Come tutti gli anni il Tempo di Avvento ci fa entrare in un nuovo anno liturgico. Ancora una volta ripartiamo dall’inizio, dal vivere nell’atteggiamento dell’attesa. Ma ogni anno dovremmo aver acquisito capacità in più per saper approfondire i misteri che andremo a celebrare nei prossimi mesi. Facendomi sollecitare dai vangeli che leggeremo durante le domeniche, vorrei sottolineare alcuni aspetti del Tempo dell’Avvento.
Innanzitutto occorre chiarire che la liturgia non va vissuta come preparazione a qualche cosa; ma la liturgia ci fa vivere qualche cosa, ci fa celebrare dei misteri.
E che cosa ci fa vivere la Liturgia del Tempo di Avvento?
– l’At-tesa, l’essere tesi verso, orientati a qualcosa, ci permettere di cogliere pienamente il nostro presente e di capirne la speranza, il fine ed il senso. I credenti non possono rimanere schiacciati solo su un presente che a volte è pesante e difficoltoso; essi invece devono acquisire un punto alto e altro da cui guardare la vita.
– e proprio questo sguardo alto e altro, ci fa comprendere che Gesù è il Vangelo, il Cristo, il Figlio di Dio, così come lo identifica l’evangelista Marco nel primo versetto del suo Vangelo. Riscoprire quindi che Gesù è innanzitutto Vangelo, quindi una Buona Notizia. Lo è ancora per noi? L’evangelista Marco poi pone in bocca a due personaggi la professione di fede: la prima è quella di Pietro (tu sei il Cristo) la seconda è quella del Centurione sotto la Croce (questi è veramente il Figlio di Dio) .Sono due professioni di fede molto importanti; la più sincera e vera è quella del centurione, perché scopre la tipologia del messia che Gesù è venuto a portare: una relazione speciale, qui simboleggiata dall’essere Figlio di Dio.
Per giungere a questo è necessario però attraversare tutto il vangelo.
– e questo attraversamento del Vangelo assume i tratti caratteristici del Battista: è un cammino urgente, radicale, che si apre all’universalità; un cammino che si compie nella nostra storia quotidiana. L’Avvento ci fa scoprire piano piano che l’eternità ha fatto irruzione nella storia.
– questa irruzione di Dio nella storia non è da vedere in fatti eclatanti, spettacolari, miracolosi. C’è una piccola opera artistica in una chiesa di Verona, nella quale è rappresentata la Madonna che riceve l’Annunciazione mentre medita le scritture; non c’è la rappresentazione di un angelo, ma solo Maria che con in mano la sacra scrittura ascolta il messaggio di Dio.
Trovo questa immagine di una potenza straordinaria; troppo spesso attenti a sottolineare il ruolo di Maria, forse corriamo il rischio di perdere il primato di Dio in un cammino spirituale, e l’importanza di una spiritualità che nasca da un ascolto profondo delle Scritture. E in questa relazione c’è spazio anche per le domande, i dubbi, le incertezze; e in questo far nascere la Parola in noi abbiamo il segno più efficace dell’irruzione dell’Eterno nel tempo. Tutto ciò siamo chiamati a vivere nel Tempo di Avvento per essere pronti ad accogliere l’Emmanuele, il Dio con noi.
P. Natale Bresciani
Priore di Monte Giove