Testo della catechesi del vescovo Giusti tenuta ai giovani di Fano

(testo integrale) Saldi nella fede. Senza Dio: la ragione scopre il lato oscuro. «Lo spirito della finanza ha vinto; oggi la civiltà europea venera il consumo come adorava l’Onnipotente.  Abbiamo perso la misura: la tensione eccessiva verso il profitto è senza limiti; abbiamo smarrito il senso morale: il consumismo edonista è la nostra prima preoccupazione e ci priva di ogni responsabilità. La civiltà europea adora il consumo come venerava Dio.
 
Sono queste parole gravi del filosofo ungherese László Földényi.  Egli afferma ancora:
“Solo il dinamismo si sta sviluppando, ma privato di morale e misura.  Nessuna meraviglia che tanti guardino alla tecnica come unica soluzione. Dichiarando guerra ad ogni trascendenza, il mondo presente ci ha sospinti nella completa schizofrenia. Non esiste più armonia: ogni decisione politica viene derisa dallo straripante potere del denaro, considerata una divinità imperitura.
La fine del XX secolo, con l’unificazione dell’Europa e la conclusione della guerra fredda, non hanno aiutato il continente a ritornare in sè.
Con il 1989 l’Europa è stata derubata di una grande illusione. L’intero continente credeva nella democrazia civile e nell’uguaglianza politica: molti di noi si aspettavano la realizzazione di tali valori.  Invece l’utopia del capitalismo è diventata senza confini e ha vinto lo spirito della finanza. Invece di aiutare l’Europa a ritrovare se stessa, la fine del XX secolo, con l’ausilio dei mass media, ha eliminato la possibilità di ogni auto-riflessione. ».”
E noi anticorfomisti siamo qui in pieno agosto a osare riflettere, a pensare per cercare di essere uomini liberi che non adorano nessun idolo si chiamino Moloch o denaro.
 
“Sii benedetto, mio Dio, che mi hai liberato dagli idoli fai sì che io adori solo te, e non Iside né Osiride, o la Giustizia, il Progresso, (..) l’Umanità, le Leggi della Natura, l’Arte, la Bellezza e che non hai permesso di esistere a tutte queste cose che non sono, sono solo il vuoto lasciato dalla tua assenza.  Come il selvaggio si costruisce la piroga e con gli scarti si fabbrica Apollo, così tutti i parlatori di parole, col surplus dei loro aggettivi, si sono costruiti dei mostri senza sostanza.
Più vacui di Moloch, mangiatore di bambini, più crudeli e più orrendi di Moloch, hanno suono ma non hanno voce, hanno nome ma non hanno persona, e in essi è lo spirito immondo che riempie i luoghi deserti e ogni vuota realtà.
Signore, tu mi hai liberato dai libri e dalle Idee, dagli Idoli.(..)
Io so che non sei il Dio dei morti, ma dei vivi.
Non onorerò dunque né i fantasmi, né le bambole, né Diana; né il Dovere, né la Libertà, né il bue Api.  Né voi , ‘geni’ ed ‘eroi’, grandi uomini e superuomini, che m’ispirate il medesimo orrore di ciò che è deformato e morto. Io esisto tra le cose che sono. ​
 
Il dilemma non è credere o non credere, tutti credono: crederanno nel nulla, crederanno  solo in se stessi oppure peggio ancora, nel denaro o nel potere ma in qualcosa crederanno. Credere appartiene alla struttura fondamentale di ogni persona.
Il problema serio è ragionare, è usare bene della nostra intelligenza e chiedersi cosa sia ragionevole credere, e soprattutto in chi credere ? Di chi fidarsi ? A quale meta dedicare la mia vita ? Su che cosa costruire la propria esistenza.
 
Dove trovare la risposta?  
Nella tua intelligenza e nel tuo cuore.
Scruta il tuo cuore e domandati cosa sia importante per te e vedrai che due verità affiorano: vivere e amare. Sono due evidenze prime.
Vivere, in ciascuno di noi vi è un anelito insopprimibile di vita, ognuno di noi desidera vivere. Quando nasce un bambino si gioisce e si fa festa. Quando muore un amico piangiamo.
Siamo fatti per vivere e rifuggiamo dal dolore e nessuno è felice di ammalarsi.
Siamo fatti per  vivere sani e rifuggiamo la morte.
Ma sovente il solo vivere non basta.
Occorre vivere e amare, vivere e essere amati. Vivere e sorridere all’amore.
Ma l’amore è solo un sogno dei preadolescenti o esiste davvero?  
Tu lo conosci ? L’hai incontrato ? Qual è il suo volto ?
Molti ormai disperano di incontrarlo perché molto spesso hanno cercato l’amore e hanno trovato solo il piacere di un momento o di una breve stagione oppure se è stato più fortunato, ha vissuto un grande sentimento il quale però poi non ha retto alle prove del tempo. Altri invece si sono imbattuti soltanto in un innamoramento, travolgente ma devastante come uno tsunami.  
Quante lacrime per amori incompiuti o traditi. Certo non tutte le storie sono uguali ma quanti giovani e adulti specie quarantenni, sono dei delusi d’amore e si pongano la domanda: ma l’amore esiste ?  Lo incontrerò mai ?
 
