A tutti i membri del Consiglio Pastorale Diocesano
A tutti i delegati del Convegno Ecclesiale
Marchigiano di Loreto 2013
LORO SEDI
Fano, 2 ottobre 2014
Carissimi
È tempo di riprendere le fila del cammino intrapreso con il Consiglio Pastorale e non disperdere il prezioso momento vissuto a Loreto con il Convegno Ecclesiale Marchigiano nell’ottobre 2013, per permettere di maturare ed espandere le intuizioni, gli spunti e le urgenze individuate, anche alla luce dell’esortazione di Papa Francesco Evangelii gaudium.
Sulla scia di importanti appuntamenti ecclesiali che stanno segnando la vita della Chiesa – il sinodo straordinario che si sta per aprire e il sinodo generale del 2015, entrambi centrati sul tema della famiglia – e per continuare il percorso già iniziato, la pastorale della nostra diocesi proseguirà anche quest’anno nel valorizzare la famiglia come centro unificatore della propria attività.
Abbiamo comunque l’urgenza di continuare ad essere interpellati e farci coinvolgere in quella pastorale in conversione sognata da Papa Francesco fondata su “una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione” (E.G. n. 27).
Alcune priorità e alcuni nodi su cui porre l’attenzione in maniera specifica sono stati evidenziati nella sintesi che i delegati della nostra diocesi, negli incontri che sono seguiti del Convegno Ecclesiale di Loreto, hanno svolto e che sono stati presentati nel consiglio pastorale di marzo scorso e dagli spunti emersi nell’assemblea diocesana di maggio. Si tratta ora di approfondirli e farli diventare uno stile, una prospettiva capace di caratterizzare sempre più la vita delle nostre parrocchie.
Perché questo percorso coinvolga sempre più tutta la nostra Chiesa diocesana, e in vista dell’incontro che si terrà a Loreto la giornata del 18 ottobre [1], ci ritroveremo insieme in un’assemblea allargata, membri del Consiglio Pastorale e delegati che hanno parteciperanno al Convegno ecclesiale marchigiano
MERCOLEDÌ 15 0TT0BRE alle ore 19.00
Presso la parrocchia di Smirra di Cagli
Ordine del giorno:
- Invocazione allo Spirito.
- Approvazione del Verbale della seduta del Consiglio del 18 giugno 2014. [2]
- Lo stile missionario a cui ci invita l’Evangelii gaudium
- Lavoro a gruppi [3]
- Preghiera
Al termine, verso le 21.00, è prevista una cena frugale insieme.
Nell’accingerci a vivere il mese di ottobre che rappresenta un’importante occasione di preghiera e riflessione sui temi della vocazione missionaria di ogni cristiano, anche questo nostro convenire ci aiuti a ricordare che “l’obiettivo di questi processi partecipativi non sarà principalmente l’organizzazione ecclesiale, bensì il sogno missionario di arrivare a tutti.” (E.G. n. 31).
Sintesi dell’ambito 1 – “Vivere e trasmettere la fede oggi: essere chiesa in ascolto, aperta al dono di Dio e ai doni dei fratelli”
La parola chiave dei lavori è stata sicuramente quella dell’”Ascolto” vissuto in tutte le varie sfaccettature e atteggiamenti possibili al fine di darne senso concreto e non solo descrizione generica. L’ascolto è una dimensione fondante l’essenza stessa della Chiesa, propedeutico a qualsiasi azione o intervento si volesse porre in essere da parte dei cristiani nelle vicende della storia. L’indicazione è quella di una chiesa in ascolto innanzitutto del suo Signore attraverso la Parola e la celebrazione eucaristica, ma anche di una Chiesa che si ascolta al suo interno valorizzando i tanti protagonisti della sua storia, anche i più piccoli. Una chiesa che sappia “fare silenzio” per ascoltare le voci più flebili e lontane e che non imponga “verità” calate dall’alto senza condividere i volti dei lontani e ascoltarne la voce. Una Chiesa che affronti, in profondo ascolto della Parola di Dio, le sue lacerazioni interne anche tra confessioni cristiane momentaneamente separate. Una Chiesa capace di farsi vicina alle realtà più lontane mettendole in grado di parlare, di raccontarsi, di rappresentare le proprie domande. Una chiesa che si presenti fisicamente in posizione di ascolto, che si proponga come luogo “comunitario” di ascolto evitando deleghe in tal senso ai professionisti dell’ascolto, che sappia accorgersi delle persone che incontra nel suo cammino e si faccia compagna del loro desiderio di essere ascoltate.
