Si è aperto, giovedì 2 giugno, il convegno nazionale dal titolo “Signore da chi andremo? Pellegrini, cercatori di Dio” organizato dall’Ufficio nazionale CEI per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport in collaborazione con l’Ufficio Liturgico Nazionale, con la Diocesi di Fano, il Collegamento Nazionale Santuari e lo Spi-Segretariato Pellegrinaggi Italiani. Ad introdurre i lavori è intervenuto Mons. Armando Trasarti, vescovo della diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola, il quale, dopo aver illustrato ai presenti la nuova sala multimediale realizzata grazie al contributo dell’8 per 1000 della CEI, di alcuni istituti di credito locali e delle maestranze che hanno lavorato con prudenza e velocità, caratteristiche tipiche della mentalità marchigiana, ha sottolineato l’importanza dell’accoglienza. “La spiritualità di chi accoglie – ha affermato Mons. Trasarti – deve essere, prima di tutto, profonda, ristoratrice e veritiera. Le persone partono per i pellegrinagi per tanti motivi, ma tornano sicuramente con tante motivazioni in più per andare avanti”.
Presente, a dare il benvenuto ai convegnisti, il sindaco di Fano, Stefano Aguzzi, il quale ha ringraziato il vescovo per questo importante apuntamento. “La nostra città – ha spiegato Aguzzi – è cresciuta molto negli ultimi anni, siamo arrivati a 64.000 abitanti contro i 50.000 di alcuni anni fa. Fano è una realtà accogliente, pronta ad offrire molto e soprattutto è una città in cui è fortemente radicato l’associazionismo diffuso”.
Intervenuto al convegno anche il presidente della Provincia, Matteo Ricci. “La terza sessione di questa tre giorni è dedicata al celebrare. Il 2 giugno celebriamo la storia del nostro Paese e soprattutto quanto il cattolicesimo sia stato importante per creare davvero un’identità nazionale”.
A portare il saluto della Regione Marche è intervenuta la consigliera regionale Elisabetta Foschi che ha affermato come la nostra regione sia, per tradizione, terra di pellegrini. “L’esperienza del pellegrinaggio – ha spiegato Elisabetta Foschi – ci insegna quanto sia importante fare un cammino insieme agli altri ed in questo le istituzioni devono aiutare. Devono consentire alla comunità di compiere un cammino nella forma più agevole possibile”.