“Dobbiamo saper gioire e soffrire con il territorio”. Lo ha ribadito più volte il vescovo Armando, rivolgendosi ai presbiteri, nell’omelia della Santa Messa domenica 9 novembre nella concattedrale di Cagli in occasione della chiusura solenne della visita pastorale in Vicaria.
Un mese denso di incontri che hanno portato il Vescovo a conoscere, in maniera più approfondita, le varie realtà presenti sul territorio e di conseguenza le loro potenzialità e criticità, a cominciare dal mondo della scuola, alle Amministrazioni comunali, al mondo del lavoro, dello sport, dell’associazionismo e non solo. “Noi viviamo nella Chiesa, tempio di Dio, della Chiesa e per la Chiesa. L’essere cristiano – ha proseguito il Vescovo – si misura nella vita quotidiana, nel suo modo di vivere da cristiano nella società”.
Rivolgendosi, poi, ai presbiteri li ha esortati a vivere profondamente dentro il territorio. “Durante la mia visita pastorale, ho potuto toccare con mano quanti sacrifici fanno le comunità civili dell’entroterra e quanta passione mettono nel proprio servizio alle comunità. Anche noi sacerdoti dobbiamo fare altrettanto, dobbiamo stare nel territorio, gioire e soffrire con esso e imparare nuovamente a stare dentro il nostro popolo. Dobbiamo comprendere che, nella Chiesa, il più grande è colui che si fa carico dell’altro, delle sue sofferenze”.
Che fare, allora, in queste zone? Si è chiesto il Vescovo Armando concludendo l’omelia. “Sicuramente non fermarsi a sognare, ma studiare il territorio. E’ necessaria una carità ordinaria che si occupi, in primis, dei malati. Ai sacerdoti dico ‘facciamoci trovare come consiglieri ammirabili, in preghiera’”.
Il Vescovo Armando ha, poi, sottolineato la cura e la formazione del laicato che rappresenta un “impegno urgente da attuare nell’ottica di una pastorale integrata” e l’importanza di forme specifiche di corresponsabilità in parrocchia che sono quelle che si configurano negli organismi di partecipazione, specialmente i consigli pastorali e i consigli affari economici. “Il coinvolgimento dei fedeli negli aspetti economici della vita della parrocchia è un segno concreto dell’appartenenza ecclesiale”.
In conclusione, riprendendo le parole del testo “Strumento di lavoro sulla vita e la formazione permanente dei presbiteri oggetto di riflessione all’Assemblea Generale della CEI ad Assisi, ha sottolineato che un processo da avviare sarà quello che rende il vescovo, il clero, il consiglio pastorale protagonisti nel compiere quel discernimento che consenta di riconoscere e conservare e se possibile intensificare quelle forme di esercizio del ministero che ne esprimono l’essenziale”.
EP