Le nostre chiese – ci ricordava mons. Conti – sono chiamate alla custodia della Parola mediante l’ascolto e alla conseguente custodia dell’arte del discernimento (capacità di scrutare i segni dei tempi) e alla custodia della preghiera. I laici devono diventare esperti nel collegare la Parola ascoltata e celebrata con la storia che viviamo. Chiedere loro questo esercizio significa dare qualità al loro lavoro e offrire loro identità come organismi di partecipazione.
Vengono di seguito riportate le parti della EG nelle quali si sente con particolare chiarezza e con ulteriore forza la presenza di tali indicazioni che vengono poste alla discussione dei laboratori diocesani che verranno chiamati a lavorare durante il seminario del 18 ottobre:
Conclusioni dei laboratori | Riferimenti alla Evangelii Gaudium | Possibili sintesi operative |
Laboratorio 1. Testimoni del dono della vita… Immergersi nella vita della gente, andare nei luoghi della gente, nell’ordinarietà, imbastire relazioni, cercare occasioni di condivisione, visitare le persone là dove vivono, creare luoghi di ascolto e di incontro, la parrocchia luogo di ascolto, curare la formazione di chi ascolta …… Dio conta le lacrime delle donne. Il che significa che Egli ha grande considerazione per il dolore morale, emotivo e biologico legato alla trasmissione della vita: una vocazione che introduce la donna nella sfera della sacralità che appartiene a Dio … (Mons Conti
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Laboratorio 2. Dio si comunica a noi, ci parla.… discernere i percorsi di ascolto della Parola di Dio.. collegandoli alla testimonianza di vita di colui che annuncia.. crescere nel rapporto tra preti e laici.. stretto collegamento tra Parola ed eucarestia.. mettere in mano la Bibbia e leggerla comunitariamente … accompagnare nell’ascolto … andare incontro a chi non varca la soglia delle nostre parrocchie e accorgersi di chi ha fame della Parola di Dio … fare dialogo e non proselitismo … pregare la Parola.. carità come ascolto di Dio… maggiore cura del ministero omiletico non solo come preparazione personale del sacerdote, ma come esperienza di condivisione della risonanza con i laici e che prenda in esame anche i vari segni litirgici… Va promossa la lectio divina liturgica come lettura spirituale delle Scritture nutrita però delle preghiere proprie di una determinata celebrazione proposte dal messale .. di grande importanza sono anche i segni dell’azione liturgica … (Mons. Conti)
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143: “Il predicatore ha la bellissima missione di unire i cuori che si amano, quello del Signore e quelli del suo popolo … La parola è essenzialmente mediatrice e richiede non solo i due dialoganti, ma anche un predicatore che la rappresenti come tale convinto che non annunciamo noi stessi, ma Cristo Signore…”
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Laboratorio 3. La grazia dell’eucarestia… ripartire da Vangelo per cogliere il valore della liturgia … curare la ministerialità valorizzando i laici … esperienza del catecumenato … cura delle omelie …… La messa non è un culto da rendere a Dio, ma la partecipazione ad un incontro d’amore in cui Dio si dona all’uomo … è necessario ripartire dal primo annuncio della fede e del suo significato nella vita umana … (mons Conti)
