(testo della lettera al clero) Carissimi, oggi noi tutti abbiamo chiara la coscienza di essere “ministri della Parola”, ma per essere tali occorre essere ascoltatori assidui della Parola, curvati dalla Parola, abitati dalla Parola. Nella comunità del Signore tutti, anche i maestri… (At 13,1; 1 Cor 12,28; Ef 4,11) restano sempre discepoli dell’unico vero Maestro, Gesù Cristo, e quelli che sono incaricati di annunciare la Parola restano sempre al servizio della Parola (At 6,4). Quando il presbitero predica, la Parola che egli annuncia risuona per lui come discepolo. L’omelia è diaconia dell’evangelo ma anche fonte di vita spirituale del presbitero: de ore tuo te iudico (Lc 19,22).
C’è una espressione nel discorso di Paolo ai vescovi-presbiteri di Efeso che rappresenta un basilare orientamento per noi. “Io vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia” (At 20,32). Paolo non affida la Parola ai ministri, ma affida i ministri alla Parola! Prima di essere portatori della Parola, essi stessi sono portati dalla Parola di Dio.
Non dimentichiamolo mai: noi portiamo la Parola agli altri solo se siamo portati dalla Parola. Ma cosa significa questa espressione forte e paradossale: “affidati alla Parola”? Significa che noi mettiamo la nostra fede nella Parola di Dio e non in noi stessi o in altre realtà.
Come è possibile al vescovo, e di conseguenza al presbitero, di presiedere con exousìa, con autorevolezza la Chiesa?
Il Cardinale Ratzinger, oggi Benedetto XVI così risponde: “Non è necessario che il vescovo (si intenda anche il presbitero) sia uno specialista in teologia, ma egli deve essere un maestro di fede. Ciò suppone che sia in grado di vedere la differenza tra fede e riflessione sulla fede: in altre parole, deve possedere il sensus fidei… Sono convinto che la lectio divina è l’elemento fondamentale nella formazione del senso della fede” (J. Ratzinger, in Consilium Conferenziarium Episcopalium Europae, Roma 2001).
E Giovanni Paolo II nella Pastores dabo vobis n. 26 così scrive : “Il sacerdote deve essere il primo “credente” alla Parola, nella piena consapevolezza che le parole del suo ministero non sono “sue”, ma di colui che lo ha mandato. Di questa parola egli non è padrone: è servo”.Vi invito al RITIRO MENSILE GIOVEDI’ 5 novembre presso i Cappuccini di Fossombrone alle ore 9,30. Ci aiuterà nella meditazione il Vescovo di Città di Castello S. E. Mons. Domenico Cancian.
(Il testo della meditazione con le domande di riflessione sarà distribuito e potrà anche servire come contributo per la riunione spirituale di Vicaria o di Comunità Pastorale).
+ Armando Trasarti
Vescovo