“Desidero desiderare”. Concluso il campo universitario a Sant’Agata Feltria

Si è concluso lo scorso 31 agosto presso il convento delle suore Clarisse di Sant’Agata Feltria la prima esperienza del Campo Universitari 2012, proposta dalla parrocchia di Lucrezia. Di grande aiuto alla riflessione e alla preghiera è stato sicuramente la Comunità francescana… che ci ha ospitato. Il poter respirare giorno dopo giorno un clima di silenzio, di preghiera e di lode al Signore ci ha permesso di fare nascere in noi domande e riflessioni preziose.
Importante ed accattivante il tema affrontato in questi giorni. Oltre la stretta del cappio, desidero desiderare; un argomento che ci hanno aiutato a sviluppare alcune persone negli occhi delle quali abbiamo potuto vedere la gioia di chi si sente veramente amato da Gesù; persone nelle quali, con la loro umiltà, siamo riusciti a sentire la presenza di quel Gesù che giorno dopo giorno ci accompagna lungo il nostro sentiero di vita.
Grazie alla prime riflessioni, ci siamo soffermati ad affrontare il capitolo sul desiderio dell’uomo, il suo desiderio di desiderare oltre il finito. Infatti, molto spesso necessitiamo di conoscere noi stessi prima di capire i nostri desideri ed essere così liberi dalle pressioni esterne. Ognuno di noi, conoscendosi, scopre che nella sua vita ha delle parole che lo svegliano, lo accendono e gli fanno capire che è ora di passare all’attacco; così come ci sono altre parole che invece lo emozionano, gli fanno battere il cuore.
A sguardi intensi e con occhi fissi abbiamo poi incontrato e ascoltato suor Chiara Elisabetta, badessa del monastero di Sant’Agata, la quale ha spezzato per noi uno dei salmi più belli della Scrittura: il salmo 62. Da qui la bellezza infinita della Parola di Dio, un alfabeto ricco di emozioni e sentimenti che, ogni volta che viene da noi ascoltato e meditato, ci invita a dissetarci e ristorarci nuovamente di Dio.
Coinvolgente, emozionante, provocatorio è stato poi l’intervento di don Marco Pozza. Don Marco ci ha aiutato a comprendere meglio la parola desiderare, ossia quando abbiamo nostalgia di una stella e, quindi, quando i ragazzi di oggi hanno paura e non lascino più spazio nella loro vita ai sogni, quando non hanno più nostalgia di quella stella tanto desiderata: un desiderio. Ma al di là di ogni forma e colore del desiderare c’è sempre in noi il desiderio nascosto che Dio parli ancora una volta alla nostra vita. Il desiderio di sentirci ogni giorno amati e coccolati da Gesù, da quell’amore che giorno dopo giorno ci dà la forza di testimoniarlo a chi ci sta accanto, con energia ed entusiasmo, e il desiderio di poter essere per gli altri testimoni autentici dell’Amore gratuito che a noi si dona.
Ecco allora che con queste premesse di ascolto e di preghiera dal Campo Universitari 2012 ci portiamo a casa il proposito di giocare la nostra vita, una vita che ci è stata donata, una vita preziosa e nella quale noi siamo sì i registi, ma gli attori sono anche altri. Sì, accettiamo questa sfida: GIOCHIAMOCI LA VITA, MA NON GIOCHIAMO CON LA VITA e sicuramente qualcosa cambierà.

Giovanni Nicotra