In merito all'appello rivolto al Vescovo dalla donna italo-irachena

NOTA DELLA CURIA
Nei giorni scorsi è apparsa sulla stampa, precisamente su “Il Messaggero”, una lettera aperta rivolta al Vescovo di Fano Mons. Armando Trasarti, da parte della signora Atbha Abdul Karim. La signora, si legge nella lettera pubblicata sul quotidiano “chiede aiuto al Vescovo perché non sia turbata l’anima della sua madre…, morta senza Patria, lontana dalla sua terra, sconvolta dalla guerra. Chiedo rispetto e tolleranza, evitando la esumazione del corpo di mia madre”. La religione islamica prevede che il corpo del defunto deve essere posto solo sotto terra. Il Vescovo ha appreso la notizia direttamente dalla stampa, senza ricevere nessuna lettera personale della signora Atbha Abdul Karim. Il Vescovo, da parte sua, non ha nulla in contrario a tale richiesta, ma bisogna rispettare anche le norme previste dalla legge e dal Comune dove è situato il cimitero. Il Vescovo, inoltre, riporta una citazione di Monsignor Crociata, Segretario Generale della Cei, che nella recente Assemblea dei Vescovi nel novembre scorso ad Assisi “ha definito un’esigenza legittima, considerato anche il numero di musulmani in Italia, l’eventuale destinazione di porzioni dei cimiteri ai defunti di religione islamica”. Pertanto, dopo una consultazione intercorsa da parte della Curia con il Sindaco di Fano, in merito all’appello della signora italo irachena Atbha Abdul Karim che chiede di evitare la riesumazione della salma di sua madre, ed essendoci stato un confronto da parte della Curia stessa con gli organi istituzionali della Cei a Roma, una possibile pista praticabile è la seguente: solo dopo una richiesta ufficiale dell’Unione delle Comunità ed organizzazioni Islamiche in Italia inoltrata al Sindaco, il Comune di Fano può prendere in considerazione di destinare un appezzamento di terreno, sito nell’attuale cimitero dell’Ulivo, a defunti di religione non cattolica per la sepoltura secondo le loro tradizioni.

Ufficio Comunicazioni Sociali