Il Consiglio episcopale permanente della Cei, nel comunicato di venerdì 30 settembre 2011, rende note le nomine realtive ai vari uffici della Cei e settori collegati ad essa. Tra essi si evidenziano nel nomine dell’economo generale della Cei don Rocco Pennacchio, della diocesi di Matera, 48 anni ordinato sacerdote nel 1998, vocazione adulta con un passato di bancario. Nel settore dell’azione cattolica italiana confermati Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per il Settore Giovani: don Vito Piccinonna (Bari – Bitonto); Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per l’Azione Cattolica Ragazzi: don Dino Pirri (San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto).
TESTO COMUNICATO
Piena consonanza e sincera gratitudine ha raccolto la prolusione con cui il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, ha aperto i lavori della sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente (Roma, 26-29 settembre 2011). Egli ha offerto una riflessione a tutto campo, caratterizzata dalla preoccupazione per le conseguenze della crisi economica e sociale che colpisce soprattutto le fasce deboli, ma anche animata dalla ferma volontà di offrire all’Italia il contributo specifico dell’esperienza cristiana.
Consapevoli dell’impossibilità di rimanere “spettatori intimiditi” e rassegnati a subire una sorta di “oscuramento della speranza collettiva”, i membri del Consiglio Permanente – riprendendo e approfondendo l’analisi “severa, coraggiosa e pacata” del Presidente – non si sono sottratti alla responsabilità di un ascolto attento del presente, volto a favorire il discernimento e il giudizio. L’orizzonte ermeneutico della Giornata Mondiale della Gioventù (Madrid, 16-21 agosto 2011) e del Congresso Eucaristico Nazionale (Ancona, 3-11 settembre 2011) ha fornito gli elementi per una lettura di fede anche di questo tempo. Nelle “fotografie” emerse dal confronto appare un Occidente scosso da una globalizzazione non governata e da un generale calo demografico e, nel contempo, incapace di correggere abitudini di vita che lo pongono al di sopra delle proprie possibilità. Di qui la questione etica, che investe la cultura in molti ambiti, e il rischio diffuso di un progressivo impoverimento delle famiglie, a fronte di provvedimenti economici che stentano a contenere la gravità della crisi.
I Vescovi hanno dato voce alle molteplici iniziative con cui la Chiesa sostiene il bene comune, da quelle caritative a quelle formative, educative e culturali, volte anche a favorire l’adesione ai valori dell’umanizzazione – o valori irrinunciabili, per cui l’etica della vita è fondamento dell’etica sociale – e la partecipazione attiva dei cattolici alla vita pubblica. Nello specifico, ha preso forma l’urgenza di “concorrere alla rigenerazione del soggetto cristiano”, ossia alla riproposta in chiave sociale dell’esperienza di fede, riconosciuta come questione decisiva.
In questa prospettiva, il Consiglio Permanente ha formulato il programma di lavoro della CEI per il quadriennio 2012-2015, mettendo a fuoco soggetti e metodi dell’educazione cristiana; ha approvato il proprio contributo di studio sui Lineamenta della prossima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dedicata al tema della nuova evangelizzazione; ha esaminato la bozza del testo esplicativo, per la situazione italiana, delle Linee-guida della Congregazione della dottrina della fede circa gli abusi sessuali su minori compiuti da chierici; ha discusso una prima ipotesi di lavoro in vista della prossima Settimana Sociale dei cattolici italiani.
Si è inoltre proceduto alla verifica dell’andamento del Prestito della speranza, all’approvazione del messaggio per la Giornata per la vita del 2012 e al vaglio della proposta di un sussidio pastorale per l’accompagnamento dei fidanzati. Infine, è stata presentata la relazione finale dell’attività della commissione di studio sulle piccole diocesi e si è nuovamente affrontata la questione della cura pastorale dei fedeli cattolici orientali provenienti dall’estero.
