Inserita nella settimana per l’Unità dei Cristiani, significativa è stata la veglia ecumenica per la pace di sabato 20 gennaio nella Cattedrale di Fano. Con un’unica voce, i vescovi della Metropolia, don Andrea e don Sandro, i rappresentanti delle Chiese ortodosse, valdesi e luterane presenti nel nostro territorio e numerosi fedeli hanno pregato insieme, guidati dalla parabola del Buon Samaritano. Gesti di comunione, canti di invocazione e di lode, ascolto della Parola, preghiera corale: l’unità e la pace sono, per il cristiano, un impegno di vita ed è stato davvero intenso il momento che ha visto tutti coinvolti e partecipi. La prima parte si è conclusa sul sagrato del Duomo, ciascuno con una candela in mano, intorno alla Croce: un invito alla missione, a farsi prossimo, a impegnarsi a tutto ciò che si può fare insieme.
La veglia è poi continuata di nuovo dentro la Cattedrale, intorno a quella croce portata dai vescovi e dai rappresentanti delle varie confessioni cristiane e deposta ai piedi del presbiterio. E proprio da quel segno, carico di lacrime e di sofferenza, ma al tempo stesso di ricerca di pace e di vita rigenerata, realizzato da un carcerato di Fossombrone con i pezzi di legno di scarto, che suor Catherine ha portato la sua testimonianza.
Hanno accompagnato poi la veglia le parole di Papa Francesco, dal messaggio Urbi et Orbi del Natale scorso, a dal Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace. Ha arricchito la meditazione Emanuele Frontoni con la sua esperienza di scienziato e professore all’Università di Macerata, il quale da anni studia l’intelligenza artificiale. Insieme alla fiducia per le possibilità che offre, c’è la consapevole necessità di regole perché l’IA sia davvero a servizio della fraternità umana e della pace. Significativo anche il gesto di scrivere una parola di pace su un piccolo straccio di stoffa, deposto ai piedi della croce e poi riconsegnato a ciascuno dal Vescovo e dagli altri rappresentanti presenti.
Laura Giombetti