“La nostra fede non è nella potenza della morte, ma nella potenza della vita del sacrificio di Cristo”. Gli auguri del vescovo Mons. Armando Trasarti per la Pasqua 2013

Il contesto. La paura nel cuore, talora indistinta o col volto della sofferenza, il lavoro perso e le relazioni infrante.

La speranza sembra venire meno, la speranza nelle cose che danno vita. Il Vivente non abita nei luoghi della morte e neppure nei cuori induriti… dall’odio.  Va cercato nei luoghi della vita, della carità e della solidarietà, della giustizia e della pace e del bene comune.

Occorre camminare insieme anche nelle fatiche.

Pasqua indica una grande fiducia nella persona umana…Dio si è fatto uomo ed ha affrontato le fatiche dell’uomo fino alla morte ed è risorto. Grande liberalità verso l’uomo e grande ottimismo: l’uomo capace di maturare atteggiamenti positivi. Grande fiducia per la società: non aver paura. Bisogna uscire dai messaggi di sventura, bisogna vedere le cose positive che abbiamo dentro e attorno a noi.

“E’ dalla Risurrezione di Cristo che può spirare nel mondo presente un nuovo vento purificatore. Qui c’è la risposta al “datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo”. Se un po’ di persone lo credessero veramente e si lasciassero guidare da questo loro agire terreno, molte cambierebbero. Vivere partendo dalla Risurrezione: questo significa Pasqua (Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa)”.

Noi conosciamo la potenza della disperazione. Noi conosciamo la potenza del male. Noi conosciamo il potere dei “principati delle potenze” di questo mondo che favoriscono la divisione, l’oppressione e fanno soffrire il popolo di Dio attraverso la Sua creazione. Noi conosciamo la potenza del peccato e della morte.

Noi conosciamo anche la potenza della Risurrezione. Noi conosciamo la potenza di Dio, che dalla disperazione fa sorgere la speranza. Noi conosciamo la potenza di Dio che, in Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore, si serve dell’amore e del perdono per vincere il male. Noi conosciamo la potenza di Dio che, in Cristo, affronta questi principati e potenze e promuove la fede, il rispetto reciproco, la compassione e il coraggio di dire la verità per il bene di ciascun membro del popolo di Dio. Noi conosciamo la potenza del perdono dei peccati che restaura le relazioni in seno alle famiglie e in seno alla famiglia delle nazioni. Noi conosciamo la potenza della vita eterna per tutti coloro che credono. I cristiani di tutte le generazioni devono affrontare molte sfide. La nostra generazione non è diversa da quelle che l’hanno preceduta. Noi abbiamo grandi responsabilità e dobbiamo affrontare molti ostacoli. La Chiesa cristiana, qui su questa terra, è chiamata a dei combattimenti. E intanto noi continuiamo a essere pieni di speranza, sapendo che siamo al tempo stesso la Chiesa del calvario e la Chiesa della Risurrezione.

La nostra fede non è nella potenza della morte, ma nella potenza della vita del sacrificio di Cristo.

Sapere che Gesù è vivo per sempre, che ha vinto la morte, è motivo di travolgente desiderio di cantare, di gioire, di gridare ad alta voce che la vita è bella, che tutto può cambiare.

Pasqua vuol dire passaggio.

Storicamente è la festa della primavera che vince il gelido inverno.

Biblicamente è il passaggio dall’umiliante schiavitù in terra straniera alla liberazione della terra promessa dove scorre latte e miele.

Cristianamente è il passaggio dall’oscurità della morte alla vita nuova della Risurrezione.

E per noi? Che cosa è la Pasqua che celebriamo?

Credo che possa e debba essere il passaggio dalla paura, dall’incertezza, al coraggio di essere se stessi, di essere creature nuove, di vivere una dimensione alta e larga senza sostare nei nostri quietismi…

E’ vero che nella nostra società c’è tanta incertezza e tanta paura.

Ha paura il bambino di crescere, perché vorrebbe rimanere sempre coccolato e spesso viziato.

Ha paura il giovane del giudizio degli altri, di rimanere solo, ha paura di scegliere. A volte sceglie un profilo basso di vita, fatto di poco impegno, di nessuna presa di posizione, di evasione.

Ha paura la coppia di dare spazio alla vita perché fatica a far quadrare i conti.

Abbiamo paura tutti del dolore, della solitudine, di non essere amati e di non poter amare abbastanza, della morte. E allora ci lamentiamo con tutti e per tutto, ci agitiamo e gridiamo come se tutto dipendesse dagli altri, dalla società, da chi ci governa, dalle calamità…Anche noi cristiani più impegnati abbiamo paura che Cristo ci chieda di più. Abbiamo paura di una vocazione in famiglia. Abbiamo paura di un impegno più grande nella comunità. Quasi che Cristo non fosse capace di darci molto di più di quanto riusciamo a fare noi, con i nostri piccoli passi.

Ma tutte queste paure sono state vinte a Pasqua! “Non abbiate paura sono Io… – ci ripete Gesù – Io sono con voi fino alla fine del mondo! Io ho vinto il mondo…”

Il problema è tutto qui: rinnovare la nostra fede nel Risorto e nella potenza della sua Risurrezione.

 

+Armando Trasarti

vescovo