Sabato 20 aprile, presso la parrocchia di Sant’Apollinare in Lucrezia di Cartoceto, il vescovo Armando Trasarti ha presieduto la veglia diocesana per le vocazioni. Prima della catechesi, è stato letto il brano… degli Atti degli Apostoli (8,26-40) che quest’anno farà da sfondo al Convegno ecclesiale marchigiano, dove si riporta l’episodio in cui il Signore invia Filippo verso il mezzogiorno, il quale incontrerà l’eunuco di Candace con cui condividerà parte della sua esperienza di fede. Una “chiamata”, dunque, da cui si dirama una missione, che passa tramite persone ed incontri apparentemente comuni e casuali. «Riconoscere nelle persone le opportunità, le vocazioni, come se fossero degli angeli del Signore, così come accade con Filippo», ha esordito il Vescovo nella sua riflessione, che ha poi proseguito sottolineando come sia importante, per ogni annunziatore della Parola, tenere ben presente che l’iniziativa spetta sempre al Signore: il protagonista è infatti Dio. Dopo aver raccontato parte della sua esperienza di discernimento vocazionale, con la quale ha poi intrapreso la strada verso il sacerdozio, monsignor Trasarti ha confutato il pensiero secondo il quale, rispondendo ad una chiamata, si è costretti a scegliere cosa lasciarsi alle spalle: «Il chiamato non lascia nulla, semmai trova tutto quello che serve alla sua vita. Il buon Dio non sceglie i migliori, ma i “disponibili”, ovvero coloro che si lasciano plasmare dalla chiamata, in quanto Gesù è l’unica chiave di lettura della salvezza, dunque della nostra gioia». E se è Dio che ci permette di capire la Parola, è proprio dalla Parola che deriviamo l’atteggiamento di chi porta l’annuncio, che è quello di farsi prossimi ai propri compagni di strada, accompagnando chi si mette in ricerca.
Tessitori della nostra risposta, dunque, diventano i compagni di vita, che ci fanno intuire la vicinanza di Dio e ci trasmettono il coraggio di non temere quello che il Signore vuole farci capire. Su questa linea, ha così sollecitato il Vescovo: «Diamo ascolto al Signore, quando capiamo di camminare verso la felicità. Cos’altro ci manca? Con questa consapevolezza potremo rispondere al Signore che dice anche a noi: “Alzati e va’ sulla tua strada nel deserto”».
MI