cuore la tradizionale Colletta pro Terra Sancta.
Le Chiese di rito latino e dei diversi riti orientali, che beneficiano di tale indispensabile aiuto, esprimono la loro riconoscenza nella costante preghiera per le Chiese particolari del mondo intero.
Ho avuto prova di questi sentimenti nel pellegrinaggio che ho compiuto dal 24 febbraio al 2 marzo 2008 nei Luoghi Santi, rilevando con gioia l’unità di intenti dei pastori e dei fedeli nella missione ecclesiale, e la loro sensibilità ecumenica e interreligiosa. Ovunque ho promesso la premura di questo Dicastero e della Chiesa nella certezza di avere da tutti i Vescovi cattolici conferma della generosità sempre mostrata verso Gerusalemme e la Terra del Signore Gesù.
Per opportuna informazione unisco un documento curato dalla Custodia di Terra Santa e una nota di questa Congregazione, che attestano le opere realizzate grazie alla Colletta dell’anno 2008.
Con l’intera comunità cattolica dei Luoghi Santi mi è gradito di invocare su di Lei e su tutti i collaboratori la benevolenza di Colui che “ama chi dona con gioia” (2 Cor 9,7), mentre mi confermo, in spirito di fraternità episcopale,
Suo dev.mo nel Signore
Leonardo Card. Sandri
Prefetto
Antonio Maria Vegliò,
Arcivescovo Segretario