“Benvenuto don Andrea”. Con questo striscione semplice, ma ricco di significato, realizzato dai ragazzi dell’Azione Cattolica Diocesana, domenica 9 luglio, vigilia della Festa di San Paterniano patrono della città di Fano e della nostra Diocesi, Mons. Andrea Andreozzi ha fatto il suo ingresso quale nostro nuovo pastore. Giunto nel primo pomeriggio al casello autostradale di Marotta ricevuto dal sindaco di Mondolfo, Nicola Barbieri, dal parroco di San Giovanni Apostolo (prima parrocchia della Diocesi) don Enrico Secchiaroli e da don Luca Santini, il Vescovo ha subito ringraziato tutti per l’accoglienza e si è recato proprio nella parrocchia di Marotta per incontrare i fedeli che lo attendevano sul sagrato per un momento di meditazione davanti al Santissimo. Si è fermato, poi, nel santuario mariano della Beata Vergine del Ponte Metauro dove ha voluto incontrare la comunità e portare il suo saluto.
Poi l’arrivo a Fano, precisamente a Porta Maggiore, accolto calorosamente dal sindaco Massimo Seri, dal Prefetto di Pesaro Urbino Emanuela Saveria Greco, dalle forze dell’ordine, da tanti cittadini e dalla Banda cittadina che lo ha accompagnato sul palco dove il sindaco ha voluto donare al nuovo pastore lo stemma simbolo della nostra città. Presenti, con i loro gonfaloni, anche tanti sindaci del vasto territorio diocesano, un territorio che va dal mare alla montagna, fatto di piccole e grandi comunità laboriose e generose. Emozionante l’abbraccio, all’ingresso della Cattedrale, con il Vescovo emerito Mons. Armando Trasarti che, per sedici anni, ha guidato la nostra Diocesi. “. La sua è un’eredità impegnativa – ha sottolineato il Sindaco Seri – quella di guidare la nostra Diocesi, in tempi che non sono facili riguardo la vita spirituale, ma, da sindaco, glielo sposso garantire non sono facili neppure per quanto riguarda la vita civile. Con il suo modo di presentarsi, attraverso le parole spese, umile e profondo, sarà sicuramente un pastore, un riferimento per tutti noi”. Il Prefetto di Pesaro Urbino ha chiesto al Vescovo Andreozzi un sostegno per affrontare un fenomeno in crescita che richiede un impegno condiviso: accoglienza dei migranti. “Si parla sempre più spesso e, a volte, in modo freddo e statistico, di flussi migratori che interessano la nostra nazione. Si dovrebbe parlare di uomini, donne, bambini, adolescenti che lasciano quel poco che hanno, che rischiano la propria vita per una possibilità di vita diversa, di vita normale. Spesso sento la parola accoglienza usata a gran voce e poi, nella realtà, nessuno vuole questi esseri umani. Dovremmo tutti impegnarci a dare più senso alle parole, a far sì che diventino azioni concrete. Lei, parlando si sé, si è augurato di avere una certa dinamicità nel fare e questo operato la accomuna al caro don Armando. A lei mi rivolgo, affinchè con la sua azione pastorale contribuisca ad abbattere il muro dell’ipocrisia e a far emergere quella umanità che deve contraddistinguere la nostra vita”.
Da buon tifoso e amante del calcio, Mons. Andreozzi, nel suo discorso alla città, ha usato un’immagine tratta proprio dal mondo calcistico. “Nel calcio moderno molti allenatori privilegiano la tattica del gioco dal basso che permette una visione del gioco ad ampio respiro e fa partecipare tutti all’azione a cominciare dal portiere. Certo si corrono dei rischi, a volte si prendono facilmente dei goal. Occorrono – ha sottolineato il Vescovo Andrea – piedi buoni ed educati, partendo dal portiere; è bello cominciare a giocare dal basso, è quanto mai necessario partire sempre più dal fondo, dagli ultimi, dai più emarginati, per imbastire delle azioni corali che portino a dei risultati positivi e vantaggiosi per tutti”.
Nell’omelia della Santa Messa, alla quale hanno concelebrato oltre ai sacerdoti della nostra Diocesi anche otto vescovi, Mons. Andreozzi ha voluto ringraziare tutti i presenti a cominciare proprio dai presbiteri: sarà sua premura incontrarli personalmente per stringere un rapporto autentico di collaborazione, stima e amicizia. Così come con i diaconi, che occupano le frontiere della nostra chiesa, i religiosi e le religiose che con il loro carisma danno il gusto di seguire il Signore da diverse prospettive, tutte le realtà ecclesiali, le associazioni, le parrocchie. Ha poi preso un impegno con il suo popolo: riconoscere i carismi e farli venire alla luce. Momento simpatico quando ha raccontato di essersi perso per raggiungere la nostra città poiché il navigatore lo aveva portato in aperta campagna: “sono io la prima pecorella smarrita” ha detto con il sorriso.
Al termine della celebrazione eucaristica, il Vescovo Andreozzi si è recato nella chiesa di Santa Maria del Gonfalone e nella Pinacoteca San Domenico dove erano stati allestiti dei maxischermi per seguire la Santa Messa trasmessa in diretta su Fano Tv per incontrare i fedeli e impartire loro la benedizione.
FOTO DI MASSIMO MAGGIOLI