1. Con la sapienza della dottrina sociale
Il clima di insicurezza diffuso nel corpo sociale, e rafforzato dal disorientamento culturale e morale, ha trovato nei Vescovi interlocutori attenti, partecipi e consapevoli della responsabilità a contribuire per farvi fronte con quella speranza certa che ha il volto di Gesù Cristo. Consapevoli del loro ruolo di pastori, essi hanno espresso preoccupazione per la situazione in cui versa il Paese e che colpisce pesantemente il mondo del lavoro e, quindi, le famiglie; hanno lamentato la fatica a reagire adeguatamente alla crisi, purtroppo accompagnata dal deterioramento del senso civico e della vita pubblica; hanno messo in guardia dall’incidenza che la questione morale ha sull’educazione e sulla cultura del Paese, veicolando una visione individualistica dell’esistenza tanto più superficiale, quanto più irresponsabile e fuorviante.
Questa crisi complessiva – hanno rilevato – infrange i legami di solidarietà, scatena aggressività e diffonde indifferenza e cinismo. I dinamismi in atto, se letti con la sapienza della dottrina sociale della Chiesa, richiedono il recupero di un respiro di speranza, che passa attraverso la riaffermazione del primato della persona e della famiglia e necessita di percorsi culturali e politici innovativi, all’interno dei quali la responsabilità dei cattolici è chiamata a spendersi con ritrovato vigore.
Riprendendo i contenuti della prolusione, i Vescovi hanno sottolineato come la Chiesa non si limiti a generici richiami, ma viva nel territorio – a partire dal tessuto parrocchiale – un’effettiva prossimità alla vita della gente. Ne sono espressione le molteplici iniziative solidali promosse dalla Caritas e da Migrantes a livello nazionale e diocesano, come pure il Prestito della speranza – la cui utilità è stata ribadita –, senza dimenticare la generosa disponibilità di tanti sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate, la presenza operosa dei laici nel mondo della sanità e dell’assistenza, l’impegno oneroso – spesso nemmeno sufficiente ad assicurarne la sopravvivenza – nella scuola paritaria.
2. Una Chiesa eucaristica, dal volto giovane
La missione prioritaria a cui la Chiesa avverte di essere chiamata – hanno sottolineato i Vescovi – non può che essere l’educazione alla fede, a pensare la fede e a pensare nella fede. Da essa, infatti, sgorga la speranza: perciò la questione di Dio rimane la questione decisiva. Il Consiglio Permanente ha espresso questa convinzione riprendendo a più riprese il Magistero di Papa Benedetto XVI, in particolare quello espresso nella recente visita in Germania (22-25 settembre).
Anche l’esito positivo della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid e del Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona – è stato rilevato da più voci in seno al Consiglio – confermano ampiamente tale prospettiva. Per entrambi gli eventi, i Vescovi hanno espresso apprezzamento per il servizio svolto dai media ecclesiali (Avvenire, Tv2000, Radio InBlu, l’agenzia Sir, Radio Vaticana) e dall’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali. In particolare, si è evidenziato come la partecipazione di circa centodiecimila giovani italiani all’evento madrileno sia stata caratterizzata dall’ascolto attento delle catechesi, dalla disponibilità all’approfondimento, da una partecipazione vivace ai momenti sacramentali e di preghiera, non disgiunti dalla capacità di sopportare qualche disagio logistico. Analogamente il volto di popolo di Dio emerso in occasione del Congresso Eucaristico ha svelato la presenza di una Chiesa viva, per la quale il culto eucaristico ha una rilevanza sostanziale; una Chiesa innervata dalla vita buona del Vangelo, costantemente alimentata dalla fedeltà al mandato originario del suo Signore: “Fate questo in memoria di me”.
