Un lungo applauso dei diecimila fedeli ha attraversato ieri sera il Duomo di Milano, quando il presidente di Comunione e Liberazione don Julian Carron ha annunciato di aver presentato all’arcivescovo di Milano la richiesta di apertura della Causa di beatificazione e di canonizzazione di mons. Luigi Giussani, fondatore di Cl. Un annuncio giunto al termine della celebrazione nel settimo anniversario della scomparsa e nel 30.mo del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione. Il cardinale Angelo Scola, che ha presieduto la celebrazione, ha ricordato all’omelia l’“aspetto geniale della proposta educativa di Giussani”, ovvero “l’efficace riproposizione della verità cristiana che nessuno può salvarsi da sé”, ricordando poi la “forza profetica” del sacerdote ambrosiano: “Mons. Giussani ha espresso questa sensibilità ambrosiana con forza profetica fin dagli anni ’50, educando all’assunzione integrale di ogni aspetto dell’umana esistenza. Per la logica dell’incarnazione, il cristiano è colui che testimonia l’opera salvifica del Crocifisso risorto ovunque: in famiglia, nel lavoro, nel sociale, a tutti i livelli, fino a giungere al delicatissimo impegno politico. Tutto è vostro”.
Parlando poi della “creatura” di don Giussani, il cardinale ha spiegato il senso di quelle parole che stanno nel nome, insistendo sull’aspetto “comunione” come premessa indispensabile per l’unità dei credenti, e affidando un preciso compito a tutti gli appartenenti al Movimento: “Praticare, nella cordiale assunzione del principio della pluriformità nell’unità, il principio dell’attuazione materiale della comunione. Praticare una profonda comunione con tutta la Chiesa diocesana che vive a immagine della Chiesa universale”.
Dopo l’annuncio dell’avvio della Causa di beatificazione, il cardinale Scola ha ricordato con commozione la sua lunga frequentazione con il “Gius”, come veniva chiamato dai suoi don Giussani, sottolineando il particolare dello sguardo: “Un sorriso discreto come un abbraccio ma attraversato sempre da un impeto che ti impediva di assecondare la tua ‘vanitas’: don Giussani non ti risparmiava niente, ma non ti risparmiava neanche il tuo proprio bene”. Postulatrice della Causa di beatificazione è Chiara Minelli, docente di Diritto canonico all’Università di Brescia.