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Laboratorio 4. La grazia dei sacramenti… riscoprire la bellezza dell’appartenenza ecclesiale … i sacramenti nella fede e non della fede … i catechisti sembrano controllati dai pastori pur essendo ben preparati … ci vuole pazienza per formarsi …… i sacramenti sono sacramenti della vita della fede eppure sembra che questa manchi. I sacramenti devono suscitarla, ma allo stesso tempo nascono dalla fede altrimenti si rischia di sacramentalizzare tutto, ma la persona continua a vivere senza fede né ha fede nel sacramento che riceve … (Mons. Conti)
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Laboratorio 5. Una pastorale centrata sul dinamismo integrale della fede… Irrinunciabilità del valore della dimensione comunitaria parrocchiale … la comunità presuppone una comunione che non ha una accezione sociologica; la comunione è generata da Cristo … E’ importante non svuotare il senso della parrocchia facendola diventare luogo in cui le attività sono appaltate a quel movimento o a quella associazione … la parrocchia, inserita nella realtà diocesana deve essere il luogo nel quale si elabora un progetto formativo … ponendosi in ascolto attento della realtà territoriale sociale ed ecclesiale … Occorre riportare al centro della vita comunitaria parrocchiale l’ascolto della Parola di Dio in ogni parrocchia anche in preparazione della celebrazione dell’eucarestia … essere in ascolto vuol dire avere una pastorale estroversa, preoccuparsi delle periferie dove vive l’uomo, ripensare una capacità missionaria che sembra perduta: non devo portare persone in parrocchia, ma portare Dio nella vita delle persone … la chiesa non fa proseliti ma evangelizza per attrazione |
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Laboratorio 6. Il tesoro della preghiera… maggiore ricerca di preghiera, nascita di gruppi di preghiera, cura per l’adorazione eucaristica, iniziazione alla preghiera grazie ad esperienze particolari come pellegrinaggi a Medjugorie … necessità di una maggiore ecclesialità di alcune di queste esperienze caratterizzate invece da una sostanziale fatica di integrazione con la vita delle chiese locali e delle comunità parrocchiali … maggiore integrazione dei carismi: parrocchie e santuari; movimenti e parrocchie; parrocchie e religiosi … rievangelizzazione della tradizione: necessità di rinnovare il linguaggio mantenendo fermo lo Spirito.… primato della preghiera a fondamento dell’agire pastorale … fatica nel vivere il silenzio nella preghiera. Le nostre chiese sono chiamate alla custodia della preghiera come desiderio di Dio (Mons. Conti) |
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Sintesi dell’Ambito 2 – “ Vivere e trasmettere la fede oggi: essere Chiesa madre, capace di generare alla fede”
Parola chiave riepilogativa dell’ambito 2: Formazione
Abbiamo organizzato con i facilitatori dei Laboratori del secondo ambito presenti all’incontro di Loreto del 6.09.14 la sintesi sui 4 temi principali in parole chiave specifiche distinte all’interno di ognuno dei 4 temi nella prima sezione di analisi della situazione e nella conseguente sezione di proposte. Per ognuno dei 4 temi abbiamo cercato di individuare dei riferimenti all’interno della Evangelii Gaudium, in un caso anche trovando connessioni con il documento CEI”Incontriamo Gesù, dando ad ogni paragrafo citato dei piccoli titoli orientativi. Vi chiediamo di leggere il risultato che ne è emerso proponendo eventuali integrazioni, ove riteniate necessario.
