“Nulla è impossibile a Dio”: la fede fiduciosa. Quarto Quaresimale del Vescovo a San Paterniano

Non poteva che essere questo il passaggio: dall’eccomi di Abramo e di Mosè all’eccomi fiducioso e germinante di Maria. Una catechesi ampia che unisce alla profondità dei contenuti un rimando biblico di grande ricchezza… Partendo dallo spessore della verità mariologica, mons. Trasarti è passato ad una lettura del messaggio mariano con gli occhi rivolti al presente, alle situazioni vissute nella realtà, con la semplicità di una traduzione comprensibile a tutti. Maria non è una figura aleatoria, lontana da noi, come spesso ci è stata mostrata, ma una presenza viva e vicinissima alla nostra quotidianità. E’ una donna “feriale” e i suoi gesti hanno come soggiorno obbligato i perimetri delle cose concrete. In questa ferialità germoglia e cresce la sua fede. Una fede fiduciosa, umile, appresa nella sinagoga di Nazareth, formata e informata dalla luce della parola di Dio.
Seguendo il Vangelo di Luca, il contrassegno iniziale con cui il pennello del Vescovo identifica la fede di Maria è il suo essere salda nel turbamento. E’ fede autentica: l’angelo annuncia e la fanciulla, promessa a Giuseppe, è turbata dall’impossibile, ma non c’è spavento o dubbio.
La sua è una fede che sa ascoltare (questo è il secondo affresco). L’inviato le illustra il piano di Dio e in lei, attenta e informata, riemergono le profezie bibliche. Maria riflette, medita, crede.
E ancora in sequenza: la sua mente fiduciosa interroga, non si accontenta del mistero. Quale senso ha il saluto? “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?” “Anche tua cugina Elisabetta…Nulla è impossibile a Dio” Maria ora pronuncia il suo ‘sì’.
Questa fede obbediente dove intelligenza e cuore sono chiamati in causa ci interpella, perché generatrice e rispettosa della libertà. Non ha nulla a che fare, infatti, con l’azzeramento della volontà, col supino atteggiamento del rinunciatario. Si è in presenza di una completa identificazione con l’altro a cui si vuol bene tanto che si rende possibile la sovrapposizione delle volontà. Questa è l’obbedienza di Maria. Questa deve essere la nostra obbedienza. Maria, splendida Creatura, ha ascoltato ‘in piedi’, ‘di fronte’ (ob-audire), ma, dicendo ‘sì’, si è abbandonata a Dio Padre liberamente, entrando nell’orbita della Storia della salvezza. Altro passaggio pittorico è quello della fede che rimane fiduciosa anche quando Maria non comprende. Gesù viene smarrito e ritrovato dopo tre giorni. Maria e Giuseppe lo interrogano, ma non afferrano la risposta. Il Figlio di Dio deve compiere la sua missione. La madre capirà, e questo è il contrassegno più sconvolgente, quando vedrà il figlio patire, morire, risorgere. Il dolore di Maria ai piedi della Croce di Gesù è lo specchio del Dio crocifisso: dolore composto con un’eloquenza d’infinito amore, unione perfetta di lei alla volontà del Padre.
L’ultima delicatissima immagine che il vescovo tratteggia, sempre sulla scia del vangelo di Luca, è il posto decisivo che Maria ricopre nella Chiesa e in ciascuno di noi. Rimane con i discepoli nella riflessione e nella preghiera. Come il Figlio, che è anche il suo Signore, vive con la chiesa, nella chiesa e per la Chiesa. Chiesa umile, chiesa del servizio, cenacolo al piano superiore in attesa dello Spirito.

Irene Maria Cavalli

audio integrale del quarto Quaresimale