Nella piena estate dell’Agorà dei Giovani Italiani, quando il Santo Padre sarebbe arrivato nella Piana di Montorso, egli stesso ha voluto farsi precedere con la nomina del nuovo Pastore per la Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola… Don Armando Trasarti, dall’arcidiocesi di Fermo, era inviato quale successore degli apostoli nella sede vescovile di Fano. A distanza di due anni il suo ministero lo si può paragonare quale seme gettato nel terreno: ha iniziato a germogliare, a mettere le radici, a fondarsi e radicarsi nel «terreno buono» ben cosciente che il frutto è opera unica di Dio. I sacerdoti, sin dalle prime mosse pubbliche e private, hanno percepito con evidente lucidità il calibro del neo pastore. Un parlare spoglio da ogni formalismo, diretto, immediato. Prima ti arriva lo sguardo poi la parola che conferma ciò che gli occhi han da dire. I laici stessi si sono sentiti accolti, amati, abbracciati. È andato loro incontro senza attendere che questi venissero a lui. In fin dei conti è la missione della Chiesa: andare in mezzo alla gente, al popolo, in nome di Dio. Nella sua prima lettera pastorale dello scorso anno “Comunione, corresponsabilità, collaborazione” il vescovo Trasarti ha delineato quella rete di relazioni importanti e necessarie per il bene agire e il ben servire il popolo. Il tempo presente e avvenire saranno certamente propizi per il radicamento e la crescita di quanto annunciato e la verifica concreta del vissuto pastorale. Due anni, nel contempo, caratterizzati anche da un non risparmiarsi come vescovo, visitando ogni realtà ecclesiale, civile, sociale, culturale. Han visto la sua presenza e parola luoghi come il carcere di Fossombrone, gli ospedali sparsi nel territorio, circoli ricreativi, consigli di amministrazioni di banche, in mezzo agli studenti a scuola, nei conventi di clausura, lungo la spiaggia celebrando Messa. Domanda: ci può essere il rischio per un vescovo, come per un parroco, di consumarsi e non dare più nulla? Ovviamente, ma con un particolare distinguo: se la fonte primaria ed unica rimane la preghiera, l’Eucaristia, l’adorazione ed una vita spirituale nutrita e nutriente. Quando si va al popolo, si va dunque in nome di Dio. E questo la gente lo capisce e come. Ad ottobre ricorrerà il suo ingresso. Auguri Eccellenza, buon cammino nella fedeltà a Dio e all’uomo.
Ufficio Comunicazioni Sociali