Don Giovanelli: "Non necessariamente chi non è guaribile non sia curabile". Convegno di Bioetica del dolore. Venerdì la chiusura

bioetica_2.jpg«La risposta cristiana al mistero della morte e della sofferenza non è una spiegazione, ma una presenza, perché ognuno è importante in quanto è se stesso e lo è fino alla fine». Con questa citazione di Cicely Saunders, il Dottor Marco Maltoni ha dato inizio al secondo incontro del convegno di Bioetica del dolore, lo scorso Mercoledì 22 Aprile, promosso dal Centro Diocesano per la Bioetica…
La prima delle due relazioni è partita da un’analisi dei metodi di cure palliative da parte del sopracitato Dottor Maltoni, direttore di una realtà di ricovero per anziani presso Forlimpopoli, l’Hospice. «L’efficacia delle cure palliative sta, più che in ogni altra cosa, in chi le somministra. – ha detto il medico riportando la sua esperienza – Occorre investire nella relazione con il paziente, perché l’uomo è di per sé relazione; tenendo acceso lo sguardo reciproco di amore, di cura, anche quando il malato ha gli occhi chiusi, come chi è in stato vegetativo». «In un sistema di affetto reciproco durevole – ha continuato Maltoni – la richiesta eutanasica si abbassa percettibilmente». Concludendo il suo intervento, poi, il direttore dell’Hospice ha citato una frase di Benedetto XVI, che meglio riassume l’efficacia del calore umano fornito già dal solo contatto visivo: «Lo sguardo, che liberamente accetto di volgere all’altro decide della mia stessa dignità, del mio modo di essere uomo».
Percorrendo la tematica dell’etica del prendersi cura, il Dottor Paolo Marchionni ha ulteriormente rincalzato quanto già detto, affermando che il medico deve la sua perdita d’autorevolezza proprio alla mancata relazione interpersonale con il paziente. «Bisogna distinguere il “curare”, che ha come fine “il corpo”, dal “prendersi cura”, che vede come suo obiettivo “la persona”».
Sull’ideale comune della necessità e dell’importanza del prendersi cura fino alla fine, il delegato diocesano per il Centro di Bioetica, don Giorgio Giovanelli, ha concluso dicendo che non necessariamente coloro che non sono guaribili non siano curabili.
Una serata che, come già verificatosi al primo incontro, ha registrato un grande numero di presenze, ulteriore testimonianza del gradimento diffuso per l’iniziativa.
Matteo Itri