I religiosi devono obbedire ai vescovi, raccomanda la Congregazione per la Vita consacrata e le società di vita apostolica. «E’ fonte di perplessità che i religiosi non partecipino alle strutture di consultazione e di collaborazione della Chiesa particolare, come gli incontri di decanato, le assemblee pastorali, le giornate di formazione». Intervenendo il 10 novembre alla Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori a Firenze, monsignor Joseph Tobin Segretario della Congregazione per la Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha affrontato con decisione il problema dell’unità dei sacerdoti diocesani e di quelli religiosi nel medesimo presbiterio. Inoltre è diritto di un vescovo essere consultato quando un istituto religioso «vende un immobile, ritira un parroco o un vicario oppure decide di lasciare la diocesi». Quindi gli ordini religiosi non potranno più difendersi dietro lo scudo dell’esenzione. Stop della Santa Sede alle Chiese parallele «fai-da-te». Inoltre, «ci sono state delle dichiarazioni infelici da parte di alcuni che affermavano di essere portavoce di una “Chiesa profetica” che per sua natura deve opporsi alla gerarchia». Quasi che «potessero sussistere come due realtà distinte, l’una carismatica, l’altra istituzionale; mentre ambedue gli elementi, cioè i doni spirituali e le strutture ecclesiali, formano un’unica, anche se complessa, realtà».
Perciò la Santa Sede sollecita «un’azione di dialogo tra queste due realtà ecclesiali». Tale dialogo si dovrebbe sviluppare su quattro caratteristiche fondamentali che sono:la chiarezza, la fiducia, la mitezza e la prudenza. Occorre che «le strutture atte al dialogo tra Chiesa locale e vita consacrata», abbiano come fondamento «la ricerca della comunione reciproca nella Chiesa». Al centro di tutto devono esserci «l’ascolto della gente e soprattutto i bisogni più profondi dell’uomo odierno e la ricerca della vera Sapienza per saper leggere gli avvenimenti che accadono nella storia con gli occhi di Dio». La vita consacrata ha «una missione viva all’interno della società ed è quella di saper riconciliare l’uomo a Dio». Per compiere questo, i consacrati, specialmente sacerdoti, «devono apprendere da Gesù lo stesso sguardo che Lui aveva quando stava nel mondo e guardava l’umanità che si presentava davanti a Lui».