Conferito il mandato diocesano agli operatori pastorali e ai catechisti

mandato“Carissimi, il Signore vi chiama ad accogliere la sua misericordia e a lasciarvi sorprendere da lui. Egli è sempre pronto a spalancare la porta del suo cuore per dirvi che vi ama e vuole condividere con voi la sua vita. Siate consapevoli del suo dono e siate disposti ad aderire al suo invito”. Queste le parole del Vescovo Armando, domenica 23 ottobre Giornata Mondiale Missionaria, in occasione del mandato diocesano agli operatori pastorali e ai catechisti. Il Vescovo si è soffermato sul tema della misericordia, architrave che sorregge la vita della Chiesa. La misericordia è la Giustizia e l’Amore di Dio che, come nella parabola del fico sterile,  agisce sull’uomo che ha piantato il fico perché sia paziente ed attenda che l’albero produca i suoi frutti. “Il tempo di Dio  – ha messo in evidenza il Vescovo – è un tempo di amore e di cura, un tempo che attende e spera, un tempo che non  si lascia vincere dall’apparente sterilità e inutilità dei giorni che passano. Il tempo di Dio è un tempo che sa che il frutto verrà, un giorno, se solo sappiamo attendere ancora un po’. Perché il tempo di Dio non trasforma prima di tutto il fico, ma l’uomo che ha piantato il fico. Quel tempo di Dio è quello del padre che attende il figliol prodigo per strada;  è quello del pastore che parte alla ricerca della pecora perduta. Il tempo di un immenso amore che nulla può scoraggiare, che nulla, mai, potrà stancare”. Il Vescovo si è poi soffermato sulla necessità che i catechisti, gli operatori pastorali, per primi vivano la fede come una scelta integrale di vita, che abbiano provato la difficoltà ad unire fede e vissuto, che abbiano  scoperto la fede come risposta positiva ed esaltante alle sfide del mondo contemporaneo, che abbiano una buona cultura profana e che abbiano tentato di incarnare in questa cultura profana il messaggio evangelico. “E’ importante che i catechisti sappiano presentare la fede nella sua ragionevolezza. Il catechista deve’essere capace di pensare in proprio, di ascoltare con attenzione, di riflettere con oggettività, di comunicare con chiarezza e con gioia. Se la preparazione degli operatori pastorali diventa impegnativa, allora la programmazione è necessaria: essa impedisce di sprecare tempo, di trascurare competenze, di dimenticare ambiti importanti di servizio, di vivere alla giornata navigando a vista.  Per questo chi opera nella pastorale dev’essere umile e non pretendere di far entrare tutto dentro i suoi schemi mentali, dev’essere aperto a riconosce l’azione dello Spirito anche dove non l’aveva immaginata, deve valorizzare tutto il bene che vede nella vita dei credenti, senza pretendere che tutto sia perfetto subito. Soprattutto deve sapere che l’azione pastorale è sempre e solo un’azione di preparazione, invito, sollecitazione alla vita cristiana”.

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