"Parrocchie italiane, gemellatevi con noi". Proposta dal parroco di Gaza

“La tregua è fragile, ancora adesso si sentono cannonate e spari di armi automatiche che arrivano dalla costa. Nei pressi della riva ci sono infatti navi israeliane, i cieli sopra la Striscia sono solcati da aerei senza piloti e da F16. I tank israeliani non sono ancora del tutto usciti da Gaza, ce ne sono ancora nel territorio vuoto della Striscia”. A parlare è il parroco di Gaza, padre Manuel Musallam… che racconta questi primi giorni di tregua. “Oltre a ricostruire – ha detto il parroco – è importante assistere a livello psicologico e sanitario i bambini delle scuole materne ed elementari. Molti di loro hanno riportato ferite importanti, con tagli e mutilazioni. Le armi usate dall’esercito israeliano tagliavano le membra delle persone. I feriti sono oltre 5 mila e di questi la quasi totalità ha riportato danni permanenti, ai piedi, alle mani, al ventre, sono persone che non potranno più lavorare, saranno disabili per tutta la vita. E’ una emergenza umanitaria”.

Nonostante ciò una parvenza di normalità sembra tornare nella Striscia, dove, sempre secondo Musallam, “la gente è scesa di nuovo in strada, i negozi sono aperti, così come le banche dove molte persone si recano per ritirare un po’ di denaro necessario ad acquistare i beni di prima necessità. “Ci sono anche bambini che giocano a calcio nelle strade disastrate. Ma la maggiorparte della popolazione cerca di fare ritorno alle proprie case e proprietà per fare una conta dei danni e vedere di sistemare. Il panorama che ci circonda è fatto di centinaia di case distrutte o danneggiate, di strade dissestate per il passaggio dei carri armati, di campi e piantagioni devastati in maniera inesorabile. La distruzione operata dai bombardamenti è una catastrofe. Ho fatto un giro per la città e i danni sono notevoli specie nelle costruzioni del Governo, della polizia”. Circa gli aiuti umanitari, Musallam ha affermato che “procede con lentezza. La priorità di Croce Rossa e Unrwa sono i rifugiati nelle scuole Unrwa a Gaza. Si calcola che siano circa 60 mila”. La Chiesa locale non sta con le mani in mano: il parroco “con la collaborazione di diversi amici musulmani” ha rilasciato “dei coupon alle famiglie più bisognose per fare spesa nei negozi, che saranno pagati non appena arriveranno le somme di denaro”. Musallam ha lanciato, infine, un appello alle diocesi italiane: “gemellatevi con Gaza! Un gesto significativo che servirà a costruire un clima di fratellanza e di condivisione di cui abbiamo tanto bisogno”.