Nel mondo, sono oltre 900 milioni – e si prevede che nel 2020 supereranno il miliardo e mezzo – le persone che si recano in viaggio turistico all’estero: “i loro spostamenti, per aereo, mare e terra, utilizzano carburanti inquinanti, e gli alberghi che li accolgono, con impianti di aria condizionata, causano emissione di gas nocivi”. A diffondere questi dati è il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti…, nel Messaggio per la Giornata mondiale del Turismo, che si svolgerà il 27 settembre sul tema: “Il turismo affronta la sfida del cambiamento climatico”. “Il turismo è uno dei vettori degli attuali cambiamenti climatici, in quanto contribuisce al processo di riscaldamento della terra”, si legge nel messaggio, diffuso oggi. E proprio per rispondere alla “sfida” del cambiamento climatico – si ricorda all’inizio del testo – la Città del Vaticano è diventata il primo Stato sovrano “a emissioni zero” di anidride carbonica con la creazione, nel 2007, di una zona boschiva in territorio ungherese, di sua proprietà. L’altro segno concreto di “impegno ecologico” nei confronti del nostra pianeta da parte della Chiesa cattolica è il progetto di un impianto fotovoltaico a pannelli solari che fornirà alla Città del Vaticano una quantità di energia quotidiana pari a una quota importante del suo consumo totale.
I cambiamenti climatici del pianeta, il “flagello” della deforestazione e il fenomeno del riscaldamento del globo: questi alcuni emblemi del “difficile futuro ecologico” della terra, che “non è questione solo di turismo”. Per la Santa Sede, infatti, “ci troviamo di fronte a una fase precaria e delicata della storia dell’umanità”, cioè a un “bivio” tra il bene e il male. La terra descritta dalla Genesi da “giardino” è infatti diventata un “deserto”, dove “l’acqua ha inghiottito e distrutto ciò che ha trovato sul suo crescente cammino diluviale, mentre si sono costruiti altri ostacoli, le bombe hanno formato crateri, la contemplazione si è trasformata in usurpazione, il dialogo è diventato monologo di onnipotenza, i fratelli hanno schiavizzato i fratelli e i popoli”. La “grande sfida”, si legge allora nel messaggio, consiste “nel superamento di un certo narcisismo insano, nel combattere l’egoismo e nel guardare con lucidità e onestà la terra, che rischia di essere distrutta”. Ciò significa, per la Santa Sede, “assumere le proprie responsabilità a livello individuale e collettivo”: in concreto, “non contribuire ancor più all’aumento del riscaldamento globale”, partendo dalla consapevolezza che “non è giusto che gli esseri umani provochino la fine della terra e dello scorrere delle generazioni per negligenza, o a causa di decisioni egoistiche e di consumismo esasperato”.
Sotto accusa, insomma, è l’’ “egoismo di fronte al futuro”: di qui l’appello a “coltivare l’etica della responsabilità”, che per i turisti comporta la possibilità di “scegliere di essere un turista contro la terra o a sua favore magari andando a piedi, preferendo alberghi e luoghi di accoglienza più a contatto con la natura, portando meno bagaglio, smaltendo in modo adeguato i rifiuti, consumando pasti più ‘ecologici’, preferendo prodotti dell’artigianato locale ad altri dispendiosi e velenosi, servendosi di materiali riciclabili o biodegradabili, rispettando la legislazione locale e valorizzando la cultura del luogo che stiamo visitando”. “Ogni essere umano, e ancor più il cristiano, deve rispondere del pianeta sostenibile, della qualità della nostra terra, che per le prossime generazioni sarà la loro”, si legge nel messaggio, che incoraggia i turisti ad “rispettare e incoraggiare una cultura ‘verde’ rispettosa dell’ambiente, caratterizzata dai valori etici, oltre che morali”. “Quando l’uomo, poi, dimentica di essere un fedele servitore di Dio e della terra, essa si ribella e diventa un deserto che minaccia la sopravvivenza”: di qui la necessità, per “sviluppare una cultura del turismo responsabile”, di “costruire forti legami tra le varie generazioni affinché il futuro sia possibile” e di “sviluppare una austerità gioiosa, scegliendo ciò che non è transitorio né deperibile”.