Il brano di Vangelo della liturgia di quessta domenica ci racconta l’incontro tra la donna adultera e Gesù.
Ufficialmente è inserito nel vangelo di Giovanni, ma molti studiosi ritengono che appartenga all’evangelista Luca, per i temi trattati, per lo stile e il linguaggio utilizzati…
Se settimana scorsa abbiamo incontrato la parabola del Padre misericordioso, in questa domenica ci viene narrato un esempio concreto di come il Padre, in Gesù Cristo attua la sua misericordia. È un brano ricco di significato simbolico.Gesù scrive nella sabbia… un Dio che si prosta difronte al peccatore…
Molti lungo la storia, si sono chiesti: “che cosa ha scritto Gesù in terra con il dito?”
Ma soffermiamoci sul senso del gesto: Gesù, difronte alla peccatrice, non punta il dito come hanno fatto gli scribi e i farisei, ma tocca la terra; si piega difronte a questa donna. Toccare la terra e la polvere significava diventare impuri (non per niente vigevano molte prescrizioni per lavarsi spesso, e non solo per motivi igienici).
Ecco, siamo difronte ad un Dio che sceglie di piegarsi difronte al peccatore, di condividere con lui la sua condizione di fallimento.
Lo Sprito è il dito di Dio…. una nuova creazione…
In un bellissimo inno della liturgia, lo Spirito Santo è chiamato Il dito della destra di Dio; è lo stesso dito che Michelangelo nella cappella sistina evidenzia, quando nella creazione il dito di Dio tocca quello dell’uomo; anche nel brano di oggi siamo difronte in fondo ad una nuova creazione: quella donna era destinata alla morte e invece Gesù la riporta alla vita, donandole speranza nuova.
La Comunità cristiana, luogo di misericordia
In questa quaresima ci stiamo allenando per irrobustire e fortificare i nostri sensi spirituali perché possiamo capire innanzitutto che quella donna peccatrice è simbolo di tutta la comunità cristiana che spesso si allontania dal suo Dio, ma nonostante questo, lui non la abbandona, non la condanna, ma la rigenera.
In questa quaresima ci alleniamo per prendere sempre più coscienza del senso del cammino spirituale: chiediamoci: lo facciamo perché vogliamo acquisire privilegi, rivendicare diritti come facevano i farisei, oppure perché vogliamo rivolgere a tutti e a tutto uno sguardo di misericordia, essere testimoni di una giustizia che rivitalizza e non uccide?
In questa domenica proviamo a concentrarci sulle nostre mani e a vedere se le utilizziamo per additare gli altri, per condannare, oppure se sono mani aperte all’accoglienza, se si stringono per aiutare gli altri a risollevarsi.
Buon cammino e attendiamo la Pasqua nella gioia del più intenso desiderio spirituale.