All’interno di questo orizzonte, il Consiglio Permanente ha definito il programma di lavoro della CEI per la prima metà del decennio 2011-2020, dedicato all’educazione. Assodata la necessità di superare un’impostazione “puerocentrica”, sulla scorta degli Orientamenti pastorali i Vescovi hanno collocato il compito educativo nell’odierna stagione culturale, evidenziando il ruolo che sono chiamati ad assumere soggetti istituzionali quali la famiglia, la parrocchia e la scuola, e quindi la condizione degli educatori e degli adulti in genere.
Ribadita la scelta di dedicare la prima metà del decennio al rapporto tra educazione cristiana e comunità ecclesiale, mentre la seconda metà volgerà l’attenzione alla relazione tra educazione cristiana e città, è stata confermata la centralità del ruolo della comunità e l’obiettivo di puntare alla maturità della fede, assumendo un concetto integrale di iniziazione cristiana, che si compie nel contesto di una comunità che celebra e vive secondo verità. Questa visione complessiva si è sposata con la proposta di articolare i prossimi anni attorno ad alcuni temi di fondo: la formazione cristiana degli adulti e della famiglia (2012); gli educatori nella comunità cristiana (2013); i destinatari dell’iniziazione cristiana (2014); gli itinerari e gli strumenti dell’iniziazione cristiana (2015).
In Italia la Chiesa continua a essere percepita come un’istituzione affidabile, perché vive in mezzo alla gente. Questo non riduce, tuttavia, il rischio che l’esperienza religiosa sia sperimentata in maniera privatistica: ciò è stato rilevato nel contributo preparato sui Lineamenta della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dedicati alla nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Tra i punti di forza del caso italiano, è stata sottolineata l’esperienza del progetto culturale, la revisione dell’impostazione dell’iniziazione cristiana e la ricerca di una pastorale marcatamente missionaria.
Dando attuazione alle direttive della Santa Sede, il Consiglio Permanente ha esaminato la bozza del testo che mira a esplicare, in rapporto alla realtà italiana, le Linee-guida pubblicate nel mesi scorsi dalla Congregazione della dottrina della fede circa gli abusi sessuali su minori compiuti da chierici. Il dibattito ha dato voce alla necessità di un sempre più rigoroso percorso formativo nei seminari, luogo di preparazione dei sacerdoti di domani; alla piena disponibilità nel porsi in ascolto delle vittime; all’accompagnamento dei sacerdoti coinvolti, ferma restando l’assunzione delle conseguenze penali dei comportamenti di ciascuno. Il testo sarà perfezionato alla luce delle osservazioni emerse, per essere approvato in una prossima sessione di lavoro.
3. Nel nome della famiglia
La premura per la famiglia ha trovato espressione anche nella scelta di dedicare a tale tema la XLVII Settimana Sociale dei cattolici italiani, che è in programma nell’autunno del 2013. È stata così accolta la proposta del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali di far convergere l’attenzione sulla famiglia, in relazione all’importanza determinante che essa ha per la crescita del Paese, esplicitando quanto già emerso nella Settimana Sociale di Reggio Calabria. L’intento è quello di approfondirne i fondamenti antropologici, teologici e giuridico-costituzionali; gli aspetti educativi, sociali ed economici; il rapporto tra famiglia e lavoro; il confronto con la situazione legislativa di altri Paesi europei. A tale proposito, il Consiglio ha apprezzato la volontà di promuovere – in continuità con la tradizione delle precedenti edizioni – quattro seminari, che si svolgeranno tra l’autunno 2011 e la primavera 2012 nelle diverse aree del Paese. Con particolare interesse verrà seguito il VII Incontro mondiale delle famiglie (Milano, 30 maggio – 3 giugno 2012), alla luce del quale saranno precisati i contenuti della prossima Settimana Sociale. Nella linea dell’attenzione alla famiglia, il Consiglio Permanente ha accolto la proposta della competente Commissione Episcopale di elaborare un vademecum che accompagni la preparazione dei fidanzati al matrimonio e ha licenziato il testo del Messaggio per la Giornata per la vita, che sarà celebrata il 5 febbraio 2012.