Domenica 9 giugno grande festa a Gimarra

I 50 anni di sacerdozio di don Gianni Petroni

Domenica 9 giugno grande festa a Gimarra per il 50mo anniversario di ordinazione presbiterale di don Gianni Petroni (per tutti DonGi) parroco di Santa Maria del Carmine. “La parola di Dio – ha sottolineato il Vescovo Andrea – ci offre diverse possibilità di approfondimento, al fine di cogliere il significato di questa festa per i 50 anni del ministero svolto da don Gianni, molti dei quali in questa parrocchia”. Innanzitutto si è soffermato sullo Spirito Santo come vero ispiratore della vita di un uomo. “Chi ti ha animato e rianimato fino a oggi caro don Gianni – ha affermato il Vescovo – è stato il Paraclito. Lui il vero alleato del tuo discernimento, della parola e delle azioni che ne sono conseguite. Vera cura della comunione e della costruzione della comunità, difensore attento e strenuo di fronte a ogni tentazione della divisione capeggiata da colui che il vangelo di oggi battezza come diviso in se stesso e divisivo. Lo Spirito Santo ha trovato riposo in te, come la colomba fece il suo nido scendendo su Gesù nel giorno del battesimo”. A seguire la casa come una famiglia allargata, dove ci si allena a essere fratelli e sorelle. “Il guardare chi sta intorno a sé, da parte di Gesù; il fare attenzione alle persone; dare considerazione e indicare l’altro come parte della propria famiglia è stato un po’ il tuo stile di vita, nel comune sforzo di fare la volontà di Dio e di portare avanti la passione e il lavoro per il regno”.  Il Vescovo si è poi soffermato sulle cose visibili e le cose invisibili. Le prime sono di un momento, le seconde sono eterne. Le cose visibili sono di un certo tipo: la costruzione di una chiesa; la ristrutturazione di un’altra. Quelle invisibili richiedono uno sguardo puro sulla vita: “beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. Sono le seconde che procurano la vera gloria e ci permettono di affrontare le tribolazioni e gli acciacchi che la vita presenta. Il proto-vangelo di Genesi, come i Padri hanno definito il testo della prima lettura. Rispetto a una storia dagli andamenti tortuosi e sinuosi come quelli del serpente, restano inalterate la benedizione, la possibilità di vita, una stirpe e una discendenza per ogni essere vivente. “A un prete che arriva a celebrare il suo 50mo anniversario di messa auguro di tornare alle origini, alle radici del suo primo vangelo, quelle che sostengono il grande albero della vita nostra e del mondo”.  Infine ha dedicato alcune parole al Salmo del “De Profundis”.  “In un giorno di festa non è proprio il massimo. Tuttavia è un inno alla misericordia, alla richiesta per le nostre mancanze, a ciò che di più vero diciamo a Dio di quello che si trova nelle profondità del nostro essere e nelle stanze più recondite del cuore. È questo il mio augurio, caro don Gianni: sii un uomo profondo come sei sempre stato, un uomo di speranza, una sentinella del mattino che aspetta il Signore”.