“I luoghi di lavoro sono luoghi di vita”

Prosegue il ciclo di incontri organizzato dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e il Lavoro in preparazione della prossima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a Cagliari il prossimo ottobre. L’incontro si è tenuto sabato 17 giugno, presso la Cripta di Sant’Agostino a Fossombrone, in collaborazione con la Pastorale Giovanile diocesana e i rappresentanti del Progetto Policoro. L’obiettivo dell’incontro era quello di consentire ai giovani della nostra Diocesi e ai rappresentanti sindacali provinciali di confrontarsi con Luigino Bruni, professore di Economia presso la Libera Università LUMSA di Roma, sul tema: “Il Diritto al Lavoro per Tutti”. Luigino Bruni ha iniziato la propria relazione rifacendosi alle parole pronunciate da Papa Francesco durante la visita agli stabilimenti ILVA di Genova, ricordando che “i luoghi di lavoro sono luoghi di vita e, conseguentemente, luoghi di Chiesa”. Bruni ha proseguito parlando del dramma antropologico della disoccupazione: chi non lavora non solo non consegue un reddito per il proprio sostentamento, ma perde anche la possibilità di vivere una esperienza fondamentale per la propria fioritura umana.
Infatti, il lavoro “non insudicia”, anche quando lascia sul corpo i segni della fatica, perché  l’esperienza di lavoro mantiene in sé una doppia valenza, inscindibile e necessariamente connessa: il lavoro è paradiso e inferno, cura e fatica, fioritura e sudore. In questo senso, il contenuto dell’esperienza di lavoro è complesso, perché dal lavoro l’uomo pretende non soltanto di conseguire gli strumenti per la propria sopravvivenza, ma anche stima e riconoscimento professionale e personale.
Secondo Bruni, “il lavoro inizia davvero quando mettiamo tutto noi stessi nell’attività che svolgiamo”, perché lavorare male fa vivere male. Infatti, il primo incentivo è essere conosciuti come bravi lavoratori. Si lavora bene non tanto per obbedienza, quanto per dignità professionale e personale.
Da qui, uno spunto per i nostri giovani, in questo momento storico di incertezza e necessaria flessibilità lavorativa: i giovani che si trovano a svolgere una attività lavorativa “necessitata”, e non la propria attività lavorativa “vocazionale”, dovrebbero in ogni caso svolgere la stessa nel migliore dei modi, così da conferirle dignità, perché non sia “tempo umano sprecato”.
Bruni ha anche espresso parole di speranza in merito alla paventata perdita di possibilità occupazionali conseguente all’avvento della cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”: ritiene infatti che, poiché l’economia si sviluppa dalle relazioni e poiché il lavoro è emozione, le persone riusciranno ad inventarsi nuove professionalità per contrastare la disoccupazione tecnologica. Ci sarà quindi un “diritto al lavoro per tutti?”

Pier Federico Orciari