Tendenze mediali. Hitachi, Panasonic e Sony abbandonano la produzione di televisori. Il futuro è nell’on line. Una svolta anche per la stampa?

L’ultimo annuncio è di pochi giorni fa: anche Hitachi abbandona la produzione di televisori in Giappone. Si tratta di un lungo elenco dei grandi nomi dell’elettronica nipponica che gettano la spugna di fronte alle crescenti perdite di fatturato nel settore degli schermi televisivi. Gli annunci che hanno fatto più scalpore sono quelli di Panasonic e Sony, la prima chiude la sua più grande fabbrica di pannelli al plasma e vende un’altra fabbrica dove si realizzano pannelli lcd, la seconda ha abbandonato la società creata con Samsung per fare cassa e investire in altri settori. Più in generale la Corea ha sconfitto il Giappone, nessun grande giapponese riesce a sopportare la concorrenza spietata di Samsung e LG che conquistano fette sempre più grandi di mercato. La battaglia è ormai solo di numeri: i coreani hanno scelto il piccolo guadagno con grandi quantità di pezzi venduti, i giapponesi tentano la strada contraria con grandi guadagni (relativamente parlando) sui piccoli numeri degli apparecchi di fascia alta.

Ma la strategia dei giapponesi si scontra con la realtà dei mercati: i grandi tv non si vendono come sperato, il 3D piace ma non come ci si aspettava, le Smart tv hanno bisogno di contenuti gratuiti che invece scarseggiano. I pochi consumatori in cerca di grandi prestazioni possono sempre puntare sui grandi plasma Panasonic, sui migliori tv 3D Sony con occhiali attivi o sui grandi Sharp con pannello Quattron. Ma queste vendite non fanno numeri e i bilanci tremano: Mamoru Yoshida di Panasonic ha dichiarato che le previsione di vendite di tv sul mercato Usa sono state troppo ottimistiche e le vendite effettive sono state del 70% inferiori alle aspettative nel periodo natalizio e nemmeno il mercato cinese ha dato buone indicazioni, per non parlare dell’Europa. Non va meglio Sony che ha appena annunciato il nome del nuovo presidente e Ceo, Kazuo Hirai, proveniente dalla divisione che si occupa delle Playstation.

Hirai prenderà il posto di Howard Stringer dal prossimo 1° aprile e lo aspetta un compito non facile: secondo le ultime indiscrezioni la perdita dell’attuale esercizio finanziario Sony potrebbe essere di 90 miliardi di Yen, dei quali ben 50 a carico della sola divisione tv.

Le speranze per il futuro. Il futuro dei televisori è quindi in mano coreane e cinesi? Non bisogna estremizzare il concetto, anche se ormai è evidente che la maggior parte dei pannelli lcd con retroilluminazione led che vanno a rifornire i marchi commerciali in tutto il mondo vengono proprio da lì. Panasonic resiste con i suoi tv al plasma, Toshiba punta molto sugli schermi 3D visibili senza occhialini, Sharp spinge sui grandi formati a prezzi accessibili, ma sono tutte nicchie di mercato incapaci di risanare i bilanci. All’ultimo Ces di Las Vegas Sony ha presentato nuovi schermi denominati Crystal Led, una interessante variante con diodi cristallizzati che non hanno bisogno di retroilluminazione, ma siamo allo stato di prototipo. Sharp ha presentato i primi modelli con risoluzione di 4K e addirittura 8K che però sembrano più esercizi di tecnologia. Il vero asso nella manica è ancora dei coreani: Samsung e LG hanno presentato entrambe il primo schermo Oled (led organici) da 55 pollici e qui non si tratta di prototipi. I primi apparecchi LG saranno in vendita dall’estate e Samsung arriverà poco dopo. Si tratta di oggetti vincenti per le indubbie qualità visive e per il fatto di abbattere i consumi di energia grazie alla mancanza di retroilluminazione.

I prezzi poi saranno molto alti, ma non proibitivi, al Ces si è parlato di circa 7000 dollari (o euro) per il modello Samsung. Una quotazione che potrebbe intaccare le già fragili speranze dei giapponesi di vendere ancora tv led e plasma di grande formato con un minimo di guadagno. E gli europei? Le rimanenti forze del nostro continente sono ormai ridotte al lumicino: Loewe ha dovuto abbassare molto i suoi prezzi e resiste grazie al design ricercato; Bang & Olufsen non delude grazie alla elite dei suoi clienti che non guardano certo al prezzo, ma al tempo stesso guarda avanti e ha lanciato la nuova linea Play con prezzi più accessibili (ma dovrebbe essere limitata al settore audio). Ultima incognita è Philips che sta per lanciare la sua nuova linea di televisori affidata alla joint venture con TPV, potrebbe rilanciarsi se i prodotti saranno azzeccati ma ormai i televisori non sono più il suo core business e i sentimentalismi non hanno casa nel mondo degli affari.

(fonte: Ilsole24ore)