Lo scorso venerdì 27 maggio, alle ore 17.30, presso il Centro Pastorale Diocesano di Fano, ex Seminario Regionale, è stato presentato il Supplemento al numero VI di Memoria rerum: quaderni di ricerca, edito dall’archivio storico diocesano della diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, interamente dedicato all’Inventario dell’archivio storico del Capitolo della cattedrale di Cagli realizzato dall’archivista diocesano Massimo Bonifazi di Fano. Si tratta di un ampio volume, di oltre 800 pagine, nel quale vengono inventariati e descritti tutti i documenti formanti il fondo archivistico dei canonici della cattedrale di Senigallia, con documenti a partire dall’anno 1093. L’archivio conserva al suo interno un ingente patrimonio documentario di oltre 1300 unità archivistiche tra pergamene, registri, volumi, fascicoli rilegati e sciolti e singoli fogli ed abbraccia un arco cronologico di quasi mille anni, dalla fine del XI secolo fino agli inizi della seconda metà del XX secolo. In queste carte possono essere evinte non solo utili e indispensabili notizie storiche per ricostruire ed approfondire la vita del collegio canonicale cagliese, chiamato a coadiuvare il vescovo nella manutenzione, cura e officiatura della chiesa cattedrale cagliese, ma anche indispensabili informazioni in merito alla Chiesa cagliese tutta, ricoprendo il Capitolo della cattedrale un ruolo di primissimo piano nell’amministrazione religiosa, giuridica e contabile della diocesi stessa. Inoltre ben documentati sono i molteplici rapporti che quest’istituto ecclesiastico seppe allacciare, nel corso dei secoli, con altre importanti istituzioni sia religiose, che civili.
Dell’importanza storica ne danno ampia testimonianza proprio le carte d’archivio che attestano tutta una serie di importanti rapporti e relazioni godute dal Capitolo cagliese. In primo piano vi è l’importante fondo diplomatico dove vengono conservate oltre 180 pergamene, di cui numerose sono le bolle, le lettere patenti e i brevi pontifici, dal 1170 fino al 1795, accordanti privilegi, concessioni, indulgenze e grazie spirituali indirizzate in favore dei canonici. Le altre pergamene che costituiscono il fondo sono per lo più scritture notarili accordanti varie tipologie di contratti stipulati dal collegio canonicale come contratti di enfiteusi, noli, compra e vendite, accensione di censi e legati e pie donazioni, tra cui quella fatta nell’anno 1485 dal nobile Luca de Preziosi della sua intera biblioteca a favore dei canonici e dalla quale sarebbe scaturita la biblioteca capitolare di Cagli. Altra documentazione di estrema importanza, a fianco degli statuti e dei libri di congregazione, è il consistente epistolario scambiato dai canonici con varie personalità del tempo, tra cui spiccano le diverse lettere intercorse con i conti e duchi di Urbino, tra cui il conte Guidantonio, il conte Federico da Montefeltro e la sua sposa Battista Sforza, il duca Francesco Maria della Rovere e la di lui sposa Leonora d’Este. Merita, poi, di essere segnalata, la missiva autografa di san Carlo Borromeo indirizzata ai canonici cagliesi nell’anno 1564. Infine, si ricorda il corpora di oltre 30 disegni progettuali a china, molti dei quali anche finemente acquerellati, dedicati alla cattedrale Cagliese o ad alcune sue parti od ornamenti interni realizzati dal XVII secolo fino al XIX secolo da vari architetti, tra cui spiccano le figure di fra’ Giovan Battista Gaggi di Fano (1646) e il celebre Giovanni Antinori (1790), raccolta che costituisce un vero e proprio unicum archivistico regionale e non solo.