“ Amatevi come io ho amato voi “
Non un trattato filosofico ma una vita concreta ci è messa davanti.
Non solo un personaggio grande di ieri ci è mostrato ma una persona che accolta trasforma in maniera macroscopica la tua vita.
Amatavi come io ho amato voi, queste parole ci richiamano subito alla mente la persona di Gesù ma anche quella di Giovanni Paolo II, l’inventore delle GMG e con lui quella piccola grande donna dal nome di madre Teresa e con loro di una schiera incalcolabile di giovani e adulti non ultima Chiara Badano o Padre Vismara . Essi sono testimoni d’amore. Ci manifestano la vivezza e la bellezza dell’amore.  
Ma non solo loro. Anche noi tutti spero. Il sottoscritto certamente.
L’amore esiste e noi l’abbiamo incontrato e ciò che abbiamo visto, udito l’annunciamo a voi.
Dio è amore.
Vivere amando è possibile e tremendamente bello: sperimentare per credere.
A tutti gli inquieti, a tutti i sonnanbuli che cercano nelle notti d’estate quello che non sanno trovare con la luce del sole noi diciamo: è troppo bello vivere e amare.
Per possedere la vita e l’amore non sono necessarie ne ricchezze ne potere, è però necessario avere il coraggio di credere in ciò che il tuo cuore e la tua intelligenza ti dicono: l’importante è la vita, l’importante è l’amore. Ma la vita è  Cristo, l’Amore è Dio. Trovato Cristo Gesù hai trovato entrambi e potrai dire anche tu: non sono più io che vivo ma Cristo che vive in me, non sono più io che vivo ma la Vita e l’Amore che mi abitano .  
Conoscerai l’Amore e sarai un amante impareggiabile capace di far sorridere sempre l’altro.
Amatevi come io ho amato voi: è questa la legge del Vangelo.
Essa ci insegna non solo la via del Paradiso ma prima ancora l’arte di amare, la più bella, la più affascinate e al contempo la più difficile.
 
Cristiani ovvero testimoni di un incontro avvenuto personalmente
Forse noi non ci rendiamo conto della grandezza della novità, rispetto alle religioni non bibliche e alle filosofie, di questo fatto: che Dio si manifesta esclusivamente come Dio di qualcuno.
Non è Dio del cielo, non è Dio del paese, non è Dio dell’istituzione reale, bensì Dio di un arameo errante: cioè di un uomo che non ha patria e ovunque è straniero.
E’ il Dio della mia vita, della tua vita.
E’ colui che io ho incontrato, che tu hai incontrato.
Quest’uomo è così caro a Dio, che Dio in certo senso prende il su nome; infatti che cosa significa Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe (gli aramei erranti) se non che Dio ha un nome soltanto in riferimento a coloro che egli ama. (..)
La storia dei patriarchi, e soprattutto quella di Abramo, ci mostra che essi accettarono senza esitare questo Dio così vicino e al tempo stesso così sfuggente ai canoni religiosi dell’ epoca: un Dio che fa parte della famiglia ma si nasconde dietro al nome dei suoi eletti, che non può essere visto e non tollera figure, ma si a svela nella parola.
In una Parola fatta carne, in Gesù, nell’Eucarestia, nella Chiesa, nei santi .
Una Parola che ti interpella, ti chiama, ti ama.
Il Dio di Abramo : infatti il Dio che parla ad Abramo, e al quale Abramo può parlare.
Mentre tutto l’Antico Testamento scoraggia ogni proposito di vedere Dio, esso è percorso dall’appello divino: Shemà, ascolta!
Udire era ed è il mistero dell’ alleanza: la Parola di Dio è tutt’uno con l’elezione, perché è udita da colui che è oggetto dell’ amore divino.
Ed è udita perché Dio la mette nel cuore: “Questa parola è molto vicina a te, nella tua bocca e nel tuo cuore» (Dt 30, 14).”
Questa intimità di ascolto diviene nella Bibbia, come abbiamo detto, un’intimità di discorso reciproco: anche Dio ascolta, anche Abramo parla.
La preghiera biblica, nei salmi e fuori dei salmi, si fonda sulla persuasione che si può parlare a Dio perché egli è il Dio di nostro padre, cioè di casa nostra, di noi stessi, bisognoso di noi, come diranno con paradossale verità i mistici ebrei.
Non per nulla, a leggere con delicatezza l’Antico Testamento, si ha l’impressione che Dio sia sempre in attesa. Il Cantico dei Cantici esprime con l’ardore di un rapporto amoroso l’attesa di Dio.
Come vorrei considerarvi figli miei….Tu mi avresti chiamato “ padre mio “ e non vi sareste più rivolti lontano da me “  ( Ger 3,19 ) 
 
