“I catechisti siano artigiani della fede che comunicano con le opere”. Il Vescovo nel mandato diocesano agli operatori pastorali

Cagli, 23 ottobre 2011. «Siamo testimoni credibili?». Uno stimolo forte e deciso, che è stato accolto come una proposta di slancio dagli operatori pastorali di tutta la Diocesi che, domenica 23 ottobre, nella concattedrale di Cagli, hanno ricevuto il mandato dal vescovo Armando Trasarti. Una liturgia particolare, incentrata sulla Parola e sul testo di un padre della Chiesa, Clemente Alessandrino, accompagnati poi dalle testimonianze di don Luciano Gattei, missionario diocesano, e del neo-sacerdote don Matteo Pucci, ordinato da meno di un mese.

Il Vescovo si è soffermato a lungo nel condividere le proprie esperienze con gli operatori presenti: «La fede non va mai presupposta tanto nei piccoli, quanto nei grandi. Oggi capita spesso che le persone con cui abbiamo a che fare non siano mai state evangelizzate. Sta quindi a noi – ha ribadito più volte il vescovo Armando – a trasmettere la fede, ma non tramite un’idea, bensì con l’esperienza. Noi “artigiani della fede”, infatti, dovremo comunicare con le opere». A questo primo nodale punto della riflessione, principalmente incentrato sull’analisi della situazione pastorale in cui ci si trova ad operare, ne è seguito un secondo, che ha preso in analisi strettamente la figura dell’operatore pastorale: «La predicazione del Vangelo deve essere fatta con cura da chi viene ritenuto affidabile per la missione pastorale». Proprio a questo proposito, il Vescovo ha ripreso il simbolismo che adotta Timoteo per connotare l’apostolo, l’evangelizzatore: il soldato, l’atleta e l’agricoltore…

a cura di M.I.

(il resto dell’articolo sul prossimo numero de Il Nuovo Amico)