Tutto questo, ed altro, è stato raccontato e spiegato alla diverse persone che venerdì scorso hanno preso parte alla presentazione, introdotta e sapientemente moderata da Guido Ugolini, direttore della rivista Memoria rerum, nonché direttore del Museo Diocesano e responsabile dell’arte sacra diocesana. A portare i saluti istituzionali sono sati, prima il padrone di casa, il vescovo Armando e poi l’assessore alla cultura del comune di Cagli Assunta Valeri. Il Vescovo, nello specifico, dopo aver elogiato il certosino impegno profuso dal Bonfazi, ha ricordato l’importante intuizione avuta nel lontano 2010 di trasferire l’archivio diocesano di Fano dagli scomodi e obsoleti locali ubicati in via Rainerio ai nuovi ed attrezzati depositi e locali siti nell’odierna sede in via Roma e, contestualmente, di dar vita ad una rivista annuale capace di far emergere e diffondere l’ingente e millenario patrimonio storico e documentale in questo conservato. L’assessore Valeri ha invece posto l’accento sull’importante ricaduta che la presente pubblicazione ha sull’intera comunità e vita culturale cagliese. Terminati i saluti al moderatore Ugolini è toccato il compito di leggere il lungo messaggio-intervento spedito da Perugia dal sovrintendente archivistico per l’Umbria e le Marche, Mario Squadrone, che pur impossibilitato a partecipare alla presentazione, ha voluto ugualmente portare un suo saluto e un’ampia recensione, più che favorevole, al lavoro archivistico svolto dal Bonifazi, mettendo in evidenza tutti i punti di forza del suo elaborato dedicato ad un importante archivio, per altro già dichiarato di notevole interesse storico, fin dall’anno 1992, dall’allora sovrintendente archivistico delle Marche, Mario Vinicio Biondi. A Giuseppe Cucco, delegato regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici è premuto mettere bene in luce come la realizzazione e la successiva pubblicazione di un siffatto volume sia di estrema importanza non solo perchè è in grado di testimoniare la valenza storica e unicità della silente e consistente documentazione conservata nel suddetto archivio capitolare, ma anche di quanto è stato potuto fare grazie al prezioso e proficuo contributo 8×1000 offerto alla Chiesa Cattolica, di cui una piccola quota viene intelligentemente destinata per la conservazione, valorizzazione e fruizione dell’ingente e millenario patrimonio culturale prodotto, conservato e gestito direttamente della Chiesa, nelle sue molteplici istituzioni culturali.
Ad Anna Falcioni, docente di storia medievale all’Università Carlo Bo di Urbino, è spettata la vera e propria presentazione di quanto contenuto all’interno del voluminoso inventario del Bonifazi, enunciando ai convenuti la storia e la giurisdizione del soggetto produttore dell’archivio, ovvero il collegio dei canonici della cattedrale di Cagli, la metodologia di lavoro, la struttura archivistica adottata dall’autore in fase di riordino e schedatura del fondo e mettendo, infine, in evidenza le molteplici tipologie documentarie ivi descritte, chiosando il suo coinvolgente intervento mettendo in risalto come inventari così analitici e ben costruiti, come quello approntato dal Bonifazi, risultino strumenti di corredo utilissimi e quanto mai indispensabili per gli storici e gli addetti ai lavori. Infine all’autore del volume, nonché archivista diocesano, Massimo Bonifazi, è toccato il compito di scaldare e accendere gli animi dei presenti mettendo in evidenza come un documento non sia solamente una fredda e asettica raccolta di contenuti e dati storici, ma sia un tramite privilegiato per far rinascere e riemergere sentimenti e sensazioni sopiti, ancora pienamente capaci di emozionare e coinvolgere sentimentalmente i fruitori d’archivi, creando un continuo rapporto dialettico, “un ponte di amorosi sensi” tra i molteplici “abitatori” dei documenti, di ogni epoca, con i loro vissuti e le loro molteplici sensazioni umorali e noi uomini del XXI secolo. Alla fine della presentazione il vescovo Armando ha voluto omaggiare tutti i presenti in sala con una copia dell’inventario.