Da ora in poi…

acUn intenso susseguirsi di ospiti, testimonianze, riflessioni, per cercare di annodare al presente i fili di un nuovo anno pastorale ormai alle porte. Il tutto con la finalità affatto secondaria di alimentare la sete di formazione dei tanti educatori e animatori che quotidianamente si spendono nelle parrocchie. Questo è il tradizionale campo organizzato dall’Azione Cattolica diocesana che, come ogni anno, sviluppa un programma di un’intera settimana a partire dall’icona biblica che farà da sfondo al cammino associativo che inizierà già dal prossimo mese, ovvero la visitazione di Maria a Elisabetta narrata dall’evangelista Luca (1,39-56).
Ad aprire i lavori è stata la lectio del brano, affidata a don Marco Presciutti, il quale ha invitato i presenti a far proprio l’episodio del viaggio di Maria, fino a immedesimarsi con i personaggi del racconto. E proprio su questa capacità di vivere ciò che si vuole trasmettere ci si è concentrati nel pomeriggio del primo giorno, mediante il laboratorio teatrale curato da Fabrizio Bartolucci, esperto del settore.
La seconda giornata è invece stata dedicata al tema della tradizione, ovvero l’impegno di tramandare non solo una vicenda, ma il significato delle nostre radici, in primo luogo quelle di un’avventura associativa qual è la storia dell’Azione Cattolica. Per far vivere questo passaggio di testimone sono intervenuti diversi amici che, in passato e ancora oggi, si sono spesi in AC.
Oltre alla Presidenza diocesana dell’associazione quasi al completo, l’assistente dell’ACR, don Gabriele Micci, che sarà a breve affiancato da don Francesco Londei, assistente dei Giovani, al campo sono presenti alcuni rappresentanti dell’Azione Cattolica della Romania, con la quale sta iniziando un lavoro di collaborazione ancora tutto da inventare, ma che la gioia di questi primi giorni contribuirà a spingere su nuovi orizzonti.
In questo viaggio appena iniziato, sono dunque tanti i propositi da perseguire e altrettanti sono gli incontri in programma che alimenteranno sicuramente il bagaglio di esperienze di coloro che li vivranno, con la speranza che ciascuno, come Maria, a un Dio che chiama possa rispondere sempre con disponibilità, da ora in poi.
Matteo Itri