"Felice di poter mettere le mie competenze a disposizione di chi ha bisogno". La dottoressa Tania Ordonselli dirige l'ospedale da campo a L'Aquila

Tania_Ordonselli.jpgLa dottoressa fanese Tania Ordonselli, 35 anni, ha assunto da giovedì 9 aprile la direzione dell’ospedale da campo della Regione Marche allestito nei pressi del nosocomio de L’Aquila, reso inagibile dal terribile sisma di lunedì notte che ha devastato numerosi comuni dell’Abruzzo. Il medico è partito… ieri mattina alla volta del CAPI (Centro assistenziale di pronto intervento) di Passo Varano (An) dove ha raggiunto una trentina di altri volontari (tutti medici e infermieri) delle altre province marchigiane pronti a dare il cambio ai colleghi che, fin dal giorno del terremoto, hanno prestato assistenza medica alla popolazione aquilana
La dott.ssa Ordonselli, con solida esperienza nei pronto soccorso delle Marche (Ancona, Civitanova Marche, Osimo, Fano e attualmente lavora presso l’ospedale di Macerata), da anni fa parte dell’associazione ARES (Associazione Regionale Emergenza Sanitaria e Sociale) che ha sede presso l’ospedale regionale di Torrette di Ancona ed ha una formazione specialistica in medicina delle catastrofi. L’ARES, presieduta dal dott. Marco Esposito, primo medico dell’associazione a raggiungere il luogo della sciagura e a cui la dottoressa fanese darà il cambio, è la componente sanitaria della Protezione Civile: medici, psicologi, infermieri e tecnici sanitari volontari che, in caso di disastri, intervengono in stretta collaborazione con la Protezione Civile regionale e nazionale. A L’Aquila, come in occasione di scenari simili, è stato allestito un ospedale da campo dotato di sala chirurgica e apparecchiature per diagnostica avanzata, già utilizzato con successo in diverse emergenze, come per esempio il terremoto che nel dicembre 2005 ha devastato parte del Pakistan.
In questi primi giorni di emergenza sono stati accettati più di 200 pazienti e si continua ad operare in integrazione con i sanitari locali. «È sempre difficile partire in occasioni come queste, perché il dolore per quanto accaduto è grandissimo, incolmabile -confida la dottoressa Ordonselli-. Ma io, come tutti gli altri volontari che danno la propria disponibilità, sono felice di poter mettere le mie competenze a disposizione di chi ha bisogno. Il pianto di gioia di un genitore che può riabbracciare il proprio figlio, o di un bambino che vede salvare mamma e papà è la ricompensa più grande che ci possa essere».