SINTESI INTERVENTO BOIOCCHI.
Seconda giornata per il convegno “Signore da chi andremo? Pellegrini, cercatori di Dio” organizzato ‘Ufficio nazionale CEI. Ad aprire i lavori il professor Maurizio Boiocchi, dottore di ricerca all’Università IULM di Milano il quale, dati alla mano, ha redatto una sorta di carta d’identità del pellegrino di oggi, considerando l’età, la professione, il titolo di studio, la scelta delle destinazioni ed altri parametri inerenti il pellegrinaggio.
“Nel corso degli ultimi anni – ha spiegato Boiocchi – a fronte di una sensibile contrazione del turismo tradizionale, i viaggi con motivazione di fede hanno fatto registrare un costante incremento. Secondo i dati del Wto (World Tourism Organization), i ‘viaggiatori religiosi’ nel mondo sono 300-330 milioni l’anno. Il pellegrinaggio – ha proseguito Boiocchi – costituisce, fin dai tempi più remoti, una componente fondamentale della manifestazione di fede. Esso non è soltanto un’occasione speciale di incontro tra gli uomini e il divino, ma anche un fenomeno di superamento di confini geografici e di distanze, un’occasione di incontro fra razze e popoli”. Per citare solo alcuni dati: la compagine più numerosa dei pellegrini è formata da donne (57%), età compresa tra 51 e 65 anni (42%). La maggior parte dei viaggiatori religiosi è diplomata e sposata con figli. Per quanto riguarda la professione, la prevalenza dei partecipanti dal punto di vista occupazionale è composta per il 42% da pensionati, il 16% da impiegati che comprendono anche religiosi, il 18% da casalinghe, il 7% da lavoratori autonomi, l’8% da operai, il 2% da artigiani, il 3% da dirigenti e il restante 4% da imprenditori. Il 55% dei pellegrini compie un solo viaggio all’anno, mentre il 27% ne effettua due, il 12% tre viaggi ed il 6% più di tre. Se focalizziamo l’attenzione sulla scelta dell’itinerario del pellegrinaggio, nel 68% prevale la fede nella religione di appartenenza, nel 14% dei casi incide l’aspetto prettamente culturale, minori sono invece le motivazioni di svago (1%) e la curiosità (4%).
“Nella gestione delle dinamiche di gruppo – ha spiegato Boiocchi – risulta molto importante la figura del’assistente spirituale che, con il suo rapportarsi con le persone, riesce a gestire tuti gli aspetti emozionali relazionali. Il 46% dei pellegrini ha avuto con questa figura un ottimo rapporto, il 40% buonoi, l’11% sufficiente. Un rapporto insufficiente è stato definito solo dal 3% dei partecipanti”.
Per arricchire la propria esperienza di viggio, durante il pellegrinaggio è sempre molto positivo il confrontarsi con la popolazione e le etnie locali incontrate durante il viaggio. Non è smepre facile questo rapporto, ma molto importante è riuscire ad incontrarsi per provare a fare un confronto con le diverse realtà. Il 47% ha espresso un giudizio buono, il 18% ottimo, il 19% sufficiente. Poche occasioni di ritrovo sono state valutate dal 13% degli intervistati, mentre solo il 3% ha espresso un valore di giudizio insufficiente.
“Molti partecipanti a un viaggio di fede – ha sottolineato Boiocchi – rientrando nel proprio ambiente, avvertono l’esigenza di avviare processi di trasformazione interiore e di modificazione del tessuto etico-culturale, attraverso l’assunzione in prima persona di nuove responsabilità e attraverso l’incremento della partecipazione ai più vari livelli sociali e religiosi”.
SINTESI INTERVENTO PACHIN, SANTUARIO DI PIETRALBA
Appunti relazione P.Lino Pachin, rettore del santuario della Madonna di Pietralba (BZ)
L’accoglienza degli stranieri nel Santuario di Pietralba
Il santuario è per eccellenza il luogo dell’accoglienza. Davanti all’immagine sacra ivi venerata, i fedeli si fanno pellegrini per trovare accoglienza, pace, perdono, speranza. Quindi vanno accolti tutti quanti come stranieri, perchè in qualche modo ogni uomo ci è straniero, anche quello che viene abitualmente, anche quello che ha più confidenza con il Padre Rettore o con il sacrestano. Il rispetto per la sua diversità e per la dignità che conserva sempre in qualsiasi situazione, è un obbligo specialmente nei santuari. Ci sono gli stranieri immigrati nel nostro paese, sempre di più e sempre più diversificati e ci sono gli stranieri turisti che vengono da altri paesi, con altre lingue. Può succedere che questi turisti chiedano anche qualche celebrazione nella loro lingua. Spesso non si concede loro lo spazio. O non trovano strumenti, come un messale. Sul sito www.theologicalforum.org è possibile trovare o ricevere messalini a 30-40 euro in inglese e spagnolo. E poi va curata l’accoglienza degli stranieri anche dal punto di vista turistico. L’accoglienza degli stranieri non può essere fatta solo dal rettore del Santuario, ma può essere organizzata dal santuario in collaborazione con l’amministrazione o l’ufficio turismo locale. I responsabili del santuario possono istruire delle guide preparate e formate a condurre i turisti all’interno della storia, dell’arte e della devozione del santuario. Scuole per questo lavoro stanno già sorgendo e la CEI potrebbe incentivarle, perchè la pastorale del Santuario può essere svolta anche da laici non consacrati. Si dice infatti che “la pastorale dei santuari è la pastorale del futuro”.