La persona, la fiducia e la corresponsabilità elementi costitutivi dell’impresa

scuola politica“L’imprenditore non deve guardare al profitto ma al bene comune dell’impresa e di tutti i membri, dando così un valore autentico e duraturo all’azienda stessa”. Su questo si è soffermata Sabrina Bonomi, professoressa, ricercatrice e tra i soci fondatori della Scuola di Economia Civile – al secondo appuntamento della Scuola di formazione all’impegno sociale e politico tenutosi venerdì 23 ottobre al Centro Pastorale Diocesano. “È necessario – ha proseguito la Bonomi – passare dal profitto al valore imprenditoriale. La mission economica delle imprese deve essere chiara e condivisa da ciascun componente dell’impresa sia all’esterno che al suo interno. Servono – ha continuato la professoressa Bonomi – delle relazioni inter-organizzative basate sulla co-progettazione strategica per la creazione di beni relazionali. L’imprenditore gioca un ruolo importante in tutto questo”. La professoressa Bonomi ha sottolineato come le imprese debbano dare valore all’uomo e non solo agli obiettivi imprenditoriali. “La persona, la relazione, la fiducia e la corresponsabilità – ha concluso la professoressa – non possono quindi non essere costitutivi dell’economia e della cultura organizzativa dell’impresa”. Il prossimo appuntamento con la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico è venerdì 13 novembre alle ore 17:30 presso il Centro pastorale diocesano con il professor Ivan Vitali.
Inoltre sabato 24 ottobre la professoressa Bonomi ha tenuto il primo dei tre incontri della scuola per imprenditori e dirigenti di impresa denominata “Oltre l’homo oeconomicus” organizzata dall’Ufficio pastorale per i problemi sociali e del lavoro insieme all’Eremo di Montegiove. In questo primo incontro, davanti ad un gruppo di imprenditori e professionisti del nostro territorio, la professoressa Sabrina Bonomi ha approfondito il ruolo dell’impresa all’interno di questo nuova prospettiva economica denominata, appunto, “economia civile”. Il primo elemento è stato quello di rivisitare la definizione di impresa, ossia “L’impresa è un’istituzione sociale, ossia un’organizzazione a finalità plurime in cui compito è creare valore in senso ampio, ovvero non solo economico ma anche sociale”. Ma dietro ad ogni impresa c’è un imprenditore, e quindi è stato dedicato un certo tempo anche a definire il compito e la rilevanza sociale di un imprenditore. Citando Schumpeter si è convenuto che l’imprenditore deve essere visto come innovatore, ossia colui che possiede in modo superiore: 1) capacità di previsione, razionalità consapevole, intuito 2) spirito d’iniziativa, forte volontà, libertà intellettuale 3) autorevolezza, capacità di leadership nei confronti dei collaboratori. L’imprenditore quindi: dispone d’informazioni migliori perché sa interpretarle meglio di altri; in situazioni analoghe e con obiettivi analoghi, potrebbe comportarsi in modo diverso dagli altri soggetti; non può non tener conto delle situazioni ambientali e dei contesti culturali, che possono favorire la raccolta di informazioni o la preminenza di alcune caratteristiche su altre; infine è colui che combina i vari fattori che decretano il successo o meno dell’impresa. Quindi una delle sue peculiarità sono l’ars combinatoria, nonché la conoscenza delle capacità e delle competenze dei propri collaboratori.
Il prossimo appuntamento con la scuola per imprenditori e dirigenti d’impresa è previsto per sabato 14 dalle 9 alle 12:30 presso l’Eremo di Montegiove di Fano.

[youtube height=”HEIGHT” width=”WIDTH”]https://www.youtube.com/watch?v=2Xz_Tuvug50[/youtube]

 

[youtube height=”HEIGHT” width=”WIDTH”]https://www.youtube.com/watch?v=h65Da8Znvss[/youtube]