Conclusi gli Esercizi Spirituali per diaconi

Servire, con gioia, la Chiesa e i fratelli

Nel weekend del 10-12 maggio si sono svolti, nel Santuario Beato Benedetto dei Cappuccini di Fossombrone, gli Esercizi Spirituali per i diaconi della diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, guidati dal Vescovo Mons. Andrea Andreozzi. Altissima è stata la partecipazione dei diaconi e delle loro mogli (la diocesi conta 20 ministri ordinati) a cui si sono aggiunti i cinque prossimi candidati a ricevere il ministero diaconale e le sorelle dell’Ordo Virginum. Tanti sono stati gli spunti di riflessione proposti dal Vescovo che ha posto come tema centrale degli esercizi il servizio. Partendo infatti dalla frase latina “Ubi maior minor cessat” (dove vi è il maggiore, il minore decade)  l’ha parafrasata  in  “Ubi maior minor gessit” (dove vi è il maggiore, il minore ha operato) mettendo in evidenza la funzione dei personaggi secondari nella narrazione della Bibbia ebraica. Lo ha fatto approfondendo due passi del Vecchio e Nuovo Testamento. Il primo, tratto dal II libro dei Re – capitolo 5, narra la storia di Naaman il Siro, valoroso comandante dell’esercito armeno, che dapprima non accetta che la guarigione della sua lebbra non passi attraverso il contributo di re o alti funzionari, ma si ravvede solo dopo aver dato ascolto ai suoi umili servi che lo aiuteranno a guarire facendogli vedere come mettere in pratica le indicazioni del profeta Eliseo. Il secondo, tratto dal capitolo 8 del libro degli Atti degli Apostoli, racconta la storia del diacono Filippo che viene inviato dallo Spirito Santo a fare un incontro particolare con l’eunuco a cui si fa vicino obbedendo allo Spirito, gli spiega le scritture e lo introduce al cristianesimo con il battesimo.
Il vescovo ha quindi sottolineato l’importanza di ripensare una Chiesa capace di trasformare la “servitù” in “servizio”. Una cambio di prospettiva a 360 gradi in quanto la prima condizione richiama la schiavitù del popolo di Israele in Egitto e si identifica con ruoli e gerarchie precise, mentre la seconda ci riporta alla libertà e alla salvezza e si identifica con amicizia e gioia.

Tutte le meditazioni sono state accompagnate da momenti di silenzio e riflessioni personali che, nell’ultimo giorno, sono confluite in un confronto fraterno e arricchente. Il contesto comunitario e accogliente dei Frati Cappuccini e lo scenario naturalistico del paesaggio circostante hanno anch’essi contribuito a far diventare questi esercizi una vera oasi di pace nella quale tutti i partecipanti si sono potuti arricchire spiritualmente per ripartire con gioia e leggerezza nel loro servizio alla chiesa e ai fratelli.

Lucio Diotallevi