Sabato 4 ottobre, a Spicello di San Giorgio, si è tenuta la veglia di preghiera dal titolo “Accendi una luce in Famiglia” organizzata dall’Ufficio Diocesano per la pastorale famigliare e dall’Oasi San Giuseppe in comunione con Papa Francesco in occasione dell’apertura del Sinodo per la Famiglia.
La veglia, presieduta da don Marco Presciutti, vicario pastorale, ha visto la partecipazione di alcuni testimoni , tra questi Alessia e Stefano, giovani fidanzati che hanno evidenziato come il fidanzamento sia un luogo in cui si impara a rispettarsi, a entrare in relazione, un luogo di preghiera e di scoperta del “mistero” dell’altro. “Dobbiamo farci guidare e dare fiducia all’altra persona che ci è accanto – ha detto Stefano – la bellezza dell’amore è imparare ad essere in due, essere un NOI partecipi vicendevoli delle scelte della coppia. Amarsi per noi significa stare uno a fianco all’altra e guardare insieme nella stessa direzione”. “Per fare un sacerdote – hanno concluso i due fidanzati – ci vogliono anni di studi e per formare una famiglia non possono bastare pochi incontri, per questo stiamo facendo un cammino che dura ormai da quattro anni, con altre coppie che ci accompagnano nel fidanzamento”. Adele e Giuseppe hanno invece portato la loro esperienza di partecipazione al gruppo Famiglie di Orciano: “ci siamo sentiti voluti bene, amati da un Dio premuroso, abbiamo riscoperto la preghiera e ci siamo aperti alla diocesanità riscoprendo come insieme è più bello !”. Infine Anna, separata, ha condiviso il suo dolore e la sua riscoperta della comunità:” ho avuto bisogno di quell’ospedale da campo (come lo chiama Papa Francesco) che è la comunità, i fratelli mi hanno accudito e accompagnato. Senza la Comunità – ha concluso Anna – sarei disperata ma, con Gesù, ho riscoperto il valore della fedeltà che pacifica e intensifica il senso e il valore del matrimonio anche rimanendo soli. A conclusione della veglia don Marco Presciutti ha voluto rimarcare come Dio parla al nostro cuore, ci aiuta a riconoscere questo tempo messianico, abitato da Dio per la salvezza. Dio non si ritira non ci lascia mai soli quindi non possiamo perdere la speranza, la fiducia. Nelle nozze di Cana – ha proseguito il Vicario – Gesù è venuto a celebrare il matrimonio tra Dio e l’umanità, nozze eterne. Gesù chiama Maria donna perché è il simbolo dell’umanità, la sposa di Cristo. Noi siamo creati per la relazione e arriviamo alla pienezza quando usciamo da noi quando ci doniamo ecco il Matrimonio ! In esso i due sono distinti ma non distanti, l’amore li unisce, certo non elimina le differenze ma le valorizza dando piena realizzazione alle singole persone.
Dopo la Veglia è seguito un momento di fraternità organizzato dall’Oasi San Giuseppe.
Marco Gasparini