Pregando tra le stelle

Quella del 6 e 7 luglio scorso è stata un’esperienza molto bella, da custodire gelosamente tra i propri ricordi. Nell’ambito del programma “Ad alta quota”, un insieme di iniziative volte a ridurre l’altezza fra essere umano e montagna, voluto dai gestori del Rifugio “Cotaline 1400”, in collaborazione con la Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, si è svolta una due giorni ricca di natura e di spiritualità dal titolo: «Sul monte, Dio è più vicino. Tra parole e musica incontriamo il Signore delle cime».

Alla presenza di un gruppo di persone, alcune provenienti da altre province, la due giorni è stata animata da Marco Florio che, con grande professionalità, ha letto le meditazioni lungo il percorso, dalla Cappella Musicale del Duomo di Fano, che ha curato l’animazione musicale della passeggiata sotto le stelle e della santa Messa domenicale celebrata da don Francesco Pierpaoli.
Sono stati due giorni intensi vissuti a stretto contatto con la natura nella sua accezione più alta, nel corso dei quali ognuno ha dato il suo contributo con la preghiera, col canto o con la semplice presenza. È questa condivisione e questo senso di comunità – alcuni fra noi non si conoscevano nemmeno – che ci realizza come persone e anche come cristiani seguaci di un Dio fatto uomo che non si è rinchiuso nella condizione individualistica della sua divinità ma ha condiviso, in tutto e per tutto le gioie, i dolori e le miserie di una umanità che ha tradito le sue aspettative, mostrando fin dall’inizio quanto bisogno abbia di un “Altro” perché troppo debole per “farcela” da sola.
Molto belle le letture e le riflessioni, durante il cammino serale lungo il Sentiero della Misericordia. Mi piace ricordare il salmo 8 che celebra la bellezza e la varietà del creato e le parole “Se guardo il cielo, la luna e le stelle”, sono sembrate quanto mai attuali nel contesto naturale di un sentiero che di tanto in tanto lasciava intravedere, fra gli alberi, squarci di cielo stellato. A queste parole che aprono all’infinita grandezza e bellezza dell’universo che ci sovrasta fa immediatamente eco la domanda del salmista “che cosa è l’uomo perché te ne curi?”. La risposta, alla fine del salmo ci dice che l’uomo, ogni uomo, ogni essere umano, è stato fatto “poco meno degli angeli” ed è stato posto da Dio al di sopra di ogni cosa e di tutte le altre specie viventi.
Al salmo 8 ha fatto eco il Salmo il 42, che il coro ha cantato nella versione messa in musica da Palestrina dal titolo “Sicut cervus e Sitivit anima mea”. Anche qui un’altra domanda a raggiunto quelli che camminavano nella notte accompagnati dal fruscio del vento: “Dov’è il tuo Dio?”; una domanda questa che ci tormenta tutte le volte che viviamo condizioni di disagio o di dolore, quasi a sollecitare l’intervento risolutivo di un Dio che sappiamo esserci ma che certe volte siamo portati a considerare latitante o impegnato in altre cose per poter badare alle nostre difficoltà. Anche qui la conclusione del salmo dissipa ogni possibile dubbio ed esorta la nostra anima a non abbattersi e a non agitarsi ma a sperare in Dio e a chiedere sempre la sua misericordia e la sua benevolenza.
La domenica, dopo una notte di meritato riposo, ci siamo di nuovo incamminati per il Sentiero della Misericordia fino alla chiesetta di San Pier Damiani, dove don Francesco ha celebrato la Messa domenicale, animata dalla Cappella Musicale del Duomo di Fano. Incisiva e piena di significato la frase con la quale Dio risponde a San Paolo che lo supplicava di sollevarlo dai problemi che lo affliggevano (non è chiaro dalla storia se di natura fisica o morale): “Ti basta la mia grazia”! Una espressione che non ammette repliche e che mostra, a tutti, nessuno escluso, come la nostra vita debba essere vissuta alla luce della Grazia che ci viene da Dio.
Durante la celebrazione Marina, una corista, e Paolo, un alpino, hanno voluto ricordare il 35° anniversario di matrimonio: anche il loro è stato un cammino di luce e di buio di gioia e fatica esattamente come quello che avevamo appena vissuto. Con tutti noi anche una famigliola di ghiri hanno scelto la chiesetta come dimora: anche questo un segno dell’armonia e della bellezza del creato
Ci siamo lasciati, dopo il pranzo, con l’augurio di poter ripetere il prossimo anno una così bella esperienza.