La meditazione del Terzo Quaresimale guidata dal Vescovo

Di fronte a Dio ci sono solo figli e figli amati

Riprendendo il filo conduttore di tutti i Quaresimali il Vescovo ha messo in evidenza come Gesù sia venuto a mostrarci il vero volto di Dio e a rivelarci chi è quel Dio che nessuno ha mai visto. “Da qui la convinzione che ogni immagine di Dio che ci portiamo dentro, che non sia fondata sul Vangelo, è inevitabilmente imperfetta e probabilmente errata. Il Dio che ci si fa incontro mette in moto le potenzialità di ciascuna creatura perché possa dare, in ogni situazione per quanto ferita e fallimentare, il meglio di sé. Dio vuole che dal nostro essere feriti giungiamo a sentirci semplicemente amati. Nel cristianesimo la questione fondamentale non è il tentativo di preservarsi dal male per raggiungere Dio, ma è fare esperienza dell’amore di Dio che ci accompagna nella nostra storia. Dobbiamo passare, quindi, dalla religione alla fede: la religione è intenta a voler raggiungere Dio con una vita irreprensibile, la fede, invece, è accorgersi di un Dio che opera e si rivela nella nostra storia ferita. La fede è una resa all’amore, uno scoprirsi inermi davanti all’amore e lasciarsi vincere da esso”.

Il Vescovo si è poi soffermato sul Vangelo di Luca (Lc 7,36-50). “Siamo in casa di un fariseo, probabilmente per un pasto festivo. E’ un ambiente soltanto maschile: le donne stanno in cucina, per non  rendere  il luogo impuro. All’improvviso una donna si introduce in questo consesso di uomini. Già il fatto in se e insolito e irregolare; per di più questa donna è una persona immonda che osa profanare una casa dove non e entrato nulla di impuro. E’ una peccatrice, come la chiama dentro di sè Simone, e non solo entra, ma si porta appresso l’armamentario del mestiere: un vaso di alabastro colmo di olio profumato, che serviva per ungere i suoi clienti (Ez 23,41; Pr 7,17). Cogliamo allora tutta la portata scandalosa di questo brano. Probabilmente questa donna conosce già Gesù, o perlomeno, ha sentito parlare di questo uomo straordinario, buono, di cui si dice essere il Messia. Non ha nulla da perdere, quindi lei osa. Anche noi talvolta  ci convinciamo  che il nostro  peccato, il nostro male, la nostra sporcizia interiore ci impediscano in qualche modo di accostarci a Dio. Questa donna – ha proseguito il Vescovo – incurante di tutte le prescrizioni, ci insegna invece che l’importante è essere guariti, rigenerati, diventare nuovi, riappropriandosi della perduta dignità. Essa entra, si raggomitola ai piedi di Gesù, piange, gli bagna di lacrime i piedi, glieli asciuga con i capelli. A questo punto Simone pensa che se Gesù fosse un profeta non permetterebbe un tale comportamento, tanto più da parte di una donna come questa: un uomo di Dio deve rifuggire i peccatori. Questa donna sta amando l’amore di Dio, Gesù, come può, col suo essere, col suo peccato. Solo quando cominceremo a capire che possiamo amare partendo da ciò che siamo, dal nostro abisso interiore, inizieremo a sperimentare la salvezza. Dio non vuole che lo amiamo da ‘migliore’, ma se cominciamo ad amarlo cosi come siamo, probabilmente giungeremo ad essere anche migliori. Dio – ha messo in evidenza il Vescovo –  non giudica e cataloga a seconda del peccato commesso. Di fronte a Dio ci sono solo figli e figli amati!”

Il Vescovo ha concluso il Quaresimale leggendo “La peccatrice” un testo di Marina Marcolini all’interno del libro “Per voce di donna”.

 

Da quanti anni non ho più un nome?
Mi chiamavo Maria…. – forse.
Una delle tante Marie di questa terra aspra…
Ma nessuno da tempo mi chiama più con un nome…
Io sono la peccatrice…
Col nome ho perso anche me stessa: chi sono? E da dove vengo?
… Ognuno crede che io sia sua
ma io non sono di nessuno, neppure di me stessa…
Io sono una peccatrice…
Il nostro male è diventato la nostra identità…
Non dico soltanto che io sono diventata la Peccatrice
per tutti quei giusti che mi guardano storcendo la bocca,
dico che sono diventata la Peccatrice anche per me stessa
e questo è molto peggio…
Come sono arrivata qui,
in questo non luogo, in questo non nome,
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per quale strada? Qual è stato l’inizio?…
Più cerco di sbrogliarlo, più il filo si annoda
e non ne cavo niente,
se non che
io sono la Peccatrice…
Stanotte un uomo mi ha detto che c’era un rabbì
Uno strano,,,
Non si schifa di niente,,, tocca i malati e li accarezza
Ha persino un seguito di donne: i giusti si scandalizzano,
ma pare che quelle donne siano forti e fiere,
belle di una bellezza luminosa:
strane anche loro. …
Ci vado. Devo andarci..
Ecco la porta è là
Basta che attraversi la strada….
Mi ha chiamata? Ha detto il mio nome?
Non è possibile: nessuno conosce il mio nome
Neanch’io.
Eppure l’ho sentito: in quella casa…….
Lo guardo
Mi guarda…
Lasciami i tuoi piedi
lascia che io li lavi come una schiava
che li accarezzi come una madre
che li riempia di tutti i baci
che ho tenuto chiusi nel cuore
per l’amore che non ho mai avuto…
E il pianto è una piena
lo lascio andare
mi travolge come un’ondata
Mi lava.
No è Lui che mi lava:
io lavo i suoi piedi con le mie lacrime
ma è Lui che mi lava….
Maria!
Lo hai detto?
L’ho sentito!
Eppure non parlavi.
Maria!
Eccomi! (da “La peccatrice” tratto da Per voce di donna di M. Marcolini)

 

Dal Vangelo secondo Luca (7,36-50)

 

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.

Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».

E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».

Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

 

Audio della meditazione

 

Video della meditazione