 
Abbiate in voi gli stessi  sentimenti di Cristo Gesù
Credere in Cristo significa quindi, non soltanto confessarlo, non soltanto ricevere da lui, ma innanzitutto ascoltarlo, dialogare con lui e donarsi. Questo è il senso del comando della sequela.
E non c’è altro modo di credere in Cristo se non quello di accettare la sua fede come nostra fede, il suo amore come nostro amore, il suo desiderio come nostro desiderio. (..)
Credere in lui e non credere a ciò in cui egli ha creduto, non amare ciò che egli ha amato e non desiderare ciò che egli ha desiderato, significa non credere in lui.
Separarlo dal contenuto della sua vita, attendere da lui miracoli e aiuto senza fare ciò che egli ha fatto, chiamarlo «Signore» e adorarlo senza fare la volontà del Padre suo, non è credere in lui.
Noi siamo salvati non perché crediamo nel suo potere «soprannaturale» – di una tale fede, non sa che farsene! -, bensì perché accettiamo con tutto il nostro essere e facciamo nostro il desiderio che riempie la sua vita, che è la sua vita stessa, e che lo porta a discendere nella morte e a sopprimerla. (..)   Non è possibile, in effetti, conoscere Cristo senza desiderare di essere liberati completamente da questo mondo che, come Cristo ci ha rivelato, è asservito al peccato e alla morte e al quale egli stesso, pur vivendovi, è realmente morto, morto alla sua sufficienza, alla concupiscenza della carne, alla concupiscenza degli occhi e alla superbia della vita (cf. 1 Gv 2,16), che riempiono e determinano questo mondo, morto alla morte spirituale che vi regna.
Non è possibile conoscere Cristo senza desiderare di essere con lui là dove egli è. (…)
È la fede che richiede il battesimo, è la fede che sa che il battesimo è realmente la morte e la risurrezione con Cristo.
Il tentativo operato dal Papa Benedetto XVI
 
Come musica
«Al centro del tuo cuore che c’è?  So che è successo già che altri già si amarono. Non è una novità, ma questo nostro amore è come musica che non potrà finire mai, che non potrà finire mai,mai, mai.
Non è una novità, ma questo nostro amore è come musica che non potrà finire mai, che non potrà finire mai, mai, mai»​ Jovanotti
 
Perché questa canzone contemporanea ha avuto un così grande successo al punto che la udivamo continuamente per radio e per televisione?
Evidentemente perché interpretava i sentimenti e il pensiero di molti.
E come fare a dare torto a chi afferma che al centro del tuo cuore c’è l’amore?
E che l’amore non potrà finire mai ?
Questo è l’anelito e la speranza di ogni persona.
Il Santo Padre Benedetto XVI, donandoci la sua prima enciclica “Deus caritas est”, ha voluto indicare alla Chiesa, la chiave antropologica per l’interpretazione del tempo presente e al tempo stesso indicare la dimensione teologica da privilegiare nell’evangelizzazione: l’amore.
L’uomo contemporaneo cerca l’amore, la Chiesa casa dell’Amore, lo aiuti a incontrarlo !
Dallo stupore verso uomini e donne illuminate dalla bellezza dell’Amore, al desiderio di conoscerlo personalmente sino a decidersi a voler percorrere personalmente le sue vie per raggiungere la pienezza della vita che soltanto l’Amore concede.
«I santi hanno attinto la loro capacità di amare il prossimo, in modo sempre nuovo, dal loro incontro col Signore eucaristico e, reciprocamente, questo incontro ha acquisito il suo realismo e la sua profondità proprio nel loro servizio agli altri. (.)
L’amore cresce attraverso l’amore.
L’amore è “divino” perché viene da Dio e ci unisce a Dio e, mediante questo processo unificante, ci trasforma in un Noi che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che, alla fine, Dio sia “tutto in tutti” (1Cor 15,28)».
L’essere è in realtà l’Amore.
L’essere umano è costituito sin dall’inizio per realizzare l’essere dell’amore.
Dio amore afferma che egli è relazione, è comunione di più persone, è Trinità.
Dio-Amore è categoria ontologica più che morale.
Il contenuto dell’amore è espresso dal mistero pasquale, dall’eucaristia; nell’eucaristia.
La Santissima Trinità si dona e ci insegna a essere amore.
 
Credere in Dio è credere nell’amore, in un amore concreto, visibile, storicamente tangibile e capace di trasformare radicalmente il mondo.
E’ già avvenuto e le vicende di questi giorni ci dicono che c’è un estremo bisogno di una nuova generazione di cristiani capaci di creare una civiltà non dominata e fondata sulla finanza, sul denaro ma sull’Amore.  Sogni ?  Niente affatto !  
Tanti uomini e donne sono già al lavoro in Europa come in Asia in America come in Africa e nuovi comprensori economici stanno sorgendo, un nuovo modo di  vivere i rapporti di lavoro e l’economia sta facendosi strada. Informati, conosci, opera, esci dal tuo torpore, impegnati, opera .
Solo chi ama sa creare cose nuove e stupende come un bambino o una sinfonia, un Sagrada Famiglia o una nuova economia.
Solo chi crede nell’amore e noi crediamo in Te Gesù, eterno e immenso Amore .