“Mi ricordo di una sedia, una piccola seggiola dove stavo seduta per ore e vagavo con la fantasia”. Inizia così il racconto, a tratti commovente, di Miriam Dell’Ariccia alias Memme Bevilatte, la signora che all’epoca dei rastrellamenti del regime nazista aveva solo due anni e che, insieme alla sua famiglia, venne salvata dai campi di sterminio grazie alla generosità di Teresa Giovannucci, originaria di Fratte Rosa, e di suo marito Pietro Antonini riconosciuti Giusti tra le Nazioni. E proprio il paese di Fratte Rosa, mercoledì 27 gennaio Giornata della Memoria, ha voluto intitolare a Teresa una via a ricordo del coraggio e della sua generosità nell’aver salvato otto ebrei da morte certa. Alla cerimonia di intitolazione, oltre ai sindaci di Fratte Rosa e San Lorenzo in Campo, al vice prefetto della provincia di Pesaro-Urbino Antonio Angeloni e alle autorità militari, erano presenti anche i figli e il nipote di Teresa e Pietro. Il sindaco di Fratte Rosa Alessandro Avaltroni ha sottolineato l’importanza di questa giornata e ha ringraziato tutti gli intervenuti per la loro numerosa presenza. Anche il sindaco di San Lorenzo in Campo, Davide Dellonti, ha voluto mettere in evidenza il valore del ricordo su cui occorre riflettere. Il vice prefetto ha affermato l’importanza di fare memoria di chi si è opposto, nella storia, a questo progetto del terrore e di mantenere costantemente vivo il ricordo anche e soprattutto nelle nuove generazioni. Il Vescovo Armando, presente all’intitolazione, si è rivolto agli studenti dell’istituto comprensivo di Fratte Rosa accompagnati dal dirigente scolastico e da alcuni insegnanti, soffermandosi sull’importanza di ricordare, ma anche di vigilare sul presente. “Nella Giornata della Memoria è importante non fermarsi solamente al passato, ma ricordare che bisogna vigilare attentamente per far sì che nulla del genere si ripeta nel futuro”. La parola è poi passata a Miriam, anticipata da un video-reportage riguardante la Shoah curato da Danilo Rossi, che ha raccontato la sua storia, la storia di una bambina che all’epoca dei fatti aveva due anni e che fu nascosta a Riano per nove mesi, dal 30 settembre 1943 al 6 giugno 1944, insieme alla sua famiglia da Teresa e Pietro per sfuggire allo sterminio degli ebrei voluto da Hitler. Il racconto, introdotto da Italo Arcuri giornalista e curatore del libro “Memme Bevilatte salvata da Teresa”, ha catturato l’attenzione dei presenti in particolare degli studenti per la semplicità del linguaggio di Miriam e la dovizia di particolari a tratti commovente. Nei suoi occhi la tristezza ma, allo stesso tempo, l’immensa gratitudine a Teresa e Pietro per averla salvata insieme alla sua famiglia.
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