Convegno Ecclesiale Marchigiano | Evangelii Gaudium (EG) e Incontriamo Gesù (IG) |
1.1 Analisi:
1.2 Proposte:
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EG:n.27 La scelta missionaria nel mondo attuale n.28. La parrocchian.30 Discernimento, purificazione, riforme
n.47 Una Chiesa con le porte aperte n.88 La rivoluzione della tenerezza n.104 La Sinodalità n.114 Chiesa luogo di misericordia n.119-120 Il battezzato soggetto della nuova evangelizzazione
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2.1 Analisi:
2.2 Proposte:
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EG:n.163-168 Una Catechesi Kerygmatica e mistagogican.169-173 L’accompagnamento personale
n.223 Iniziare processi più che possedere spazi |
3.1 Analisi: –Centralità della Parola; –Conoscenza del Magistero; – Conoscenza delle buone prassi. 3.2 Proposte:
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IG:n.79-95 La formazione dei catechisti |
4.1 Analisi: Conoscenza delle proposte e delle esperienze nel territorio, dei referenti e degli strumenti regionali
4.2. Proposte
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Sintesi ambito 3 – “Essere Chiesa famiglia, accogliente e premurosa verso tutti”
- Parrocchia-comunità:
Il Convegno Ecclesiale di Loreto ha definito la parrocchia come “famiglia di famiglie”. Papa Francesco definisce la parrocchia “comunità di comunità” ad indicare che non debbono essere grandi strutture anonime, ma comunione di realtà diversificate e vive, dove si sperimentano rapporti ravvicinati, si condivide il quotidiano di un territorio, la ricerca di fede, si vive la fraternità. Una realtà che non si identifica solo nei ruoli, nelle strutture, nelle proposte, ma un luogo caldo dove ciascuno possa arrivare, fermarsi, risanarsi, rinvigorsi, rimanere o ripartire.
Tutto questo ci pone il grosso snodo di come nasce, cresce e vive una comunità oggi. Essa è solo la somma delle famiglie e delle persone presenti su un territorio o qualcosa di più?
- Comunità-credente:
Un tempo si nasceva dentro alla Comunità e questa ci accompagnava giorno dopo giorno all’incontro con il Signore. Oggi le persone incontrano il Risorto in molteplici esperienze fuori dalla comunità (GMG, santuari, esperienze forti di preghiera, etc) e di questa molti si sentono orfani. Sappiamo, però, che vivere la propria fede fuori dall’esperienza della comunità è molto difficile, doloroso ed anche rischioso
Tutto questo ci pone il grosso snodo di come una comunità possa essere madre di tutti, attirando a sé anche i figli nati oltre il suo grembo materno
- Comunità-stile di vita:
E’ la vita stessa della comunità il primo ambito educativo per un credente. Solo una comunità che ha un grande respiro, la capacità di accogliere ciascuno nella sua fragile umanità, il coraggio di osare, la speranza nel futuro, l’amore incondizionato verso tutti è anche capace di essere “chiesa in uscita.
Tutto questo ci pone il grosso snodo della “qualità” di vita delle nostre comunità, dello stile con cui la comunità vive la sua quotidianità, il suo essere famiglia.
- Comunità-misericordia:
Ci ricorda Papa Francesco che la misericordia è la più grande di tutte le virtù: ha la precedenza. La misericordia può sanare le persone, le famiglie, può far diventare un dono la diversità e perdono gli errori. La misericordia può generare una comunità sana e coraggiosa nell’osare le tante possibili strade della missione.
Il grande snodo è come fare della misericordia la prima virtù che anima le nostre comunità
- Comunità-periferie della vita:
Una comunità con uno stile di famiglia, di essenzialità, di misericordi,a è capace di accompagnare le persone, non solo nella crescita umana e spirituale, ma anche in quelle periferie della vita difficili da attraversare come il dolore, la malattia e la morte.
Lo snodo allora è se e come le nostre comunità si fanno prossimo a quanti vivono in queste terribili periferie’
- Comunità-sogno missionario:
Una comunità non è tale se non ha in cuore un grande sogno missionario: andare a tutti. E’ il sogno stesso di Dio che nella comunità prende forma nell’accoglienza ed in progetti pastorali condivisi e aperti a tutti gli uomini e donne di buona volontà. A volte fuori dai reciti delle nostre comunità precisine e pulitine c’è una moltitudine affamata e sporca che ha provato su di se le tribolazioni ed i limiti della vita.
