“L’auto-formazione è formazione di se stessi, nel senso che per un adulto l’autenticità del cammino è legata alla ricerca di diventare sempre, e fino in fondo, se stesso, al di là di ogni forma predefinita da altri all’esterno ma anche dentro di sé. È cammino di affrancamento, di libertà, di adesione alla propria… irripetibilità e originalità personale”: lo ha detto don Gianni Caliandro, relatore all’incontro da parte della Commissione Presbiterale Italiana (Cpi) sul tema “I presbiteri, chiamati ad auto-educarsi per educare”. Il tema dell’incontro è stato scelto per iniziare ad affrontare l’argomento di fondo scelto dalla CEI per il prossimo decennio pastorale (2010-2020), quello appunto dell’ “emergenza educativa”. Don Caliandro ha sottolineato che, per quanto riguarda i presbiteri, si tratta di “un cammino di autonomia, di cui fa parte in maniera sana anche l’accettazione di un certo margine di dipendenza dagli altri. Auto-formazione è tentativo di prendere in carico se stessi, di farcela da soli, di diventare responsabili di sé”, ha aggiunto. In questa prospettiva “acquista particolare rilievo la categoria della riflessività, della capacità cioè di pensare a ciò che si sta facendo e vivendo mentre lo si sta facendo e vivendo, imparando a riflettere criticamente sulla realtà”. La riflessione, sviluppata nella due-giorni della Commissione presbiterale italiana in tema di “educazione ed auto-educazione”, ha confermato la validità permanente degli “strumenti formativi classici della tradizione educativa e spirituale: dall’esame di coscienza al dialogo con il direttore spirituale, dalla revisione di vita al diario. Ad essi – ha sottolineato il relatore don Gianni Caliandro – vanno accostati strumenti più innovativi, quali i confronti di gruppo e la raccolta sistematica di esperienze e riflessioni”. Nell’attuale contesto culturale – si è detto – “le funzioni canonicamente costituite del ministero presbiterale (predicazione e catechesi, liturgia e guida delle comunità e delle persone)”, debbono integrarsi con le esigenze di una profonda “formazione permanente basata sulla ricerca di una reale trasformazione della persona, quindi sul rapporto tra maturità umana e maturità cristiana dei presbiteri”. Il relatore ha anche ricordato che proprio il presbitero è chiamato “a rimettere seriamente al centro della propria formazione la Bibbia”. La sintesi dei lavori è stata quindi svolta da don Michele Fusco, rappresentante della Commissione presbiterale nel Centro nazionale vocazioni, relativamente alla “Questione educativa nella 59° Assemblea generale della Cei”.
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