Il seminario di studio e riflessione pastorale “Peccato e conversione” ha vissuto il suo momento culminante con la relazione e la presenza di P. Federico Lombardi, portavoce del Papa e della Santa Sede. Gli altri relatori sono stati l’arcivescovo di Bari monsignor Francesco Cacucci. “C’è un rapporto decisivo nel rapporto tra Chiesa e scandali: è tra Vangelo e peccato e Vangelo e peccatore. L’arcivescovo di Bari Francesco Cacucci ha puntualizzato sia questo duplice reciprocità sia nel rapporto tra ministri, peccatori e relazione con i laici partendo dall’espressione di S. Paolo il tesoro in vasi di creta. “La povertà umana – ha detto Cacucci – rappresentata da questa immagine vasi non è tanto la fragilità intesa come presenza nell’apostolo di debolezze e peccati, ma è piuttosto la natura povera e umile, e non gloriosa e trionfante, di un uomo che è stato rivestito di così grande missione. Ogni membro della Chiesa è destinatario dell’annuncio evangelico e allo stesso tempo è annunciatore e testimone delle opere di grazia compiute da Dio”.
Al seminario sui vari scandali della Chiesa è intervenuto il monaco camaldolese Salvatore Frigerio. “La chiave dell’invito al coinvolgimento con la storia è l’ascolto – ha detto Frigerio – arte certamente non facile ma indispensabile per comprendere i linguaggi diversi che sfidano il nuovo tempo della Chiesa e il suo linguaggio dai caratteri ormai obsoleti per l’uomo di oggi e soprattutto per i giovani di oggi. La differenza dei linguaggi sta minando anche il dialogo interno alle famiglie e alle stesse differenze generazionali giovanili. Ascoltare e essere ascoltati comporta un impegno serio, familiare e pastorale, per ricostruire rapporti allentati, se non addirittura sfilacciati dalla perdita di una comunicazione capace di attuare rapporti nuovi di condivisione, promotori di quell’accadere della Parola che sola può ricreare e fare nuove tutte le cose”. Ma come si vive l’accompagnamento, cosiddetto in trincea, verso le persone incriminate. Nei trentacinque anni di lavoro al fianco di sacerdoti con diverse patologie ha portato la sua esperienza il diacono Marco Ermes Luparia, presidente dell’apostolato accademico salvatoriano di Roma. “Nel disagio sacerdotale osserviamo, in modo particolare, il burnout (esaurimento psicofisico totale, quale frutto dello stress), spesse volte non riconosciuto e che non ha nulla a che fare con il peccato, ma che portare all’abbandono del sacerdozio, convincendolo di aver sbagliato tutto nella sua vita”. Questa è una ferita al pari di altre ferite nel sacerdozio, legata più strettamente alla sessualità.
Intervento sostanziale è stato quello di P. Federico Lombardi, gesuita, portavoce della Santa Sede, direttore del Centro Televisivo Vaticano e Radio Vaticana. P. Lombardi ha portato le prospettive di Papa Benedetto XVI. “Per il portavoce della Santa Sede “bisogna fare più in fretta e di più perché la gravità delle conseguenze nella vita delle persone e la fiducia o meno che circonda la Chiesa sono drammatiche”. Per la Chiesa attende oggi e per i mesi futuri un compito enorme, ponendolo pertanto come un tema importante. Averlo posto, però, non vuol dire ovviamente che sia un tema risolto. “Qui gioca un ruolo cruciale le conferenze episcopali dei singoli paesi – ha evidenziato P. Lombardi -. La conferenza episcopale tedesca, per esempio, è stata la prima ad intervenire in modo deciso e fermo, approvando un documento a fine agosto, quando il problema in terra tedesca era scoppiato a gennaio. In altri paesi si stanno organizzando e la questione non è facile”.