Lo snodo è quale comunità può farsi prossimo a tante gente che vive le periferie sociali ed esistenziali della vita. C’è un vero sogno missionario nel cuore delle nostre comunità?
Sintesi ambito 4 – “Vivere e trasmettere la fede oggi: essere chiesa in missione, presente nel territorio e in dialogo con le culture e con le religioni”
- Nelle tematiche proprie del quarto ambito la parola chiave che può ben rappresentare tutte le idee emerse l’abbiamo individuata nel LINGUAGGIO dei cristiani che si deve rapportare con la sensibilità delle persone ed i linguaggi del mondo. l’Evangelizzazione non può essere allora solo annuncio a senso unico, ma ascolto e condivisione delle ansie, gioie, preoccupazioni delle persone,e del mondo che ci circonda. Questo stile richiama il dialogo aperto con tutti anche nella prospettiva della intercultura e delle relazioni con tutte le comunità etniche; richiama inoltre l’uso appropriato dei moderni strumenti mediatici. L’efficacia del linguaggio dipende poi dal metodo che viene usato nelle relazioni e che non può prescindere dal richiamo alla Ragione rapportata alla Fede ed alla Vita concreta di ogni giorno. E’ essenzialmente uno “starci nel mondo”, usando tutte le leve positive che la modernità ci sta offrendo, compresa quella digitale. Su questa premessa il collegamento con la EG lo troviamo nei punti. 87-89 “si alle relazioni nuove generate da Gesù Cristo” ed al punto 146sul “culto della verità”.
- Va dato peso e valore ai cristiani testimoni, credenti e credibili, appassionati che “stanno” nel mondo e lottano in mezzo agli altri, testimoniando con la vita la loro fede in Cristo. La gratuità e la fraternità sono le loro carte di presentazione,generando reazioni positive e favorendo quel principio espresso da Papa Francesco “l’unità prevale sul conflitto”. Riprendere l’EG ai punti226-230
- Il valore della Comunità deve prevalere sul peso del singolo, generando un sistema di relazioni che si mettono in Rete, per una pastorale di ambiente, trasversale e capace di coinvolgere, più che dividere o isolare. Questo è confronto, ascolto, discernimento, elaborazione, progetti da mettere in campo. Parlare di LAVORO, CITTADINANZA ATTIVA E RESPONSABLE, USO DI MEZZI MEDIATICI, AGENZIE EDUCATIVE, VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARISTICO RELIGIOSO, ECUMENISMO E DIALOGO (sono stati questi i temi dei sei laboratori) vuol dire appunto dare peso alla questione sociale che se non entra nell’evangelizzazione, questa è segno di un cristianesimo privatistico, astratta e spiritualista, non efficace, proprio perché non arriva nelle periferie dei cuori. Fare riferimento all’EG ai punti 176-79.
- Va dato risalto alla Spiritualità e alla prassi ecumenica del dialogo interreligioso ed ai momenti di comunione che da tempo nelle Marche le diverse Chiese stanno portando avanti. Nello stesso convegno del novembre 2013 si è avuta prova tangibile che sono una ricchezza che va conosciuta da tutta la comunità cristiana per fare passi concreti di superamento delle barriere che dividono i cristiani fratelli, ma ancor oggi separati.
- Sui temi del Lavoro e del dramma che oggi questo rappresenta per una disoccupazione dilagante che non si sta arginando e sul tema della Partecipazione alla vita politica si fa un richiamo a tutte le comunità cristiane delle Marche di riprendere i temi presentati dalla DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA e farli diventare parte del programma di formazione nella catechesi dei giovani e degli adulti. Vanno poi riprese le iniziative di Formazione sociopolitica e vanno diffuse le esperienze che sono nate da anni sul fronte del Terzo Settore no profit, delle Imprese sociali e delle cooperative che stanno dando risposte positive sul fronte dell’occupazione, proprio in un tempo in cui c’è il deserto delle imprese manifatturiere storiche che, seguendo il filone della speculazione finanziaria e non della produzione reale, hanno creato cimiteri di capannoni e file di disoccupati.
