Convegno Cei a Fano/6: “Un kit per non disperdere la Grazia del pellegrino”. Giuliodori e Lusek concludono la tre giorni a Fano dell’ufficio pastorale tempo libero, turismo, sport

I pellegrinaggi ci aiutano a fare diete mediatiche”. Le conclusioni del convegno sono state affidate a Mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione Episcopale della CEI per la Cultura e le Comunicazioni Sociali ha introdotto, sabato 4 giugno, il quale ha sottolineato l’importanza del pellegrinaggio come occasione di cambiamento interiore. “Chi rientra da un pellegrinaggio – ha spiegato Giuliodori – non torna mai uguale al momento in cui è partito.  L’efficacia di un pellegrinaggio, infatti, si misura dalla modificazione interiore. Si tratta di un ripartire in modo nuovo. Il ritorno deve valorizzare questo evento di grazia. Il pellegrinaggio è  frutto di un cambiamento e di una conversione. Il modo di operare del Signore è imprevedibile, persone che vano solo per accompagnare o per evadere e fuggire si trovano coinvolte in un’esperienza che li trasforma. Per spiegare meglio la valenza del pellegrinaggio – ha proseguito Giuliodori –  ho pensato ad una sorta di valigia della ripartenza, una valigia che accompagni il pellegrino nel valorizzare esperienza del pellegrinaggio stesso. All’interno della valigia occorre un ‘kit’ per non disperdere la grazia, mettendo a frutto l’esperienza vissuta. La valenza ecclesiale di un pellegrinaggio è una valenza che integra, consolida, arricchisce il cammino personale, una condizione imprescindibile per far crescere elemento di grazia. I pellegrinaggi generano relazioni,  amicizie, fanno incontrare persone che, nella loro vita, probabilmente non si sarebbero mai incontrate. I pellegrinaggi ritessono l’ambiente e il contesto ecclesiale. I pellegrinaggi generano anche  cultura, alimentano la conoscenza di luoghi belli e significativi anche dal punto di vista architettonico, offrono dei baricentri non solo estetici, ma esistenziali, ricentrano la vita delle persone. Il pellegrino, una volta tornato, deve conservare il suo status. Il pellegrinaggio non è una parentesi, è uno status dei cristiani: noi siamo pellegrini per natura, seguiamo il percorso del divino per arrivare alla pienezza di Dio. Ci ricorda uno stato di pellegrinaggio permanente. Se il pellegrinaggio è ripartenza  lo è perchè ci innesta nella fonte della vita, in quella spiritualità che scaturisce da Cristo. Il pellegrinaggio ci mette a contatto con la storia scritta da Dio, una storia di salvezza perchè i santuari sono sempre espressioni di un vissuto e di spiritualità di un popolo. I pellegrinaggi cambiano la Chiesa”. Nella conclusione del suo intervento, Mons. Giuliodori, nel fare riferimento ala Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali, ha sottolineato la necessità di approfondire il rapporto fra pellegrinaggi e nuove tecnologie. “I nuovi media hanno molti aspetti che possono farli interagire con i pellegrinaggi: innanzitutto il pellegrinaggio è un evento condiviso con la comunità ecclesiale, gli strumenti che ogni pellegrino si porta dietro, come macchine fotografiche riprese, possano diventare davvero materiale per dare valenza missionaria al pellegrinaggio stesso. Si può essere anche pellegrini virtuali: questo genera possibilità inedita che può rendere il pelle chiave di volta importante”.
Una breve sintesi delle tre giornate è stata affidata a don Mario Lusek, direttore dell’Ufficio Nazionale CEI per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport. “Dobbiamo ripartire, rilanciare e ricominciare. La pastorale dei pellegrinaggi è entrata, ormai, nel vissuto delle chiese particolari in maniera convinta. Dobbiamo rilanciare quello che abbiamo recepito in questi giorni perchè diventi patrimonio di tutti”.
La giornata è terminata con la preghiera del congresso.