21 novembre 2013 – Giornata Mondiale delle Claustrali. La riflessione delle Carmelitane di Santa Teresa

La Chiesa dedica questa giornata alla preghiera per noi claustrali che ringraziamo con gioia quanti vorranno farci questo dono.
Solitario, un monastero è posto, come un insolito punto di domanda, su una collina…che domina la civiltà del consumismo e dell’efficientismo. Un gruppo di donne ha avuto la curiosa idea di ritirarsi lassù, in clausura: o sono delle insensate o lì c’è un mistero.
Normalmente si va ad un monastero per pregare o per chiedere preghiere, per motivi di lavoro o per cercare di scoprire un po’ il mistero che si intravede dietro la grata…dove vivono delle monache che, senza accorgersene forse, esprimono la pace e la gioia di chi ha conosciuto e creduto all’Amore di Dio e cercano di amare con tutta la loro vita. Questo dovrebbe essere la risposta a tanti interrogativi e dubbi nei nostri riguardi: che senso ha la clausura oggi ?
A che servono le monache di clausura? Per penetrare nel mistero della nostra vita, per capire il senso di ogni vita, bisogna farsi un’altra domanda, perché una persona non può definirsi dalla sua utilità! A che serve? Ci si chiede forse a che serve una madre, un padre, un figlio? L’amore non si può tradurre in termini di utilità o di interesse materiale, ma di gratuità!  Altrimenti non è amore! La nostra vita di claustrali vuol dire a tutti che bisogna trovare il tempo per stare con Dio, per la preghiera silenziosa, per capire che vivere con Lui può riempire la vita e dare senso ad ogni vita. Noi non abbiamo scelto la clausura, né la solitudine, abbiamo scelto Gesù! O meglio, Gesù ha scelto noi e ci ha chiamate a vivere con Lui nel silenzio della clausura che è un’esigenza d’Amore, è il segno di una realtà più grande e misteriosa, il segno della vera libertà. Siamo separate dal mondo pur essendo nel mondo. Nella solitudine, cercata e amata, sperimentiamo che Dio è presenza! La solitudine quindi non è il vuoto, lo smarrimento… è il momento in cui Dio si rivela nella verità e ci provoca a portare nel cuore le ansie, la solitudine, gli smarrimenti, le tragedie di tutti gli uomini, tanto più profondamente, quanto più materialmente siamo da essi separate. Non è una fuga, né un’evasione e non comporta alcun disprezzo del mondo. A chi considera la clausura una fuga o un disimpegno, diciamo: “Venga e provi!” L’impegno per diventare cristiane vere, contemplative autentiche ci obbliga ad essere donne che non si arrendono mai, perché Gesù è provocazione continua e allarga gli orizzonti ad un altruismo vero, ad una maternità spirituale che abbraccia ogni fratello nella concretezza di amare gratuitamente le sorelle che Dio ci ha donato e messo accanto. La nostra vita di preghiera è sorgente di fecondità: la Preghiera è Madre, perché genera nello Spirito. “Chi può capire, capisca !” Non sempre siamo all’altezza della nostra vocazione, perciò chiediamo di pregare per noi sostenendo il nostro impegno di sincera e continua conversione, perché lo Spirito Santo possa fare di noi, ogni giorno, delle creature nuove.

Le Carmelitane di Santa Teresa