Speranza, responsabilità, fede, casa, prossimità. Sono soltanto alcune delle parole che ci si porta a casa da un’esperienza come questa. Ognuno ha avuto modo di lavorare su se stesso, andando oltre alla scorza su cui solitamente ci giochiamo la nostra vita.
Ora è arrivato il momento di sporcarsi le mani nel servizio e nella quotidianità. Ci auguriamo che l’azione dello Spirito di questi giorni possa riflettersi nelle comunità dei nostri educatori dei ragazzi e animatori dei giovani.
Il materiale del campo sarà prossimamente disponibile sul sito
www.acfano.it
“Un ruolo fondamentale, nel processo generativo, è rivestito dalla narrazione. In ogni circostanza, il finale non è mai scontato, quindi non deve mancare il desiderio di aggiungere o scoprire una nuova pagina”. Questo è solo un pensiero del responsabile nazionale dell’Azione Cattolica dei Ragazzi, Luca Marcelli, intervenuto in occasione della nostra GIORNATA UNITARIA, in cui sono venuti a trovarci tanti amici dei vari settori: ACR, Giovani e Adulti. Raccontandoci il suo significato del verbo “generare”, ha poi aggiunto: “Nell’attuale patto educativo, l’intergenerazionalità è diventato un valore aggiunto, mentre invece dovrebbe essere una delle risorse da cui partire”.
Nel pomeriggio sono seguiti i laboratori dei settori, in cui sono stati ripresi gli stimoli lanciati durante la mattinata.
“L’educatore o l’animatore che vive l’essenziale è colui che vive, conosce, impara a fare, impara a vivere insieme per imparare ad essere”. Così Laura Giombetti ha introdotto un particolare ambiente della nostra casa, la cucina, fornendo gli strumenti per rintracciare gli elementi essenziali per orientarsi attorno a una propria regola di
Quali sono dunque gli ingredienti di un educatore e come utilizzarli al meglio? In questo ci ha aiutato don Enrico Giorgini, responsabile diocesano della Pastorale giovanile di Pesaro. “Si possono avere tutti gli ingredienti necessari, ma senza che questi si siano amalgamati veramente nella nostra vita, il risultato non sarà mai come quello atteso”. A conclusione della giornata, la liturgia penitenziale: riferimento essenziale per riordinare la “dispensa” di noi educatori e l’atteso incontro con il vescovo Armando, compagno da sempre di questo campo di formazione.
Dopo aver fatto un attento focus sul brano dell’anno, oggi si è parlato di casa. “La casa della comunità, una casa diversa, che appena si inizia a costruirla ti manda fuori, ti allontana, ti apre alla missione”, così don Stefano Basili, assistente dell’ACR della diocesi di Senigallia, ha concluso il suo intervento della mattina. Un viaggio all’interno dell’ambientazione domestica che è proseguito con la psicoterapeuta Cristiana Santini, la quale ha tratteggiato la realtà delle famiglie di oggi.
Tanto studio, ma non sono mancati i giochi. Come accade normalmente in una casa, in una famiglia.
Da poche ore ha preso avvio l’edizione 2018 del campo educatori e animatori organizzato dall’Azione Cattolica diocesana e già l’euforia, tipica di chi ha deciso di mettersi completamente in gioco, è alle stelle. In questo si è ben inserita la lectio sull’icona biblica del prossimo anno associativo, quella di Marta e Maria (Lc 10,38-42), tenuta dall’assistente unitario don Gianfranco Ciccolini. Marta, spesso sminuita per il suo indaffarato modo di accogliere Gesù dentro casa, è l’esempio di uno stile di azione che spesso ci contraddistingue all’interno del nostro compito educativo, che può non sempre essere del tutto sbagliato. C’è allora da chiedersi: cosa ci muove? Come Marta, con spontaneità e schiettezza, riusciamo ad affidare al Signore le nostre preoccupazioni?
Il cammino è soltanto all’inizio, ma i presupposti per il lavoro sui tanti educatori e animatori lasciano ben sperare!