"Ai giovani non dite che sono il vostro futuro: non impareranno mai ad essere il presente". Messaggio del Vescovo a studenti, docenti, personale scolastico nell'avvio della scuola

(Messaggio integrale) “Care studentesse, cari studenti, stimati docenti e personale scolastico, un nuovo anno sta per iniziare. Per alcuni di voi, pensando ai bambini e ai ragazzi che si affacciano per la prima volta all’avventura scolastica, l’inizio della scuola rappresenta un mondo completamente nuovo, affascinante, senza nasconderci qualche timore. Per altri, invece, l’esperienza scolastica vi sta accompagnando da diversi anni e, per molti, questo sarà l’ultimo anno, per spendersi successivamente nella specialistica universitaria e nel mondo del lavoro.

A tutte e a tutti voi la mia affettuosa vicinanza, soprattutto in questo momento che, come avete appreso recentemente, la sofferenza fisica mi chiede di ridimensionare il servizio di padre in questa Diocesi, senza per questo venir meno al generoso servizio dovuto alla Chiesa come ho sempre fatto e desidero vivere con l’aiuto di Dio.

Prendendo spunto da questa situazione, e pensando a tante realtà di dolore che abitano nelle famiglie, chiedo con passione evangelica e determinazione educativa che la scuola sappia sempre più svolgere il servizio di preparatrice alla vita. Come nello sport si viene preparati per affrontare una gara ed una sfida, così gli anni della scuola siano attenti e profetici nell’insegnare a voi ragazzi l’arte di vivere e di vivere bene.

In questo prezioso e delicato compito siate voi, insegnanti, i primi testimoni credibili con la vostra vita; la stessa disciplina che insegnate sia da volano per offrire agli studenti, figli di oggi e del domani, ragioni di speranza fondata su una umanità rinnovata. Le prove che la vita pone chiedono di non essere improvvisati nell’affrontarle con umiltà, condivisione, saggezza.

Ma in questo esercizio educativo penso anche al mondo della politica, agli uomini e alle donne chiamate a dare un volto al bene di tutti e per tutti. Il Paese ha bisogno di ritornare a quelle relazioni originarie e costitutive che ogni uomo vive, a partire da quelle fondamentali legate alla famiglia. Bisogna ritornare con energia a credere che l’altro, accolto fino in fondo e partendo da un senso adeguato della vita, può dare sempre ricchezza. La politica e le istituzioni debbono servire a governare questa ricchezza senza pretendere di gestirla in maniera esclusiva: tutta la politica deve assumersi fino in fondo le proprie responsabilità per favorire la vita nel lavoro precario, nell’incertezza del futuro, nella fragilità delle relazioni. Lavoro, famiglia sono alcuni elementi che rendono saldo il nostro Paese, ma necessitano di investimento del pensiero e di una sapiente concertazione.

Cari insegnanti, grazie del vostro servizio di docenti, del vostro apporto di vita personale tra le pieghe e le piaghe della fatica di educare. Ai vostri ragazzi non dite solo che sono il vostro futuro, altrimenti non impareranno mai ad essere il nostro e loro presente.

In conclusione desidero salutare con affetto i tanti giovani che hanno preso parte alla Gmg a Madrid. Ora che siete ritornati sui banchi di scuola e all’università siate testimoni contagiosi della fede in Gesù, consapevoli che i vostri amici hanno fame e sete dell’amore a Cristo e alla Chiesa.

Maria santissima insegni a noi tutti la tenerezza per saper apprendere dalla vita il bene e ridare alla nostra umanità il bene che ricerca”.

+ Armando Trasarti

Vescovo