Il fine settimana del 18 e 19 marzo è stato, per il gruppo scout Fano 1 FSE, molto importante: il Consiglio Nazionale della nostra associazione ha accettato la nostra offerta di riunirsi presso il gruppo più numeroso di tutta l’associazione, quello di Fano. Per i capi del nostro gruppo e anche per i nostri ragazzi è stata l’occasione per conoscere le persone che prestano servizio presso la nostra associazione nazionale. Villa bassa Prelato ha iniziato ad animarsi già dal venerdì sera con l’arrivo del presidente dell’associazione, Francesco Di Fonzo del gruppo Pescara 3, del commissario generale scout di Roma e della commissaria generale guide di Torino e di altri consiglieri. Al consiglio nazionale partecipano due capi di Fano, Silvia Bacchiocchi (come eletta) e Giancarlo Cascioli in qualità di commissario rappresentante di quella che noi chiamiamo regione Est (la fascia adriatica da Bologna alla Puglia). La messa feriale presieduta dal nostro assistente generale Don Zbigniew Formella ha dato l’avvio alla giornata di sabato. Gli argomenti trattati hanno visto un resoconto dei nostri rappresentati presso il Bureau Federale che si sono tenuti a Varsavia, la definizione di alcune attività nazionali per le guide e scolte/rover che si terranno durante l’anno giubilare oltre alla concretizzazione della disponibilità che la nostra associazione italiana sta dando alla realizzazione di campi estivi in Italia per alcuni gruppi Ucraini FSE. I capi del gruppo, capitanati dal nostro fantastico “capo cuoco” Nicola Polverari, hanno dato il loro meglio organizzando la cena di sabato per poco meno di un centinaio di persone.
Domenica mattina tutto il gruppo di Fano, assieme al consiglio nazionale, si è riunito presso la chiesa del Prelato attorno al nostro vescovo per celebrare la Santa Messa. Nella sua omelia ci ha proposto tre sostanziali linee di meditazione circa il contributo dello scoutismo alla chiesa oggi: diventare sempre più una comunità credente ed educante seguendo due tracce, una che riceve e una che consegna; imparare facendo; l’appartenenza a piccoli gruppi. Tutto questo si raggiunge se i capi educatori acquisiscono consapevolezza di alcuni importanti pensieri: restituzione non carità; dal “mi piace”, “mi diverto” al “mi sta a cuore”: capacità di sé; acquisizione personale di valori da proporre con le parole e con i fatti; consapevolezza che i ragazzi hanno diritto di sentirsi amati. Dopo la messa e la breve cerimonia dell’alzabandiera, come gli scout usano fare nelle occasioni importanti, il gioco preparato per loro dai capi del gruppo, da anni il modo migliore per festeggiare il compleanno del nostro fondatore, giornata che noi chiamiamo il BP day o giornata del ricordo.
Giancarlo Cascioli