- I temi del quarto ambito sono temi che in una sola parola stanno nella SFIDA EDUCATIVA e che impongono alle nostre Chiese locali una iniziativa forte dei cristiani i quali devono impegnarsi per un’azione traversale unendo tutte le forze per:
– INTRAPRENDERE (lavoro) nuove forme di lavoro e reinventarselo;
– Costruire CRISTIANI E CITTADINI DEL MONDO (politica);
– Valorizzare sia tutti gli STRUMENTI MEDIATICI moderni per una comunicazione che generi vero DIALOGO TRA LE PERSONE;
– ESSERE CRISTIANI CULTURALEMENTE E SPIRITUALMENTE PREPARATI E CAPACI DI DIALOGARE E TESTIMONIARE (agenzie educative e mezzi di comunicazione);
– VALORIZZARE I BENI ARTISTICI RELIGIOSI in modo da creare anche con questi strumenti occasioni per avvicinare alla fede (arte e beni artistici religiosi);
– Fare tesoro della DIVERSITA’ MULTIETNICA E RELIGIOSA per generare fratellanza e solidarietà (ecumenismo e dialogo).
Collegarsi con l’EG ai punti 192,196 e 231-233
La lettera ci è stata mandata dal Servizio Regionale per l’attuazione del Convegno
e ci suggerisce di prepararci insieme, delegati e consiglieri,
al prossimo appuntamento della chiesa marchigiana,
sabato 18 ottobre 2014
presso il Centro Giovanni Paolo II di Loreto.
Avrà come titolo “Alzati e va’. Una Chiesa in uscita” e come finalità quella di restituire alle diocesi alcuni punti chiave del Convegno emersi dai 24 laboratori messi in stretto rapporto con l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco promulgata nello stesso giorno in cui il nostro convegno si concludeva.
Invitati all’incontro saranno tutti i delegati che hanno preso parte al Convegno Ecclesiale di novembre.
Il programma di massima
Ore 9,30 Preghiera
Ore 9,50 I coordinatori dei quattro Ambiti restituiscono alle 13 diocesi quanto emerso nel post convegno mettendo la sintesi dei 24 laboratori in relazione all’Evangelii Gaudium
Ore 10,30 don Paolo Asolan offrirà delle “chiavi” di attraversamento ragionate e mirate dell’Evangelii Gaudium in relazione a quanto emerso nei nostri laboratori.
Sarà anche l’introduzione ai laboratori
Ore 11,00 Laboratori divisi per le 13 diocesi guidati dai Vicari pastorali che continueranno ad approfondire le assonanze tra il nostro convegno e l’Evangelii Gaudium collegandole al proprio territorio e al piano pastorale diocesano
Ore 13,30 Pranzo
Ore 14,45 Resoconto delle tredici diocesi (3/5 minuti per diocesi)
Ore 15,45 Relazione di don Paolo Asolan sulle prospettive aperte per il lavoro pastorale nelle nostre diocesi: metodo e contenuti
Ore 16,45 Presentazione del coordinamento pastorale per l’attuazione del convegno e i passi successivi che ci attendono
Ore 17,15 Conclusione
[1] Si allega il programma del 18 ottobre 2014 a Loreto
[2] Si allega il verbale del Consiglio del 18 giugno 2014. Si prega di far pervenire eventuali modifiche entro il 12 ottobre 2014 per iscritto o inviate per lettera o via mail all’attenzione del Vicario per la Pastorale (donmarcopresciutti@gmail.com)
[3] Si allegano le sintesi dei laboratori di Loreto alla luce della Evangelii Gaudium elaborato dai coordinatori del Convegno Ecclesiale di Loreto